• Questa community è solo un punto d'incontro per persone che soffrono di emetofobia e non può essere considerata come terapia per superarla, per questo consigliamo sempre di consultare uno specialista. Buona navigazione a tutti. ;)

Felice di far parte di questa comunità...

Sanny

Iscritto
Salve, mi chiamo Sanny e sono di Ischia. Qualcuno di voi sicuramente forse conoscerà la mia bella isola. In questi giorni pensavo spesso alla mia problematica. Sebbene ci convivo ormai da tanti anni, la paura è sempre in agguato. Di certo non mi faccio condizionare del tutto. Ho viaggiato con la nausea e il terrore di poter vomitare. Sono stato affetto da attacchi di nausea protratti per oltre 3 ore e un pò cercando di mantenere la calma, un pò iperventilando, sono ben 30 anni esatti che non vomito. Ho sviluppato una sorta di resistenza dall'ultima volta che mi è accaduto, all'età di 11 anni esattamente, evento che mi ha un pò traumatizzato. Quest'anno ne compierò 40 e per certi aspetti la questione è lievemente peggiorata. Ho il cardias incontinente e mi capita, anche se più raramente di alzarmi di notte perchè tutto il cibo risale. Faccio due passi per 10 min, qualche ruttino e torno a letto. Vado avanti e ci convivo ma onestamente vorrei tanto non avere paura di vomitare. So che ce ne sono tanti in giro come me, in condizioni anche peggiori. Mantengo un'alimentazione corretta perchè sono un atleta, quindi non bevo alcol e ne fumo e non per paura di vomitare ma perchè non mi darebbe ebrezza ubriacarmi (mai preso una sbronza in vita mia). Di rado una birra al massimo se sono in compagnia, mi piace il sapore. Il fattore psicologico ho capito che è determinante in questa fobia e in tante altre. Controllare le proprie emozioni è un grande punto a favore ma non risolve il problema. Mi rivolgo allo STAFF di questo sito: sono nuovo, ho letto alcune esperienze personali, qualche presentazione. Quello che mi chiedevo e se avete mai organizzato incontri dal vivo in qualche regione della penisola o se avete mai pensato di farlo? A me interesserebbe molto conoscere dal vivo altre persone che come me, chi meglio o chi peggio, affrontano questo demone... Un confronto reale e non virtuale penso potrebbe aiutare molto a prescindere. Non so esattamente come si cura questa fobia, ma vorrei tanto scoprirlo.

Auguro a tutti una bella giornata.
 
Salve, mi chiamo Sanny e sono di Ischia. Qualcuno di voi sicuramente forse conoscerà la mia bella isola. In questi giorni pensavo spesso alla mia problematica. Sebbene ci convivo ormai da tanti anni, la paura è sempre in agguato. Di certo non mi faccio condizionare del tutto. Ho viaggiato con la nausea e il terrore di poter vomitare. Sono stato affetto da attacchi di nausea protratti per oltre 3 ore e un pò cercando di mantenere la calma, un pò iperventilando, sono ben 30 anni esatti che non vomito. Ho sviluppato una sorta di resistenza dall'ultima volta che mi è accaduto, all'età di 11 anni esattamente, evento che mi ha un pò traumatizzato. Quest'anno ne compierò 40 e per certi aspetti la questione è lievemente peggiorata. Ho il cardias incontinente e mi capita, anche se più raramente di alzarmi di notte perchè tutto il cibo risale. Faccio due passi per 10 min, qualche ruttino e torno a letto. Vado avanti e ci convivo ma onestamente vorrei tanto non avere paura di vomitare. So che ce ne sono tanti in giro come me, in condizioni anche peggiori. Mantengo un'alimentazione corretta perchè sono un atleta, quindi non bevo alcol e ne fumo e non per paura di vomitare ma perchè non mi darebbe ebrezza ubriacarmi (mai preso una sbronza in vita mia). Di rado una birra al massimo se sono in compagnia, mi piace il sapore. Il fattore psicologico ho capito che è determinante in questa fobia e in tante altre. Controllare le proprie emozioni è un grande punto a favore ma non risolve il problema. Mi rivolgo allo STAFF di questo sito: sono nuovo, ho letto alcune esperienze personali, qualche presentazione. Quello che mi chiedevo e se avete mai organizzato incontri dal vivo in qualche regione della penisola o se avete mai pensato di farlo? A me interesserebbe molto conoscere dal vivo altre persone che come me, chi meglio o chi peggio, affrontano questo demone... Un confronto reale e non virtuale penso potrebbe aiutare molto a prescindere. Non so esattamente come si cura questa fobia, ma vorrei tanto scoprirlo.

