• Questa community è solo un punto d'incontro per persone che soffrono di emetofobia e non può essere considerata come terapia per superarla, per questo consigliamo sempre di consultare uno specialista. Buona navigazione a tutti. ;)

Quando avete scoperto dell'emetofobia?

Trudy62

Esperto
Premium
Buonasera a tutti,
stasera mi stavo domandando il come abbiate fatto a scoprire che la vostra più grande fobia avesse un nome.
Quando ero piccola e avevo 5/6 anni e correvo per casa pur di non sedermi a tavola a mangiare beh... si pensava fossero i soliti capricci da bambina.
A 12 anni quando, in 2 media, spiluccavo il cibo dato in mensa e spiluccavo altrettanto un pezzettino di formaggio di grana e dei krakers durante l'ora della cena, si pensava fosse la fase "ormonale" pre-ciclo.
A 21 anni, quando, dopo una gastroenterite, ricominciò il solito iter che non durò però qualche periodo come in precedenza, bensì fino ad ora, dunque da ben 4 anni iniziai a pormi una domanda: "Ma se questa fobia avesse tentato di comunicarmi la sua presenza già da piccolina e ora, essendo stata ignorata, avesse voluto manifestarsi in tutta la sua potenza?"
Cercai su internet, inserendo i sintomi. EMETOFOBIA.
Lessi tutto, sono io.
Dopo anni riuscii a dare un nome a questo disturbo invalidante che mi ha cambiato la vita, non solo in negativo ma anche in positivo, poichè mi ha fatto conoscere persone come voi.
Raccontatemi il vostro "battesimo" della fobia...
 
Buonasera Trudy e buonasera a tutti! Hai posto proprio una domanda interessante... Io non ricordo bene quando è insorta di preciso l’emetofobia, o meglio ricordo forse l’evento che l’ha scatenata ma poi non so come è stata l’evoluzione... So solo che ogni qual volta mi veniva la nausea o vedevo altri stare male, andavo e tutt’ora vado nel panico. Qualche anno fa (circa 4 anni fa) vidi un video di una YouTuber abbastanza conosciuta che elencava le sue paure, tra queste vi era la paura di vomitare. Ho iniziato quindi a chiedermi: ha la mia stessa paura, forse allora non è una cosa che caratterizza solo me. Ho cominciato a informarmi sempre più, ho visto tanti video di altre esperienze, ho letto e riletto e quindi ho scoperto che la mia fobia aveva un nome e che non ero io pazza, ma era una cosa che avevo in comune con tante altre persone, ma purtroppo è una fobia poco conosciuta di cui si parla davvero poco. Solo di recente sono venuta a conoscenza di forum come questo, e sono molto contenta!
 
Buonasera Trudy e buonasera a tutti! Hai posto proprio una domanda interessante... Io non ricordo bene quando è insorta di preciso l’emetofobia, o meglio ricordo forse l’evento che l’ha scatenata ma poi non so come è stata l’evoluzione... So solo che ogni qual volta mi veniva la nausea o vedevo altri stare male, andavo e tutt’ora vado nel panico. Qualche anno fa (circa 4 anni fa) vidi un video di una YouTuber abbastanza conosciuta che elencava le sue paure, tra queste vi era la paura di vomitare. Ho iniziato quindi a chiedermi: ha la mia stessa paura, forse allora non è una cosa che caratterizza solo me. Ho cominciato a informarmi sempre più, ho visto tanti video di altre esperienze, ho letto e riletto e quindi ho scoperto che la mia fobia aveva un nome e che non ero io pazza, ma era una cosa che avevo in comune con tante altre persone, ma purtroppo è una fobia poco conosciuta di cui si parla davvero poco. Solo di recente sono venuta a conoscenza di forum come questo, e sono molto contenta!
Ciao Beatrice!
Sì è una domanda che mi sono posta molto, anche perchè, essendo la nostra fobia "poco"diffusa e soprattutto anche abbastanza invisibile... mi sono davvero chiesta come potessimo risalire al nominativo...
Pensa che quando condividevo questa paura con persone a me vicine mi guardavano tutti male, quindi posso capire quando dici che avessi paura caratterizzasse solo te...
 
