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transfert?

Ciao, ultimamente mi si è riacutizzata questa cosa.. soffro terribilmente per lo psichiatra e perché mi tiene a distanza ultimamente..Non mi cura con cura. Mi dà appuntamento una volta ogni 2 mesi e mi tiene lì una decina di minuti..vi sembra normale? Non so perché ma quando esco, mi viene da piangere.
Io mi sento in una sorta di competizione con lui, dalla quale ne sto uscendo perdente.
Qualche consiglio? Scusate lo sfogo.
 
Mi aspetto che mi curi con sollecitudine, come faceva in passato e come penso faccia e dovrebbe fare con tutti i pazienti. Tutto qui. Il suo modo freddo e sbrigativo non tiene conto dell'aspetto umano..ma non è sempre stato così. Non capisco perché adesso mi tenga a distanza..Non vorrei che fosse perché ha capito il mio sentimento..io non mi sento solo "rifiutata" come donna, ma anche come paziente.
 
Hai ragione sull'aspetto umano, deve esserci. Come deve curarti con professionalità.
Ma, se non sbaglio, vai da lui solo per i farmaci, sempre gli stessi giusto?
Forse hai ragione, ha capito il tuo "sentimento", ma quale sentimento? Come lo definiresti?
Allora, sentirsi rifiutata come donna non dovresti, perché vai da lui per motivi terapeutici, quindi è forse più comprensibile il rifiuto come paziente anche se di fatto mi sembra che alla fine il suo dovere lo faccia. O sbaglio?
Non sarà che sei tu, che esigi di più dalla terapia, per sentirti in qualche modo ricambiata da lui?
Tornando al discorso iniziale di qualche tempo fa, fai attenzione, che rischi di compromettere il vostro rapporto terapeutico. Se c'è una qualche sorta di transfert va lavorato da parte tua, altrimenti peggiora le cose.
Mi rendo conto che è difficile per te forse anche capirlo, ma tu sei da una parte, lui dell'altra. Il rapporto umano in queste professioni lo ritengo importante, molto, ma nel tuo caso non si tratta più solo di rapporto umano, perché tu lo stai vivendo in un altro modo, non corretto.
 
Sì infatti ho cominciato una terapia psicoanalitica e ne ho parlato con lo psicanalista, ma è ancora molto presto per elaborare questa cosa.
Oltretutto il mio "sentimento" è forte e dura ormai da tempo..Non so come lo definirei, è un vero e proprio trasporto verso di lui.
Si sì vado da lui sempre per gli stessi farmaci, ma comunque mi danno dei problemi ma a lui sembra non importi molto.
Anche lo psicanalista ha detto che si è comportato in modo autoritario.
È ovvio che umanamente mi sento rifiutata anche o me donna..mettiti nei panni di una donna innamorata che soffre pene d'amore perché non ricambiata..con tutti i sentimenti negativi annessi..abbassamento dell'autostima ecc. In fondo succede molto spesso che terapeuti si innamorano di medici.. jung aveva addirittura avuto una storia d'amore con la sua paziente Sabine Spielrein..ed era Jung!
Ora capisco che queste cose sono sbagliate, che il rapporto terapeutico deve rimanere tale, però io sinceramente non posso che continuare a viverlo male. Forse dovrei cambiare medico?
 
mettiti nei panni di una donna innamorata che soffre pene d'amore perché non ricambiata..
Quindi tu sei una donna innamorata? Per questo ti avevo chiesto di quale sentimento parlassi.
La cosa è più complessa di un sentimento non ricambiato in questo caso. Per questo dicevo che non dovresti sentirti rifiutata come donna. Lui non è una persona con la quale hai provato a costruire una relazione.
Forse dovrei cambiare medico?
Io lo cambierei, non per una questione di amore non corrisposto, ma per una questione terapeutica.
 
P.s. Anche l'amore non corrisposto crea sofferenza psicologica, e non da poco..
Hai ragione, è così, ma nel tuo caso hai detto tu stessa che nemmeno tu sai esattamente che sentimento sia il tuo.
Secondo me, non è amore, o se lo è, non può esserlo come lo sarebbe in altri contesti.
Colgo il senso della tua precisazione, e ti dico che io non voglio dire che tu non soffra, anzi, sono sicuro che stai male, ma ti auguro di capire da cosa nasce questa situazione per poterla superare, perché sono convinto che se ci pensi a mente lucida, ti rendi conto anche tu che non è nata e non si è evoluta in un contesto normale.
 