Auguro a tutti una bella giornata.
Ciao Sanny, benvenuto nella comunità! :)
Parto dal fatto che non sono mai stata ad Ischia ma i miei nonni (fino al 2019) andavano tutti gli anni: isola splendida! Mi portavano sempre a casa tonnellate di caramelle al limone, ottimo aiuto per controllare la nausea!
Comunque, mi dispiace molto per ciò che tu sei costretto a vivere da oltre 30 anni. La nostra è una condizione davvero subdola, oltre a non essere completamente compresi dagli altri veniamo talvolta "criticati" per alcune scelte di vita come, ad esempio, non bere durante una festa per celebrare una vittoria, non provare a fare un tiro da una sigaretta, declinare un invito a cena, causa ansia.
Hai mai pensato di intraprendere un percorso psicologico?

Per quanto riguarda i raduni: alcuni membri del forum e io, ci siamo incontrati a Milano il 1 giugno, essendo tutti del nord, tuttavia abbiamo l'intenzione di allargare i raduni, toccando tutte le zone d'Italia. Di solito, nei raduni passati, sentivo che si incontravano a metà strada! :)
 
Grazie infinite per avermi accolto in questa comunità. Ti dirò, non mi sono privato di tante cose che avrebbero potuto causarmi vomito(tipo una canna sporadicamente), per il fatto che essendo passati tanti anni, riesco a controllare perfettamente il mio corpo, anche se talvolta con paura. Probabilmente non vomiterò mai più nella mia vita ma avere paura che possa succedere, il solo pensiero che debba rigurgitare del cibo, mi spaventa. Non ho mai intrapreso un percorso psicologico e non avrei nemmeno il denaro per farlo onestamente. In tarda età, sono ritornato sui libri dopo vent'anni di ozio e tutti i soldi che possiedo e che riesco a guadagnarmi(lavoricchiando), li sto impiegando per questo percorso formativo. Una volta mi dissero che se vomitassi, molto probabilmente risolverei questo problema per sempre, ma potrebbe anche essere il contrario. Se a 11 anni ne sono stato traumatizzato e non avevo la consapevolezza di oggi, a 40 anni come la prenderei? Ci sono persone che vomitano con una semplicità allucinante ma poi soffrono di vertigini, oppure hanno paura del mare, di mettere il piede il acqua. Nel 2005 praticavo parkour ed entrai in una classifica dei 10 migliori traceur italiani. Saltavo da un tetto ad un altro, capriole per strada. Mi tuffavo in acqua da scogli alti 20-25 metri e attualmente pratico surf. La vita è bizzarra... Qualcuno mi ha anche criticato per questa mia fobia, proprio come hai detto tu. Se vedo una persona che si sente male, la aiuto, magari cerco di non guardare il vomito, ma intanto le tengo la testa e cerco di rassicurarla. In qualche modo, affronto questo demone... ma con molta difficoltà e riluttanza. Se si dovesse organizzare un incontro a Napoli o a Roma al massimo, parteciperei con immenso piacere. Qui mi sento molto solo, in tutti i sensi... La meditazione aiuta tanto, l'ho scoperto qualche anno fa.
 