Io da che ho memoria ho sempre avuto questa paura, un vero e proprio terrore. I pochissimi episodi che ricordo fin da piccola erano preceduti e seguiti da forti attacchi di panico - attacchi che ora so riconoscere e anche a quelli ho potuto dare un nome. Io ho attraversato diverse fasi, le più brutte di cui ho memoria, tra tante: l'impossibilità quasi totale di entrare a scuola per questa fobia, che ha portato a seri problemi tra cui una bocciatura, anche, e difficoltà a relazionarmi, sia alle medie che alle superiori.
E anche in seguito moltissime difficoltà a frequentare i luoghi pubblici e diversi periodi in cui mi veniva ansia a pensare di dover uscire (soprattutto a cena!) con amici o fidanzato. Ci sono stati periodi in cui vivevo letteralmente rilegata a casa, ma spesso vivevo in ansia anche lì.
Come ho scoperto l'emetofobia esattamente non ricordo, ho capito di non essere l'unica quando ho cercato qualche sintomo su internet e ho detto...wow! Non sono l'unica!

Aiuta sfogarsi e sapere di non essere soli!
 
Ciao :) allora pensandoci un attimo qualche anno fa andai su Wikipedia e capitai nella pagina relativa alle fobie, e mi capitò sotto gli occhi anche quella, andai nella sua pagina e lessi la descrizione e pensai "oddio è proprio il caso mio" ma siccome dal 2004 le cose vanno abbastanza bene (nel senso che vado nel panico solo quando mi capita appunto di stare male in quel modo o quando si presentano le circostanze collegate a tale evento) non ci ho dato molta importanza, poi così cercando alcune curiosità su questo nell'estate del 2019 finisco su questo forum e scopro quante persone ci sono che tutt'ora si trovano nel pieno della fobia e la cosa mi ha incoraggiata molto, ma dall'altra parte mi fa molto male leggere le esperienze di chi ancora ne sta soffrendo molto perchè so cosa significa, avendolo vissuto in prima persona e vorrei essere d'aiuto, ma purtroppo come tutti noi non sono una psicologa, quindi cerco di dare supporto come riesco;)
 
I sintomi dell'emetofobia sono iniziati quando avevo 17 anni, ma incredibilmente ho scoperto il nome della fobia solo poco più di un anno fa, a 38 anni!
Non ricordo neanche esattamente come l'abbia trovata vagando online, probabilmente stavo leggendo su qualche forum la storia di una persona che soffriva di ansia e nominava questa fobia, e non conoscendola sono andato su Google a cercare e mi si è aperto un mondo.

La cosa di cui ancora fatico a capacitarmi è che in due decenni alle prese con queste problematiche ho cercato di tutto per capire cosa fossero e come funzionassero i miei disturbi, ma nonostante tutti i terapeuti che ho visto (di tante specializzazioni diverse) e tutto ciò che ho letto tra libri e web non era mai saltato fuori questo termine. Questo mi fa pensare che questo disturbo sia ancora molto poco conosciuto, anche per i terapeuti stessi.
 
Io da che ho memoria ho sempre avuto questa paura, un vero e proprio terrore. I pochissimi episodi che ricordo fin da piccola erano preceduti e seguiti da forti attacchi di panico - attacchi che ora so riconoscere e anche a quelli ho potuto dare un nome. Io ho attraversato diverse fasi, le più brutte di cui ho memoria, tra tante: l'impossibilità quasi totale di entrare a scuola per questa fobia, che ha portato a seri problemi tra cui una bocciatura, anche, e difficoltà a relazionarmi, sia alle medie che alle superiori.
E anche in seguito moltissime difficoltà a frequentare i luoghi pubblici e diversi periodi in cui mi veniva ansia a pensare di dover uscire (soprattutto a cena!) con amici o fidanzato. Ci sono stati periodi in cui vivevo letteralmente rilegata a casa, ma spesso vivevo in ansia anche lì.
Come ho scoperto l'emetofobia esattamente non ricordo, ho capito di non essere l'unica quando ho cercato qualche sintomo su internet e ho detto...wow! Non sono l'unica!

