• Questa community è solo un punto d'incontro per persone che soffrono di emetofobia e non può essere considerata come terapia per superarla, per questo consigliamo sempre di consultare uno specialista. Buona navigazione a tutti. ;)

Emetofobia e relazioni

Alla fine anche io sto cercando di non dare più scuse, se non ho fame non ho fame, chiuso. Anche se ultimamente sono rientrata nel circolo "oddio, ho paura di mangiare fuori con l'ansia e se sto male, tutti mi chiederanno perché non mangi", ma alla fine ci vado e mangio menefregandomi di chi mi sta attorno. Maledetta ansia anticipatoria...
Comunque il giudizio altrui me lo sto facendo scivolare di dosso, se hai fame bene, sennò amen. Mangi quel che arrivi.
 
Io detesto quando le persone mi guardano mangiare e fanno 'ma perche mangi così poco? ma che hai? stai male?' o le frasi noiosissime di chi pensa che io sia fissata col mio peso e sia una di quelle ragazze che non mangia per andare sottopeso :emoji_expressionless: Poi quando sei in una famiglia di mangioni è il peggio, mi sento perennemente osservata, ma cavolo, non potete lasciarmi in pace?
 
Probabilmente con le persone in generale sì, magari è solo una mia impressione, ma con la mia famiglia invece, purtroppo no, mi tartassano di domande come se fossi malata di anoressia (sono nel mio peso giusto), perchè secondo la loro mente geniale dato che loro mangiano anche il tavolo, devon fare tutti così
 
i tartassano di domande come se fossi malata di anoressia (sono nel mio peso giusto), perchè secondo la loro mente geniale dato che loro mangiano anche il tavolo, devon fare tutti così
ahah ahah mi fai morire :D Le mie zie magro-fobiche fanno così con me. Cucinano come se ci fosse un matrimonio..e vista la consistenza considerevole del pranzo, mi chiedono pure con aria sorpresa e alquanto infastidita ,come non sia riuscito a mangiare ciò che di norma mi basta per una settimana...in un solo pranzo.:eek:
 
in un certo senso è come se volessimo proteggerci dal dover star male per compiacere gli altri, ovvero dal doverci sentire troppo pieni per adempiere al pasto sociale. A me costa ogni volta dover dire "basta" o "no" nel cibo come in tutte le relazioni, se qualcuno mi invita a fare qualunque cosa mi sento in colpa a rifiutare perché nel mio cervello sarebbe un oltraggio e perderei un'occasione. Purtroppo sono stata cresciuta con l idea che gli altri mi facessero sempre un favore ad es a invitarmi, come se io valessi talmente poco e fosse una carità quasi essere considerata (ho una disabilità fisica che mi crea difficoltà nel camminare, non posso correre o fare troppi sforzi). Quindi tutto ciò ha aggravato la mia bassa autostima. Il rifiuto di esagerare con il cibo è quasi un tentativo inconscio di riuscire a mettere dei limiti alle richieste altrui e un riconoscere di esistere e avere paure/necessità/bisogni.
 
Ti capisco, anch'io provo un senso di colpa ogni volta che dico di no oppure non voglio fare qualcosa, mi sembra di sprecare occasioni e di fare un torto alla gente e di conseguenza vivo molto male i "rifiuti" , quasi come se mi stessero abbandonando o rifiutando la mia persona. È chiaramente un problema su cui lavorare ed è chiaro che è tutto collegato. Però sono questi i punti su cui dobbiamo lavorare e non focalizzarci sul v in sé, noi abbiamo pensato che fosse quello il problema ma in realtà è solamente il riflesso di disagi più grandi (come vediamo gli altri e noi stessi, il valore che diamo a noi stessi, come vivuamo le relazioni e le aspettative che ci creiamo). Io al momento mi sto concentrando su questi punti con il mio terapeuta.
 
I rifiuti li viviamo male perché fanno scattare in noi i sensi di colpa. I sensi di colpa a loro volta pesano sul giudizio che noi diamo a noi stessi.
Non bisogna vedere il rifiuto come un'occasione persa, ma come un prendersi cura di un nostro bisogno. ;)
 
Anche a me a volte succede, mi dispiace che magari preparino più cibo pensando che io mangi quanto loro, ma non sono obbligata alla fine, nessuno di noi lo è, l'importante è pensare a quello che ci fa bene, non se agli altri possa far piacere o meno
 
@GraceDL qui riprenderei il mio post quindi non mi dilungo....il mio grosso dubbio è dire o non dire, perchè ognuna delle due opzioni per me avrebbe dei pro e dei contro.
Naturalmente si parla solo di un ristrettissimo gruppo di persone.
La "mia persona" sa che ho delle fobie, lui stesso ne ha.....ma io questa nello specifico non riesco a dirla. Ci giro attorno ma zero.

Noto ora questo messaggio, e vorrei dire: se ci si vergogna di dirlo (anche io ho fatto una fatica bestiale a parlarne con la mia fidanzata perchè mi vergognavo e cmq ci torno sopra meno possibile perchè comunque me ne vergogno), suggerisco di catalogare il problema sotto la voce -più politically correct- "problemi di ansia/crisi di panico": non è una bugia perchè è strettamente correlato, ma viene socialmente compreso senza problemi perchè assai comune. Poi, con il tempo, ci si può aprire alla persona che sta al nostro fianco ampliando il concetto ("non è solo ansia, la mia è una paura più profonda, che comprende la paura di..." e lo si spiega).
 
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