Grazie infinite per avermi accolto in questa comunità. Ti dirò, non mi sono privato di tante cose che avrebbero potuto causarmi vomito(tipo una canna sporadicamente), per il fatto che essendo passati tanti anni, riesco a controllare perfettamente il mio corpo, anche se talvolta con paura. Probabilmente non vomiterò mai più nella mia vita ma avere paura che possa succedere, il solo pensiero che debba rigurgitare del cibo, mi spaventa. Non ho mai intrapreso un percorso psicologico e non avrei nemmeno il denaro per farlo onestamente. In tarda età, sono ritornato sui libri dopo vent'anni di ozio e tutti i soldi che possiedo e che riesco a guadagnarmi(lavoricchiando), li sto impiegando per questo percorso formativo. Una volta mi dissero che se vomitassi, molto probabilmente risolverei questo problema per sempre, ma potrebbe anche essere il contrario. Se a 11 anni ne sono stato traumatizzato e non avevo la consapevolezza di oggi, a 40 anni come la prenderei? Ci sono persone che vomitano con una semplicità allucinante ma poi soffrono di vertigini, oppure hanno paura del mare, di mettere il piede il acqua. Nel 2005 praticavo parkour ed entrai in una classifica dei 10 migliori traceur italiani. Saltavo da un tetto ad un altro, capriole per strada. Mi tuffavo in acqua da scogli alti 20-25 metri e attualmente pratico surf. La vita è bizzarra... Qualcuno mi ha anche criticato per questa mia fobia, proprio come hai detto tu. Se vedo una persona che si sente male, la aiuto, magari cerco di non guardare il vomito, ma intanto le tengo la testa e cerco di rassicurarla. In qualche modo, affronto questo demone... ma con molta difficoltà e riluttanza. Se si dovesse organizzare un incontro a Napoli o a Roma al massimo, parteciperei con immenso piacere. Qui mi sento molto solo, in tutti i sensi... La meditazione aiuta tanto, l'ho scoperto qualche anno fa.
Dicono che se affronti la paura poi la supererai, ad esempio: ho paura ad andare sulle montagne russe, salgo, capisco che è divertente e la paura è superata. NO. Questo ragionamento che fanno molte persone non penso sia l'approccio corretto per superare la nostra fobia, molto arcaica, che s'insinua dentro di noi da molto tempo. La cosa di cui abbiamo più bisogno è il supporto e la vicinanza e, nel migliore dei casi, un percorso psico-terapeutico il quale, ovviamente, richiede sacrifici, soprattutto, come dici tu, in termini economici!
Comunque complimenti! Nonostante tutto non hai mai mollato le tue passioni e non ti sei mai privato di nulla, complimenti inoltre per il percorso accademico che hai cominciato! :)
Per quanto riguarda i raduni, il "boss" del forum è di Roma e l'intenzione di fare un incontro lì ci è balenata più volte come idea! :)
 
Sono pienamente d'accordo con te. Non può essere paragonato ad un salto nel vuoto. Credo sia soprattutto questione di accettazione. Io non accetto di vomitare, lo trovo innaturale e per questo rifiuto l'abominevole gesto :p . Il poter parlare con qualcuno che ha la mia stessa problematica mi rende molto felice credimi. Pensa che quando sono stato alle canarie per la seconda volta, mi sono fatto più di 3 ore di volo con la nausea in quell'angusto e stretto abitacolo. Stomaco vuoto e terrore di ingerire qualcosa. Il fattore psicologico è determinante in una fobia, perchè può alterarla e trasformarla in un incubo. Sono molto determinato e quando voglio fare una cosa, affronto l'ostacolo senza tirarmi indietro. Il"Boss" anche lui è emetofobo come noi? A proposito come ti chiami? Se si può sapere ovviamente...
 
Ciao Sanny.
Ti ammiro molto perché nonostante questa fobia tu sei in grado di aiutare una persona che sta male, per me è impensabile tenere la testa a qualcuno che sta vomitando.
È brutto da dire ma piuttosto lo lascerei lì da solo in difficoltà, e ma cosa che mi ferisce maggiormente è che farei lo stesso anche se la persona in questione fosse un mio caro.
Per quanto riguarda il “guarirai quando vomiterai” è una grandissima cavolata che dice la gente che non sa e per esperienza personale ti dico che non funziona minimamente. Sento ogni giorno gente che mi consiglia delle cure, l’ultima castronata che sono stata costretta ad ascoltare è stata quella di stare in una stanza con tante persone che vomitano, santo cielo piuttosto preferirei morire e non scherzo.
Mi sento di dire che anche il mio corpo fa di tutto per non star male e non comprendo chi dice di avere questa fobia e poi ha episodi di emesi ogni settimana.
 
