• Questa community è solo un punto d'incontro per persone che soffrono di emetofobia e non può essere considerata come terapia per superarla, per questo consigliamo sempre di consultare uno specialista. Buona navigazione a tutti. ;)

Ciao a tutti e buon anno!

In coppia la vivo benissimo perché lui mi ha sempre capita anche se ha fatto fatica all'inizio ma ora mi aiuta molto. Ed essendo l'unico tra le persone che conosco che conosce di questa fobia è il mio punto di forza in ogni momento e cerca sempre di tranquillizzarmi ed evitare alcune cose che mi fanno venire più ansia .. piano piano inizieremo a smettere di evitare per ora facciamo così
è una fortuna avere una persona accanto che ti comprende...certo, come dici giustamente, dovrete trovare il modo di affrontare anche le cose che per ora ti mettono più ansia, ma sapere di poter contare su di lui è davvero cosa rara da trovare, credimi! Piano piano, senza pretendere troppo da te stessa, vedrai che ce la farai!
 
è una fortuna avere una persona accanto che ti comprende...certo, come dici giustamente, dovrete trovare il modo di affrontare anche le cose che per ora ti mettono più ansia, ma sapere di poter contare su di lui è davvero cosa rara da trovare, credimi! Piano piano, senza pretendere troppo da te stessa, vedrai che ce la farai!
Mi impegnerò al massimo grazie !!
 
Ciao Eleonora!
Immagino quanto tu stessa possa odiare tanto il vomito, la sua esistenza, dal momento che la paura e l'ossessione che lui si ripresenti, ti ha fatto vivere questi anni così belli, così spensierati, che dovrebbero essere costituiti solo da esperienze positive e vita serena, in modo completamente scostante dalle aspettative che ti eri prefissata.
Forse, la chiave è proprio questa, lavorare sul fatto che l'emesi è un meccanismo mi suona male dirlo ma d'altronde è così: naturale, che esiste da anni, millenni e millenni di anni, magari anche gli uomini primitivi, anzi, togliamo il magari: anche gli uomini primitivi vomitavano e, a volte, mi soffermo a pensare che il vomito poteva averli salvati dall'aver ingerito magari sostanze tossiche, bacche velenose...
Forse, con i nostri psicoterapeuti, dovremmo proprio lavorare sull'accettare il vomito come meccanismo di difesa e di "aiuto", affinchè ci ripristina il nostro status quo interno.
Accettarlo come meccanismo.
Un po' come l'anoressico deve accettare il suo corpo, i suoi difetti, il kg in più,
noi dobbiamo accettare un meccanismo biologico.
Sarà dura? Molto, anzi, snervante anche, però, sono sicura che, con la motivazione che sento dentro di te, riuscirai.
Poi, voglio aggiungere che, dopo aver letto che hai avuto problemi famigliari, la fobia, indipendentemente dal fatto del 2011 o meno, poteva benissimo insorgere comunque anche come fattore scatenante, come fattore che ti dice "Eleonora rallenta, ti sei addossata troppe responsabilità, sei maturata troppo in fretta.."
Sicuramente è così come dici tu...anche se io penso "ma non poteva venirmi una bella febbre alta da ricovero e sentirmi dire dai dottori che era ora di rallentare e bom?". E invece no, mi è toccata una cosa di cui non si ha il controllo! Perchè è quello che mi spaventa di più, ripensando a quella sera: il fatto che fino a due minuti prima stessi bene. Di solito mi capitava di vomitare quando avevo già l'influenza da qualche giorno, febbre alta, mal di gola, quindi mangiavo poco e niente...insomma il malessere era evidente...invece star male così all'improvviso mi ha spaventata moltissimo proprio perchè da lì in avanti ho cominciato a chiedermi ossessivamente "e ora come faccio a capire quando mi ricapiterà? magari adesso esco con le amiche per un aperitivo e tra 10 minuti vomito improvvisamente, così, in mezzo a tutti". In pratica non sono più riuscita a far prevalere il buon senso e la razionalità su queste paranoie costanti...è anche vero che se ci fossi riuscita non sarei qua e questa non si chiamerebbe fobia.
 