Aiuta sfogarsi e sapere di non essere soli!
Ciao! Proprio così, capisco... è brutto quando la fobia si impossessa completamente di te stesso, impedendoti di vivere una vita normale...come prima... :(
 
Ciao :) allora pensandoci un attimo qualche anno fa andai su Wikipedia e capitai nella pagina relativa alle fobie, e mi capitò sotto gli occhi anche quella, andai nella sua pagina e lessi la descrizione e pensai "oddio è proprio il caso mio" ma siccome dal 2004 le cose vanno abbastanza bene (nel senso che vado nel panico solo quando mi capita appunto di stare male in quel modo o quando si presentano le circostanze collegate a tale evento) non ci ho dato molta importanza, poi così cercando alcune curiosità su questo nell'estate del 2019 finisco su questo forum e scopro quante persone ci sono che tutt'ora si trovano nel pieno della fobia e la cosa mi ha incoraggiata molto, ma dall'altra parte mi fa molto male leggere le esperienze di chi ancora ne sta soffrendo molto perchè so cosa significa, avendolo vissuto in prima persona e vorrei essere d'aiuto, ma purtroppo come tutti noi non sono una psicologa, quindi cerco di dare supporto come riesco;)
Fidati che dare supporto penso sia il più grande dono che una persona possa offrire agli altri, davvero!
Comunque è curioso di come si viene a scoprire della fobia, del nome dopo tanti tanti anni di sofferenze... :(
 
I sintomi dell'emetofobia sono iniziati quando avevo 17 anni, ma incredibilmente ho scoperto il nome della fobia solo poco più di un anno fa, a 38 anni!
Non ricordo neanche esattamente come l'abbia trovata vagando online, probabilmente stavo leggendo su qualche forum la storia di una persona che soffriva di ansia e nominava questa fobia, e non conoscendola sono andato su Google a cercare e mi si è aperto un mondo.

La cosa di cui ancora fatico a capacitarmi è che in due decenni alle prese con queste problematiche ho cercato di tutto per capire cosa fossero e come funzionassero i miei disturbi, ma nonostante tutti i terapeuti che ho visto (di tante specializzazioni diverse) e tutto ciò che ho letto tra libri e web non era mai saltato fuori questo termine. Questo mi fa pensare che questo disturbo sia ancora molto poco conosciuto, anche per i terapeuti stessi.
Certo che sì Ben, questo disturbo molti terapeuti non lo conoscono, proprio perchè è carente di letteratura e di studi. Io penso che noi emetofobici potremmo essere una gran risorsa per giungere alla creazione di un minimo di letteratura, pubblicabile, affinchè altre persone, in futuro, possano accorgersi di questa fobia molto prima.
Comunque 20 anni quest'anno anch'io! Ne soffro da quando ne ho 5!
 
Ciao Trudy, in ritardo ma arrivo anch'io con la risposta...Soffro di emetofobia dall'autunno del 2011, prima devo dire che questa paura non mi toccava minimamente e ho vissuto appieno gli anni della mia adolescenza, quindi per me fu proprio come un fulmine a ciel sereno. Tuttavia il nome l'ho scoperto solo lo scorso autunno: dopo essermi laureata alla magistrale ad ottobre, mi sono presa un anno per cercare un lavoro alternativo all'insegnamento, ma soprattutto del tempo per approfondire il viaggio interiore iniziato solo un paio d'anni fa per capire come vivere serenamente e secondo ciò che fa stare bene a me. Quindi ho sentito il bisogno di andare a fondo anche a tutte le mie paure, tra cui quella del vomito, quella che più mi ha condizionata e limitata negli ultimi quasi 10 anni: con una semplice ricerca su google trovai un articolo che riconduceva proprio a questo forum! Eravamo quasi sotto Natale e avevo proprio bisogno di un supporto per affrontare le festività in un modo almeno leggermente migliore degli anni scorsi. Rimasi molto shockata perchè andando in terapia da molti anni, dal momento in cui la mia psicologa non mi aveva mai nominato questa fobia, pensavo di essere l'unica a provare questo disagio interiore e tutti quei malesseri fisici ad essa collegati. A volte si dice che non è importante dare un nome alle cose o capire il perchè ci sono capitate, l'importante è ricominciare a vivere sapendo che il passato non si può più cambiare e per questo non deve influenzare il nostro presente, che molte cose non le possiamo controllare e che dobbiamo pensare in maniera positiva per attrarre cose positive. Certo, tutto molto vero, ma aver scoperto il nome della fobia e di conseguenza anche questo forum, è come se finalmente avesse dato una mezza risposta alla domanda che mi faccio da 9 anni e mezzo ormai: da cosa fu causata quella gastroenterite acuta nel luglio 2011? Così, potrei evitare di riviverla. Ecco, il medico di pronto soccorso si limitò a farmi una flebo e non aggiunse altro, nemmeno mi visitò, quindi trovare il nome alla fobia qualche mese fa dopo anni di ossessione, è stato come ricevere in minima parte una risposta a quella domanda.
 