Buongiorno, grazie anche a te per avermi scritto. Ti dirò, non ho un gran coraggio nell'affrontare questo scoglio, ma di certo non mi faccio condizionare totalmente da esso. Cerco sempre di mantenere la calma innanzi tutto, ma in situazioni di emergenza bisogna, anche se è difficile, mettere da parte se stessi per il bene del prossimo. Per quanto riguarda lo stare in una stanza con tante persone che vomitano lo trovo folle, ma a che pro poi? Nel vedere gli altri e sentire la puzza di vomito dovrebbe inevitabilmente far vomitare anche me. Credo però, un metodo simile non sia di aiuto, piuttosto potrebbe seriamente traumatizzare una persona. Fondamentalmente chi è emetofobo difficilmente o se non raramente vomita. Io ad esempio sono 30 anni che non rigurgito cibo. Ho imparato a controllare il mio corpo a gestire questa cosa, ma l'ho fatto negli anni e sempre con la paura. A te capita qualche episodio o come me è da tanto che non succede?
 
Sono pienamente d'accordo con te. Non può essere paragonato ad un salto nel vuoto. Credo sia soprattutto questione di accettazione. Io non accetto di vomitare, lo trovo innaturale e per questo rifiuto l'abominevole gesto :p . Il poter parlare con qualcuno che ha la mia stessa problematica mi rende molto felice credimi. Pensa che quando sono stato alle canarie per la seconda volta, mi sono fatto più di 3 ore di volo con la nausea in quell'angusto e stretto abitacolo. Stomaco vuoto e terrore di ingerire qualcosa. Il fattore psicologico è determinante in una fobia, perchè può alterarla e trasformarla in un incubo. Sono molto determinato e quando voglio fare una cosa, affronto l'ostacolo senza tirarmi indietro. Il"Boss" anche lui è emetofobo come noi? A proposito come ti chiami? Se si può sapere ovviamente...
Esatto. Ognuno ha i propri timori: c'è chi trova raccapricciante vedere un ragno, c'è chi trova assurdo sentire un rumore fastidioso, c'è chi ha paura del vomito. Logicamente questa condizione va letta in termini psicologici; anni fa, il mio vecchio terapeuta mi disse "fondamentalmente, la paura che hai è un qualcosa di più profondo, a te non frega niente del vomito". Dargli torto? Non me la son sentita. Di solito gli emetofobici hanno il terrore di perdere il controllo, devono avere tutto pianificato e controllato e penso che questa "ossessione" getti le basi circa la fobia.
Il fondatore del forum era emetofobico, ora usa la sua esperienza e la sua tenacia per aiutare le persone che stanno passando periodi bui. Penso che questo forum sia stato uno dei regali più belli mai ricevuti e il merito va a lui! :)
Mi chiamo Francesca!
 
Sicuramente oltre al gesto in se per se che non accetto è anche il fatto che una volta innescato non si controlla. E' un pò simile al meccanismo dell'eiaculazione (scusa se ho usato questo esempio). C'è un punto di non ritorno, oltre il quale una volta andato avanti non puoi fermarti. Nel vomito però, i conati possono essere anche interminabili. Mio fratello spesso ha preso la gastroenterite ed anche a stomaco vuoto rimetteva succhi gastrici ugualmente senza mai fermarsi. Questo è ciò che mi spaventa oltre ad avere disgusto nella vista del vomito. Sono diverse sensazioni che odio letteralmente in questo gesto. La mia curiosità adesso è: Il fondatore del forum vomita tranquillamente senza paura? Oppure non vomita e mantiene la calma quando gli succede qualcosa?
 