fa che finisca presto, non vedo l'ora di aver mangiato (ovviamente poco e niente), digerito ed essere tornata a casa nella mia zona di comfort
L'avrò pensato in passato miliardi di volte. Poi ad un certo punto l'ho pensato meno perché, semplicemente, non mi invitava più nessuno. Del resto, nemmeno io forse mi sarei più invitato, visto che dicevo sempre di no per i più svariati motivi.
Penso di essere una persona di base ansiosa. Capire come prendermi cura di questa ansia mi permette, spesso, di vivere in una maniera soddisfacente dal punto di vista del mangiare. Poi però col tempo ho capito che, se ci facciamo schiacciare dall'ansia, oggi è l'emetofobia il problema, domani ne sarà un altro. La nostra è una maratona non una gara di 100 mt. Dobbiamo cercare le cose che ci aiutano a stare meglio. Che sia parlare, o stare con le persone che ci fanno stare bene, o leggere, o scrivere, o non lo so, qualunque cosa. Se vai a una festa, o un evento, o qualcosa, ci vai perché ci vuoi andare, non per partecipare a gare di cibo. Soprattutto ci vai senza giudicarti. Non è facile, io stesso che dal punto di vista fobico vivo meglio ora, ho fatto molta fatica. Ma so come sono fatto, so che ho anche io i miei momenti di difficoltà, che quando accadono mi vogliono dire qualcosa, che io mi voglio dire qualcosa, e so anche che posso farcela. Come tutti.
Non è mai stato facile, la nostra fobia è molto invalidante. Forse è anche per questo, che, quando ottengo una vittoria ora una ne vale come 100.
 
L'avrò pensato in passato miliardi di volte. Poi ad un certo punto l'ho pensato meno perché, semplicemente, non mi invitava più nessuno. Del resto, nemmeno io forse mi sarei più invitato, visto che dicevo sempre di no per i più svariati motivi.
Penso di essere una persona di base ansiosa. Capire come prendermi cura di questa ansia mi permette, spesso, di vivere in una maniera soddisfacente dal punto di vista del mangiare. Poi però col tempo ho capito che, se ci facciamo schiacciare dall'ansia, oggi è l'emetofobia il problema, domani ne sarà un altro. La nostra è una maratona non una gara di 100 mt. Dobbiamo cercare le cose che ci aiutano a stare meglio. Che sia parlare, o stare con le persone che ci fanno stare bene, o leggere, o scrivere, o non lo so, qualunque cosa. Se vai a una festa, o un evento, o qualcosa, ci vai perché ci vuoi andare, non per partecipare a gare di cibo. Soprattutto ci vai senza giudicarti. Non è facile, io stesso che dal punto di vista fobico vivo meglio ora, ho fatto molta fatica. Ma so come sono fatto, so che ho anche io i miei momenti di difficoltà, che quando accadono mi vogliono dire qualcosa, che io mi voglio dire qualcosa, e so anche che posso farcela. Come tutti.
Non è mai stato facile, la nostra fobia è molto invalidante. Forse è anche per questo, che, quando ottengo una vittoria ora una ne vale come 100.
Hai assolutamente ragione...pensa che io, al contrario, ho quasi sempre detto di sì alle cene di compleanno proprio perchè avevo paura che si offendessero a sentirmi dire sempre di no. è estremamente difficile comprendere la nostra fobia per chi non ce l'ha...se poi si tratta di persone che non sono nemmeno lontanamente interessate a comprendere, ma ti guardano come se fossi pazza, allora hai fatto centro. Con molte persone ho tagliato i ponti un anno e mezzo fa, ora passo del tempo solo con chi mi fa stare bene davvero, anche se le cene fuori ancora mi spaventano, soprattutto quando la pandemia finirà e tutti faranno a gara a passare il fine settimana nei ristoranti...
Inoltre, faccio ancora molta fatica a parlare delle mie emozioni anche alle persone che sento vicine...sono sempre pronta ad ascoltare gli sfoghi degli altri, ma ancora poco incline a raccontare non soltanto il fatto in sè, ma come un determinato fatto mi abbia fatto sentire emotivamente. Dovrò lavorarci su...
 