Scusate se magari vi sembro stupida e insensata e non posso essere compresa, ma ho bisogno di sfogarmi con qualcuno, anche se avrei preferito non farlo..ma il mio analista non c'è x un mese.
Ora so di per certo che la causa della mia profonda repentina depressione non è solo la terapia farmacologica, ma questo innamoramento insensato che non avevo mai provato così forte per nessuno, neanche per i ragazzi che ho avuto.
Capisco tutto quello che mi dici ad esempio tu Re Jiulien, non sono stupida so che non posso averlo e che chi non ci vuole non ci merita e che lui è un medico ecc. e comunque la parte razionale lo vuole tenere a distanza..ma sta di fatto che da quando lui ha cominciato a trattarmi male io piango giorno e notte e continuerei a dormire, insomma la mia depressione è peggiorata notevolmente. Io lo odio così tanto..penso che lui si faccia beffe di me! E pensare che c'era stata una volta in cui ci siamo fatti le moine a vicende..ma probabilmente lui voleva solo dileggiarmi! Insomma non è affatto una persona professionale e io mi sento umiliata, lo desidero immensamente tanto quanto provo disistima nei suoi confronti. Anche come medico è sempre più str.... se l'è presa persino con mia madre solo perché gli ha chiesto alcune delucidazioni sulla terapia.
Alla luce di tutto ciò, ho finalmente deciso che la prossima volta gli dirò che cambio psichiatra.
Ma ho paura di non farcela, in 2 anni non mi è piaciuta nessun'altra persona (nemmeno quelli con cui sono uscita), lui era la mia adrenalina, ogni volta non vedevo l'ora di vederlo, per poi stare male, come fosse una dose di droga che poi ti fa stare peggio (scusate il paragone). Come farò a staccarmi di punto in bianco? Ho paura che dopo mi sentirò ancora più svuotata, "deprivata sensorialmente", depressa anche fisiologicamente non so se mi spiego..perché perderei l'unica cosa eccitante (Anche se deleteria), l'unica emozione forte che in questo periodo ho nella mia vita. Mi ci vuole veramente tanta forza di volontà e spero di trovarla.
Scusate lo sfogo, so che sembra patetico perdere la voglia di vivere per un amore impossibile, ma solo chi l'ha provato può capire. In fondo non è la parte razionale a comandare quando succedono queste cose.. ci sto lavorando su comunque in analisi, ma è ancora troppo presto per capire ed elaborare. Ho bisogno di non isolarmi e invece tendo a farlo..chiusa nella mia ossessione. Scusate ancora lo sfogo.
 
Ciao, intanto non c'è nulla di cui scusarsi, anzi, apprezzo che tu ne voglia parlare qui con noi, visto l'argomento insolito. Che poi, non è così insolito come sembra quello che è capitato a te. Allora è inutile che stiamo qui a parlare di transfert e controtransfert, perché immagino tu sappia cos'è, anche se sei convinta di amare il tuo psichiatra. Io sono abbastanza convinto che non sia amore, ma un affetto importante dovuto al tuo modo di vivere la relazione, che deriva dal passato (questo vale soprattutto per la parte più turbolenta di questa storia, diciamo così) e che deriva dalle tue necessità e desideri. Sei arrivata da lui disperata, ti sei sentita ascoltata, capita, accettata per quello che sei, da una persona "importante" per il suo ruolo che in quell'ora di terapia era lì solo per te, per ascoltare te, per cercare di aiutarti. Anche da qui potrebbe nascere il tuo affetto.
Cosa fare?
In questi casi la risposta è una e una sola. Non ce ne sono altre. Tu devi dirlo al terapeuta e lui deve lavorare questo transfert o alla peggio indirizzarti da un collega.
Il fatto delle "moine" di cui parli può essere una tua distorsione della realtà. A tal proposito ti riporto il seguente articolo del codice deontologico degli psicologi:

Articolo 28
Lo psicologo evita commistioni tra il ruolo professionale e vita privata che possano interferire con l’attività professionale o comunque arrecare nocumento all’immagine sociale della professione. Costituisce grave violazione deontologica effettuare interventi diagnostici, di sostegno psicologico o di psicoterapia rivolti a persone con le quali ha intrattenuto o intrattiene relazioni significative di natura personale, in particolare di natura affettivo-sentimentale e/o sessuale. Parimenti costituisce grave violazione deontologica instaurare le suddette relazioni nel corso del rapporto professionale. Allo psicologo è vietata qualsiasi attività che, in ragione del rapporto professionale, possa produrre per lui indebiti vantaggi diretti o indiretti di carattere patrimoniale o non patrimoniale, ad esclusione del compenso pattuito. Lo psicologo non sfrutta la posizione professionale che assume nei confronti di colleghi in supervisione e di tirocinanti, per fini estranei al rapporto professionale.


Ora, anche se lui è uno psichiatra è ovvio che non può avere una relazione con te, quindi, o si lavora sul tuo transfert oppure dovrà valutare cosa fare. Tu non hai l'obiettività in questo momento, perché qualsiasi cosa farebbe o direbbe lui la interpreteresti a modo tuo.
Poi, a margine di questo, ci sarebbe da capire che tipo di relazioni e che tipo di rapporto hai avuto e hai con gli uomini.
Comunque, detto tutto questo, non pensare di essere strana, molte persone finiscono per innamorarsi del proprio terapeuta, fu proprio Freud a suo tempo a scoprire e dare un nome al transfert, questo anche se può sembrare un forte ostacolo alla terapia può essere utile per fornire elementi utili alla soluzione dei problemi.
Ora tu dirai, si ma io ora ci sto male, lo so, devi affrontare il problema in qualche modo. Io mi auguro, spero anzi voglio credere che tu abbia di fronte un professionista che saprà comportarsi nella maniera adeguata per il tuo bene.
Mi dispiace se quello che ti scrivo non è quello che vorresti sentirti dire, ma vorrei farti riflettere che quello che provi secondo me non è esattamente quello che pensi sia e che comunque ricordati che hai iniziato una terapia per stare bene, non peggiorare.
 
Sì sono d'accordo con te: la terapia la faccio x migliorare e non x peggiorare, è vero. Come sono d'accordo sul fatto che non sia Amore..la chiamerei piuttosto un'" ossessione amorosa", un desiderio forte e non tanto un affetto; è una dinamica un pò strana, una sorta di "amore-odio" che mi fa star male, unita alla rabbia (forse ingiustificata ma istintiva) per il suo atteggiamento rifiutante e, ultimamente, non disponibile. Lo psicanalista lo chiama un "Transfert erotizzato".
Comunque..lo so che non posso avere una relazione con lui, ormai l'ho accettato, cerco anche di essere il meno invadente possibile, ma ultimamente lui è davvero poco sensibile e questo mi fa stare molto male; non vorrei che fosse il suo modo per tenermi a distanza.
Comunque io non posso parlargli apertamente del mio sentimento, poiché lui prescrive solo farmaci e poi anche per il suo carattere; ne sto parlando, invece, con lo psicanalista.
Il problema è che penso di cambiare psichiatra, ma non so se ci riuscirò, da una parte mi aiuterebbe a dimenticarlo prima, però non è semplice perché si è instaurata una sorta di dipendenza nei suoi confronti. Vi terrò aggiornati se riuscirò a staccarmi.
Grazie Re Julien per non avermi fatto sentire strana
 
Anche per l'emetofobia forse il problema è che ci sentiamo "strani", dove per noi sta a indicare chissà cosa.
Come ti ho detto, non ti è successo nulla di così anomalo comunque! :) Come va?
 
Sì infatti :) Al momento va un pò meglio, grazie..la depressione non è più così forte e anche al dottore penso meno (almeno x ora). Non ho ancora deciso definitivamente se cambiare, anche per un motivo di terapia. Adesso valuterò la prossima volta come andrà, come si comporterà lui è quale sarà la mia reazione. Grazie mille!
 
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