Ciao Sanny, benvenuto su questo forum! Io l'ho scoperto lo scorso autunno, ma soffro di emetofobia da ben 10 anni ormai (il prossimo 24 luglio saranno esattamente 10 anni dall'ultima volta in cui stetti male). Per moltissimi anni mi sono auto-isolata, rinchiusa in casa il più possibile in una sorta di eterno lockdown, e ogni uscita serale l'ho vissuta come un'agonia, perchè non mi sentivo a mio agio a stare a cena fuori o ad andare in giro per locali. Questa fobia mi è scattata nel momento in cui ho dovuto lasciare la mia casa e i miei affetti più cari per iniziare l'università in una città lontana (che ho poi abbandonato dopo il primo anno, per tornare nel mio paese). Grazie alla psicoterapia ho compreso che l'emetofobia per me non è tanto la paura di stare male, quanto la paura che mi possa succedere qualcosa di brutto quando esco di casa, dunque quando devo staccarmi da mia mamma (fulcro, disfunzionale, della mia intera vita). Nel novembre del 2019 ho avuto il coraggio di andare a vivere a casa di mio papà, dopo l'ennesima discussione con mia madre: a distanza di un anno e mezzo posso dire di aver fatto bene, era uno step necessario che dovevo fare, seppur sofferente e obbligato, non tanto voluto. Ho fatto più passi avanti nell'ultimo anno e mezzo che negli 8 anni precedenti. Ora però che mi trovo in una situazione mentale migliore, sto sviluppando un'ulteriore impazienza: quando ero nei momenti più bui, non vedevo l'ora che tutto finisse, e da un lato pensavo che nulla sarebbe mai cambiato in positivo, ma dall'altro lato ero impaziente di vivere la vita che nella mia testa avrei voluto, ossia senza la fobia e senza l'ansia e il panico conseguenti. Ora che ho ridotto all'osso le mie amicizie per tagliare fuori tutte quelle malsane, ora che mi sono laureata anche alla magistrale e sto finalmente concentrandomi su me stessa, su ciò che voglio davvero fare io e non per fare contenti i miei genitori, ora che sono pronta per fare nuove conoscenze, ampliare la mia rete per fare nuove esperienze...ho di nuovo sviluppato impazienza, e su questo dovrò lavorare: impazienza di avere il lavoro che mi faccia sentire appagata ed economicamente indipendente, impazienza di trovare amicizie nuove per poter girare di più nel fine settimana quando quelle 2/3 amiche fisse che ho non sono disponibili, impazienza di trovare una persona da frequentare, con la quale stare finalmente bene dopo molti anni...eppure devo darmi una calmata. Perchè se è vero che le cose arrivano soltanto agendo (cosa per me nuova, perchè per tanti anni sono stata immobile, paralizzata dalla fobia, concentrata solo su quella e sugli esami da dare in università) è altrettanto vero che le cose belle richiedono tempo...pazienza...sacrifici...resilienza. Proprio quando penso di essere arrivata al mio momento migliore, ecco che l'ansia da emetofobia rifà capolino e mi ricorda di rallentare perchè ho ancora molto da fare. Nessuno mi ha insegnato l'educazione emotiva e affettiva corretta, funzionale, quindi è necessario che io stessa ci lavori molto più a lungo per raggiungerla.
Sono comunque d'accordo con Francesca sulla psicoterapia e ti dico che sono sempre stata nella tua stessa condizione: i miei genitori non avrebbero accettato di pagarmi le sedute per un percorso lungo anni, poichè non comprendono il mio malessere interiore. Per questo, in tutti questi anni, sono sempre andata da una psicologa del c.p.s. (dovrebbe essercene uno anche dove abiti tu), pagando solo il ticket. Addirittura nell'ultimo anno, andandoci solo una volta al mese o più, non mi ha più nemmeno chiesto di pagare quello. Certo, in alcuni momenti mi è sembrata assente o interessata solo a guardare l'orologio per far finire in fretta la seduta, ma al momento non sono ancora autonoma economicamente da poter fare una scelta diversa, così traggo gli elementi positivi dai colloqui con lei e mi aiuto con gli articoli di psicologia che trovo online.
Infine, concordo anche con la follia della frase "se vomiti allora ti passa la fobia": per moltissimi anni ho frequentato locali e discoteche in cui ho visto gente stare male e non mi sono mai abituata alla vista del vomito. 2 anni fa ho fatto la mia prima gastroscopia e, ahimè, sono stata tutto il tempo cosciente (credo mi abbiano fatto una sedazione fin troppo leggera), quindi ho "vomitato" aria per tutto il tempo, e posso garantire che è stata l'esperienza medica più brutta della mia vita (e purtoppo ne ho avute altre in passato diverse da quella ma che non mi hanno traumatizzata così!). Durante la biopsia il medico mi disse anche che ho un esofago piuttosto stretto e lì ho pensato subito "ah ecco perchè forse quando mi è capitato di star male nella mia vita sono stata effettivamente così male da farmi pensare che il vomito sia la cosa peggiore che possa capitare ad un essere umano!". Anche io, come te, lo trovo un atto innaturale e "schifoso" e odio il pensiero che possa capitare da un momento all'altro per i più svariati motivi...anche la dissenteria è così, ma almeno qualche segnale per arrivare al primo bagno disponibile lo dà! Ecco perchè odio (e mi dispiace usare questa parola così forte) gli ubriachi (discoteche e non): perchè vedo che non hanno il controllo del loro corpo e ho paura che da un momento all'altro rimettano lì, esattamente nel punto in cui sono: in piedi, seduti, in fila per il bancone, in bagno, sulla macchina, addosso a me, ecc.
 