Inoltre, faccio ancora molta fatica a parlare delle mie emozioni anche alle persone che sento vicine...sono sempre pronta ad ascoltare gli sfoghi degli altri, ma ancora poco incline a raccontare non soltanto il fatto in sè, ma come un determinato fatto mi abbia fatto sentire emotivamente
Questo capita anche a me. Però non lo vedo come un nostro limite o problema ma come un aspetto del nostro carattere. È chiaro che, riuscire ad aprirsi aiuta. Non solo a sentirsi meglio ma anche magari gli altri possono aiutarci a trovare soluzioni che noi non riusciamo a vedere. L'aspetto più negativo semmai è che il tenersi sempre tutto dentro, alla lunga, non porterà a niente di positivo. Però ciascuno di noi ha la sua personalità e carattere. Un introverso difficilmente sarà mai un animatore di feste. :)
 
Io sono riuscita a parlarne per primo col mio ragazzo, due giorni fa coi miei genitori e ora ho un po di ansietta ad iniziare il percorso ancora non hanno richiamato quelli del consultorio.. devo aspettare per vedere dove mi mandano
 
Non è facile parlare di una cosa così astratta, talvolta surreale. Quante volte molta gente ci ha riso in faccia dopo aver pronunciato le famose parole "Ho paura del vomito"?
Poi, da giovane, ancor peggio. I giovani non pensano a disturbi e fobie, quindi figurati, difficile comprendere un compagno che ne soffre, anzi. Pochi possono starti vicini.
Come te @eleonora407 anch'io ho tagliato i rapporti con persone d'infanzia che non mi comprendevano.
Soprattutto parlare del "nodo in gola" che si crea nei momenti di maggiore ansia, che ti mozza il fiato, che ti fa insorgere nausea ed ansia.... mamma mia. Provare quelle sensazioni quando sei tra la gente e non saper come reagire dal momento che i commensali non ti comprendono.
è tosta.
 
Questo capita anche a me. Però non lo vedo come un nostro limite o problema ma come un aspetto del nostro carattere. È chiaro che, riuscire ad aprirsi aiuta. Non solo a sentirsi meglio ma anche magari gli altri possono aiutarci a trovare soluzioni che noi non riusciamo a vedere. L'aspetto più negativo semmai è che il tenersi sempre tutto dentro, alla lunga, non porterà a niente di positivo. Però ciascuno di noi ha la sua personalità e carattere. Un introverso difficilmente sarà mai un animatore di feste. :)
Pensa che invece, di solito, sono proprio io quella che anima le feste con karaoke, balli di gruppo, giochi e imitazioni! è il mio lato creativo e spensierato che emerge (ovviamente DOPO aver cenato e digerito, sia chiaro) :p
 
Non è facile parlare di una cosa così astratta, talvolta surreale. Quante volte molta gente ci ha riso in faccia dopo aver pronunciato le famose parole "Ho paura del vomito"?
Poi, da giovane, ancor peggio. I giovani non pensano a disturbi e fobie, quindi figurati, difficile comprendere un compagno che ne soffre, anzi. Pochi possono starti vicini.
Come te @eleonora407 anch'io ho tagliato i rapporti con persone d'infanzia che non mi comprendevano.
Soprattutto parlare del "nodo in gola" che si crea nei momenti di maggiore ansia, che ti mozza il fiato, che ti fa insorgere nausea ed ansia.... mamma mia. Provare quelle sensazioni quando sei tra la gente e non saper come reagire dal momento che i commensali non ti comprendono.
è tosta.
Assolutamente sì, è tostissima. Ci vuole un autocontrollo pazzesco, perchè io sono dell'idea "vivi e lascia vivere", quindi se a me non va di ubriacarmi, di mangiare fino a scoppiare o di andare in discoteca come vogliono tutti gli altri del gruppo, perchè non posso? Eppure io non rompo le scatole a chi fa scelte diverse dalle mie. Ma si sa, soprattutto nei paesi, quello che decide il gruppo è giusto e sacrosanto, quello che vuoi tu è da pazzi asociali. Poi con il passare del tempo ti accorgi di chi ti può stare accanto in questo percorso di crescita e chi è meglio lasciare che vada per la propria strada...
Mi ricorderò sempre dell'ansia totalizzante di quella volta in cui, dopo una cena di compleanno, si decise di andare in discoteca senza passare dal paese in cui abitiamo; guardavo tutte le uscite di sicurezza e pensavo soltanto a quando quell'agonia sarebbe finalmente finita...
 