Ciao Eleonora, grazie per il benvenuto. Ho letto attentamente la tua esperienza e probabilmente questa paura si sviluppa in forme diverse, soggettive, ma personalmente credo che nel mio caso non sia legata a nessun evento specifico della vita. Non voglio avere la presunzione di conoscermi totalmente, perchè mi mancano sicuramente dei tasselli. La restante dei problemi e insicurezze che ci accompagno nella vita non penso siano legati a questi paura e ti spiego subito il perchè. Ho analizzato attentamente la mia vita, il mio caso, svariate volte. La mia conclusione è stata questa: Quando ero bambino, età di circa 4 anni vomitai un paio di volte e ho dei ricordi, dei flash di quegli eventi, parzialmente nitidi. Tu mi dirai: Come fai a ricordare cose di quando avevi 4 anni? Nel mio database ho ricordi chiari addirittura dei miei 3 anni di vita. Bizzarro vero? La distanza da quando vomitai da bambino a quando poi mi successe a 11 anni è di circa 7 anni. Un periodo piuttosto lungo direi. A 4 anni non hai un minimo di coscienza e consapevolezza. Teoricamente non ce l'hai nemmeno a 11 ma sei già più grande. Fatto sta che a 11 anni questo evento mi ha traumatizzato. La spiegazione sta nel fatto che se io avessi vomitato spesso nell'arco di quei 7 anni, sarei cresciuto affrontando quel gesto con naturalezza mentre dopo tanti anni di pausa, mi ha sconvolto totalmente quando mi è accaduto nuovamente. Forse dovrei fare un salto indietro, una sorta di regressione nel mio passato per risolvere il problema, non lo so. So solo che la mia paura esiste non perchè temo di non rivedere un familiare o di rimanere solo o qualcos'altro. Io ho paura di vomitare perchè mi fa schifo il vomito e non accetto questo gesto. Quando sono per strada non me ne frega nulla se ho nausea e sto in mezzo alla gente, non sarebbe per me una vergogna vomitare in pubblico, bensì sarebbe una catastrofe farlo, compiere la manovra. Pensa che quando vomitai l'ultima volta, avevo un rosario su comodino, lo tenni stretto nelle mani tutto il tempo e pregavo che non mi accadesse più perchè davvero mi spaventai, ma vomitai altre due volte nelle ore successive. Per anni avevo paura di mangiare le lenticchie, quando invece fu il caffè, schifoso ed amaro che bevvi quel giorno per farmi grande mentre ero con mio padre a lavorare. Il caffè assoluto non posso berlo, mi provoca una sovra eccitamento gastrico, ma qualche goccia nel latte mi tira anche su. Le lenticchie poi le ho iniziate nuovamente a mangiare ma senza pasta perchè mi piacciono di più :p. Morale della favola sono ancora quel ragazzino di 11 anni che rifiuta il vomito ma che affronta le sue paure a testa alta senza privarsi di vivere. Vorrei solo stare più calmo e non aver paura di vomitare. Ci sono dei momenti che credo svuotare lo stomaco faccia proprio bene ed invece devo fare i chilometri per digerire...questo non va bene...
 
Sicuramente oltre al gesto in se per se che non accetto è anche il fatto che una volta innescato non si controlla. E' un pò simile al meccanismo dell'eiaculazione (scusa se ho usato questo esempio). C'è un punto di non ritorno, oltre il quale una volta andato avanti non puoi fermarti. Nel vomito però, i conati possono essere anche interminabili. Mio fratello spesso ha preso la gastroenterite ed anche a stomaco vuoto rimetteva succhi gastrici ugualmente senza mai fermarsi. Questo è ciò che mi spaventa oltre ad avere disgusto nella vista del vomito. Sono diverse sensazioni che odio letteralmente in questo gesto. La mia curiosità adesso è: Il fondatore del forum vomita tranquillamente senza paura? Oppure non vomita e mantiene la calma quando gli succede qualcosa?
Capisco ciò che dici. L'emetofobia infatti è sinonimo di "ho paura di perdere il controllo".
Un emetofobico, di solito, è tranquillo se ha tutto ben pianificato e controllato! Non sopportiamo l'idea che un qualcosa possa accadere senza che noi possiamo controllarla, prevenirla, prevederla.
Sì, quando si esce dal vortice della fobia poi, solitamente, rimetti senza problemi.
 
Dopo tanti anni che l'organismo si è in qualche modo condizionato a non vomitare, come è possibile che ciò possa accadere nuovamente? Una volta un osteopata mi disse che non vomitare è un bene perchè lo sforzo porta conseguenze alla gola, ai capillari degli occhi e l'acido cloridrico corrode i denti, irrita gola ed esofago. Tu da quanto tempo non vomiti?
 
Dopo tanti anni che l'organismo si è in qualche modo condizionato a non vomitare, come è possibile che ciò possa accadere nuovamente? Una volta un osteopata mi disse che non vomitare è un bene perchè lo sforzo porta conseguenze alla gola, ai capillari degli occhi e l'acido cloridrico corrode i denti, irrita gola ed esofago. Tu da quanto tempo non vomiti?
Diciamo che se vomiti spesso puoi incappare in questi rischi. Ad esempio, le bulimiche hanno i denti abbastanza messi male.
Io non vomito dal gennaio 2008, avevo 12 anni.
4 anni fa però ci sono andata molto vicina, anzi, devo dire che è capitato ma in maniera impercettibile o meglio, stavo talmente male che non c'ho prestato attenzione.
 
Che ti successe? Quindi è dal 2008 che non vomiti...Io avevo un anno in meno di te quando mi successe...1992
 
Che ti successe? Quindi è dal 2008 che non vomiti...Io avevo un anno in meno di te quando mi successe...1992
Allora nel 2008 presi un virus gastrointestinale potente, come anche nel 2017, a novembre.
Dunque il virus è uno dei miei più grandi terrori perchè sai che non puoi controllare la duplicazione di un microrganismo nel tuo corpo e, quest'ultimo, per forza, deve eliminarlo perchè tossico. Dunque se ci pensiamo è un meccanismo di difesa.
D'altro canto questi episodi son sempre accaduti di notte, dunque anche la notte la concepisco come una parte della giornata in cui il controllo viene a meno (ad esempio: c'è buio, la gente dorme, c'è meno probabilità che qualcuno venga ad aiutarti se dovessi star male)...
son tutti ragionamenti che innescano un circolo vizioso di altri rimuginii...