Io sono riuscita a parlarne per primo col mio ragazzo, due giorni fa coi miei genitori e ora ho un po di ansietta ad iniziare il percorso ancora non hanno richiamato quelli del consultorio.. devo aspettare per vedere dove mi mandano
è del tutto normale avere ansia per le prime sedute, non sai cosa realmente ti aspetta né chi ci sarà dall'altra parte ad ascoltarti...sappi che puoi sempre scrivere qui le tue impressioni e sensazioni se ti può aiutare a trovare maggiore conforto! :)
 
Assolutamente sì, è tostissima. Ci vuole un autocontrollo pazzesco, perchè io sono dell'idea "vivi e lascia vivere", quindi se a me non va di ubriacarmi, di mangiare fino a scoppiare o di andare in discoteca come vogliono tutti gli altri del gruppo, perchè non posso? Eppure io non rompo le scatole a chi fa scelte diverse dalle mie. Ma si sa, soprattutto nei paesi, quello che decide il gruppo è giusto e sacrosanto, quello che vuoi tu è da pazzi asociali. Poi con il passare del tempo ti accorgi di chi ti può stare accanto in questo percorso di crescita e chi è meglio lasciare che vada per la propria strada...
Mi ricorderò sempre dell'ansia totalizzante di quella volta in cui, dopo una cena di compleanno, si decise di andare in discoteca senza passare dal paese in cui abitiamo; guardavo tutte le uscite di sicurezza e pensavo soltanto a quando quell'agonia sarebbe finalmente finita...
Hai ragione Eleonora! Completamente! Come te, penso, "caspita, non beviamo, ma non rompiamo le scatole, eppure qualcuno ha sempre qualcosa da dire!"

Per quanto riguarda l'episodio della discoteca che hai vissuto... oddio... mamma mia, ti capisco.
A volte è meglio muoversi con la propria auto, in modo tale da riuscire a dileguarsi non appena si sente che l'ansia sta crescendo.
 
Assolutamente sì, è tostissima. Ci vuole un autocontrollo pazzesco, perchè io sono dell'idea "vivi e lascia vivere", quindi se a me non va di ubriacarmi, di mangiare fino a scoppiare o di andare in discoteca come vogliono tutti gli altri del gruppo, perchè non posso? Eppure io non rompo le scatole a chi fa scelte diverse dalle mie. Ma si sa, soprattutto nei paesi, quello che decide il gruppo è giusto e sacrosanto, quello che vuoi tu è da pazzi asociali. Poi con il passare del tempo ti accorgi di chi ti può stare accanto in questo percorso di crescita e chi è meglio lasciare che vada per la propria strada...
Mi ricorderò sempre dell'ansia totalizzante di quella volta in cui, dopo una cena di compleanno, si decise di andare in discoteca senza passare dal paese in cui abitiamo; guardavo tutte le uscite di sicurezza e pensavo soltanto a quando quell'agonia sarebbe finalmente finita...
Mi ritrovo perfettamente nelle tue parole, ho vissuto queste situazioni per una vita. Adesso le vivo meno solamente perchè ho dato un taglio netto alle uscite e non vado più nei locali da anni.
 
Hai ragione Eleonora! Completamente! Come te, penso, "caspita, non beviamo, ma non rompiamo le scatole, eppure qualcuno ha sempre qualcosa da dire!"