Hai avuto, per caso, genitori ansiosi?
 
I virus gastrointestinali non è detto che portino vomito. La prima risposta dell'organismo è la nausea. Il vomito è una conseguenza ma se una persona non riesce a controllare il proprio corpo. In 30 anni mi è capitato anche a me di prendere qualche patogeno, ma più di avere nausea non è successo null'altro, sempre perchè sono io che non voglio che accada. I miei genitori non sono mai stati ansiosi e non lo sono tutt'ora. In certe situazione può accadere che mia madre si allarma un pò ma non è una cosa costante per ogni sciocchezza. Comunque la mente è il computer che regola tutto. Puoi controllare tantissime cose con il pensiero o col non pensiero. E' una cosa soggettiva. Il caldo, il freddo, la paura, la fame, dolore ect... sono sensazioni oltre che stimoli.
 
Ciao Sanny,
benvenuto!
Qui di sicuro troverai un po' di sostegno :)
La tua storia è molto interessante e devo dire che il tratto fobico risulta quasi sorprendente perché mescolato a una dose importante di controllo che però, dalle tue parole, a me pare emergere in modo davvero centrato.
Per farti capire, sono una persona piuttosto portata alla riflessione, ma quando si tratta di virus gastrointestinale tutto riesco a fare tranne che razionalizzare.
È inutile, non ce la faccio e non riesco a parlarne in modo misurato come fai tu.
È solo un esempio... probabilmente le tue molle sono altre.
Cos'è che ti spaventa davvero? E cosa ti fa perdere il controllo? Probabilmente dobbiamo parlare di questo.
Grazie per il confronto e a presto
 
Buongiorno Chiara e grazie anche a te per il benvenuto e per la possibilità di scambiare qualche opinione.
Il controllo che possiedo scaturisce dalla paura. Semplicemente il non voler vomitare mi ha condotto col tempo a bloccare questo gesto. In realtà dopo l'ultima volta, ho lentamente iniziato a sviluppare resistenza. Quando mi capitava di avere nausea, o eccessivo gonfiore, iniziavo a fare dei respiri profondi e camminare pensando di non voler vomitare. Tutto qui! Col passare del tempo questa tecnica si è rivelata molto utile anche per mantenere la calma in altre situazioni, ma generalmente sono abbastanza coraggioso per tanti altri aspetti. Il vomito è l'unico nemico che ho, anche se una volta mi dissero che dovevo vederlo come un amico. Mi immagino la scena: Dopo aver annaffiato abbondantemente la tazza del WC, mi inchino a lui, lo saluto e gli dico: <<Salve amico mio, ti aspettavo con ansia...dove eri finito?>> :-D La mente ha un grande potere, può controllare il dolore, la paura, e tante altre funzioni del corpo. Ho praticato meditazione per anni, altro aspetto che aiuta tanto. La paura però di rigurgitare qualcosa, resta sempre. Non ho risolto questo problema. A te cosa spaventa di preciso? Da quanti anni non vomiti? Presumo tu sia mia coetanea... A fianco al tuo nome leggo 80. Io sono dell'81.
 
L'emetofobia è esplosa circa 8 anni fa quando sono diventata madre per la prima volta. Ho sempre avuto un rapporto difficile con l'emesi, ma il tratto patologico è emerso quando ho iniziato ad affrontare i malanni dei miei figli. Ho 41 anni e non vomito da più di venti, ma questa forma di controllo crolla miseramente nel momento in cui quello che temo ne è chiaramente al di fuori.
Sono d'accordo con te sul fatto che vedere il nemico come un amico oltre a essere improbabile sarebbe sterile dal momento che penso che sia più o meno chiaro a tutti noi che non è l'emesi in sé a darci problemi piuttosto quello che essa rappresenta.
E capire quel qualcosa...cosa sia esattamente è una sfida notevole.
 
Indietro
Alto