Per quanto riguarda l'episodio della discoteca che hai vissuto... oddio... mamma mia, ti capisco.
A volte è meglio muoversi con la propria auto, in modo tale da riuscire a dileguarsi non appena si sente che l'ansia sta crescendo.
Hai ragione, solo che all'epoca non avevo ancora una macchina mia...e avendo i genitori separati, non mi era quasi mai possibile prendere su una delle loro macchine perchè al sabato sera avevano chiaramente impegni diversi e serviva loro l'auto...ora le cose sono cambiate, per fortuna!
 
Mi ritrovo perfettamente nelle tue parole, ho vissuto queste situazioni per una vita. Adesso le vivo meno solamente perchè ho dato un taglio netto alle uscite e non vado più nei locali da anni.
Ti capisco bene...io ho dato un taglio netto con certe persone che non mi facevano stare bene, ma sinceramente qualche volta piacerebbe anche a me tornare a ballare, magari d'estate, in una festa all'aperto. Invece, almeno per mia esperienza, sembra che in paese fino ai 25anni ti debba spaccare ogni weekend e poi, di colpo, rinchiudere in una relazione esclusiva dove non si vive se non con l'altra parte. Da un'estremità all'altra.
 
Ti capisco bene...io ho dato un taglio netto con certe persone che non mi facevano stare bene, ma sinceramente qualche volta piacerebbe anche a me tornare a ballare, magari d'estate, in una festa all'aperto. Invece, almeno per mia esperienza, sembra che in paese fino ai 25anni ti debba spaccare ogni weekend e poi, di colpo, rinchiudere in una relazione esclusiva dove non si vive se non con l'altra parte. Da un'estremità all'altra.
Idem, mi ritrovo esattamente anche in tutto ciò che scrivi in quest'ultimo messaggio. Da un paio di anni ho eliminato uscite che non mi davano più nessuna gratificazione e che oltretutto per me erano estremamente impegnative (per via dell'emetofobia, ovviamente). Il problema è che non sono riuscito a rimpiazzare le persone che ho tagliato dalla mia vita con altre che fossero più compatibili con me, e a 39 anni non è semplicissimo anche per il motivo che hai scritto, questo strano fenomeno per cui si passa da un estremo all'altro quindi anche quasi tutti i miei conoscenti si sono ritirati a vita familiare, mentre io sono sempre single (a causa dei problemi d'ansia che non rendono facile una relazione stretta). In ogni caso non voglio scaricare colpe su altre persone, mi rendo conto che purtroppo l'ostacolo maggiore è l'ansia dentro di me che si manifesta con sintomi come l'emetofobia.
 
Hai ragione, solo che all'epoca non avevo ancora una macchina mia...e avendo i genitori separati, non mi era quasi mai possibile prendere su una delle loro macchine perchè al sabato sera avevano chiaramente impegni diversi e serviva loro l'auto...ora le cose sono cambiate, per fortuna!
Giusto, hai ragione... per fortuna ora le cose sono cambiate, dunque hai più autonomia di movimento e la cosa rende molto più tranquilli! Con una scusa (di solito) ci si può defilare in men che non si dica! D'altronde siamo ottimi inventori di scuse, la creatività non ci manca!! :) :)
 
Idem, mi ritrovo esattamente anche in tutto ciò che scrivi in quest'ultimo messaggio. Da un paio di anni ho eliminato uscite che non mi davano più nessuna gratificazione e che oltretutto per me erano estremamente impegnative (per via dell'emetofobia, ovviamente). Il problema è che non sono riuscito a rimpiazzare le persone che ho tagliato dalla mia vita con altre che fossero più compatibili con me, e a 39 anni non è semplicissimo anche per il motivo che hai scritto, questo strano fenomeno per cui si passa da un estremo all'altro quindi anche quasi tutti i miei conoscenti si sono ritirati a vita familiare, mentre io sono sempre single (a causa dei problemi d'ansia che non rendono facile una relazione stretta). In ogni caso non voglio scaricare colpe su altre persone, mi rendo conto che purtroppo l'ostacolo maggiore è l'ansia dentro di me che si manifesta con sintomi come l'emetofobia.
@eleonora407 dicono che le persone stanno bene e vivono bene, se riescono a vivere bene da soli, con sè stessi, mettendosi dunque in primo piano, ignorando (passatemi il termine, so che non è proprio l'ideale...) le condizioni altrui o, almeno, le persone che non hanno rispettato le aspettative che noi avevamo maturato su di loro.
"Ognuno tira l'acqua al suo mulino" citazione verissima.
Diciamo che la primissima fase adulta, è una fase un po' complessa: gli amici vogliono godersela a tutto spiano, prima di costruirsi una famiglia, dunque non si curano molto di "lasciare indietro" le persone più ansiose, più restie ad abbandonarsi al divertimento.
Inoltre, bisogna dire che, una volta cresciuti, le strade di separano inevitabilmente: ci sono relazioni che vanno bene durante l'infanzia, adolescenza, poi gli interessi cambiano, c'è chi è più o meno maturo, nasce l'incompatibilità e stop.
Mi ritrovo molto in voi. Anch'io feci un taglio netto verso amicizie d'infanzia, amicizie durate più di vent'anni svanite così.
Ma va bene, il mondo è ricco di persone pronte a tenderci la mano. Stiamo aperti alle possibilità!
 
Idem, mi ritrovo esattamente anche in tutto ciò che scrivi in quest'ultimo messaggio. Da un paio di anni ho eliminato uscite che non mi davano più nessuna gratificazione e che oltretutto per me erano estremamente impegnative (per via dell'emetofobia, ovviamente). Il problema è che non sono riuscito a rimpiazzare le persone che ho tagliato dalla mia vita con altre che fossero più compatibili con me, e a 39 anni non è semplicissimo anche per il motivo che hai scritto, questo strano fenomeno per cui si passa da un estremo all'altro quindi anche quasi tutti i miei conoscenti si sono ritirati a vita familiare, mentre io sono sempre single (a causa dei problemi d'ansia che non rendono facile una relazione stretta). In ogni caso non voglio scaricare colpe su altre persone, mi rendo conto che purtroppo l'ostacolo maggiore è l'ansia dentro di me che si manifesta con sintomi come l'emetofobia.
Comprendo bene ciò che scrivi. Io credo che molto spesso siamo noi a sentirci inadeguati e pensiamo in automatico che tutto il mondo la pensi così, del tipo "ma se non sono piaciuto ai miei genitori, ai miei fratelli, ai miei amici d'infanzia, a chi vuoi che piaccia, a degli sconosciuti? Appena mi vedono, scappano a gambe levate!". E invece è sbagliato. Vero, magari non piacciamo a 20 persone che ci hanno vissuto accanto e che per questo per noi hanno sempre avuto un peso notevole, ma sul pianeta siamo ben 7 miliardi e mezzo, cavoli ci saranno almeno altre 1000 persone alle quali potremmo piacere! Già solo il fatto di ritrovarci qui a scriverci come se ci conoscessimo davvero, fa di noi delle persone anche solo per alcuni versi più compatibili. Il mio migliore amico (molto simile a me per vissuto ma con un atteggiamento decisamente più reattivo) di recente mi ha detto: "quando ho finito ingegneria ero spaventato dal mondo esterno, sapevo di essere competente ma mi sentivo uno dei tanti ingegneri. Poi ho fatto un'esperienza completamente diversa di lavoro, andando a fare il pr a Barcellona. Dopo le prime due settimane, ho capito che se hai il coraggio di chiedere, le persone ti rispondono e sono disposte a darti. Magari non la prima o la seconda persona che incontri, ma se non ti arrendi, prima o poi le porte si aprono". Questo per dire che anche se è difficile uscire dal nostro guscio, anche se ci sembra impossibile incontrare persone nuove quando tutti intorno a noi sembrano essersi già accasati da un pezzo (se poi aggiungiamo la pandemia, addio), la relatà è che il nostro pensiero è alquanto distorto. Che se cerchiamo bene, parliamo chiaramente e chiediamo in base alle nostre necessità, troveremo senz'altro qualcuno felice di offrirci supporto, che sia in caso di lavoro, di amore o di amicizia.
 
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