Buonasera a tutti,
stasera mi stavo domandando il come abbiate fatto a scoprire che la vostra più grande fobia avesse un nome.
Quando ero piccola e avevo 5/6 anni e correvo per casa pur di non sedermi a tavola a mangiare beh... si pensava fossero i soliti capricci da bambina.
A 12 anni quando, in 2 media, spiluccavo il cibo dato in mensa e spiluccavo altrettanto un pezzettino di formaggio di grana e dei krakers durante l'ora della cena, si pensava fosse la fase "ormonale" pre-ciclo.
A 21 anni, quando, dopo una gastroenterite, ricominciò il solito iter che non durò però qualche periodo come in precedenza, bensì fino ad ora, dunque da ben 4 anni iniziai a pormi una domanda: "Ma se questa fobia avesse tentato di comunicarmi la sua presenza già da piccolina e ora, essendo stata ignorata, avesse voluto manifestarsi in tutta la sua potenza?"
Cercai su internet, inserendo i sintomi. EMETOFOBIA.
Lessi tutto, sono io.
Dopo anni riuscii a dare un nome a questo disturbo invalidante che mi ha cambiato la vita, non solo in negativo ma anche in positivo, poichè mi ha fatto conoscere persone come voi.
Raccontatemi il vostro "battesimo" della fobia...
Ciao Trudy,
Io sin dalla tenera età, mi ricordo quasi tutti gli episodi di vomito (sia i miei, che quelli delle altre persone) in cui già da piccola 4/5 anni circa mi tappavo le orecchie e gli occhi per non sentire e non vedere ne immaginare, cosi è stato per la tenera età, per l'adolescenza ed è uguale sino al giorno d'oggi, nulla cambia, convivo con la paura quasi fosse una parte di me, evito cibi nuovi, evito abbuffate, evito locali dove qualcuno può star male, il problema è che in ogni dove anche in ufficio dove lavoro può capitare a qualsiasi persona perché come mi dice la gente "è un processo naturale dello stomaco per l'autodifesa" ma per me non è cosi, per me è la cosa più infernale. Dunque per tornare alla tua domanda io sono quasi convinta che è una cosa che avviene nel subconscio probabilmente alla tenera età, o magari ci si nasce già cosi, e posso mettere la mano sul fuoco che non passa e mai passerà, ma siamo noi che limitandoci nella vita impariamo a conviverci.
Ciao :)
 
Raccontatemi il vostro "battesimo" della fobia...
Come tutti qui, cercai su internet. Al tempo, ti parlo di circa 13/14 anni fa però, non c'era quasi nulla in italiano, tant'è che cercai in inglese. Così, una volta scoperto tutto, creai questo forum per dare uno spazio a tutti noi per parlare, confrontarci, capire che non eravamo soli e che il nostro malessere aveva un nome. Non dovevo farlo per me, ma per dare una possibilità a tutti di sapere cos'è l'emetofobia e farsi aiutare.
Col tempo le pagine in italiano sono aumentate, sul web, ma l'emetofobia ha ancora ampi margini per essere conosciuta.
Sono sicuro che dall'emetofobia si può uscire, non è una patologia congenita, così come non lo sono tante altre situazioni psicologiche, dalle quali si esce tranquillamente. Ma c'è bisogno di tanto impegno e del giusto aiuto.
 
Ciao Trudy, in ritardo ma arrivo anch'io con la risposta...Soffro di emetofobia dall'autunno del 2011, prima devo dire che questa paura non mi toccava minimamente e ho vissuto appieno gli anni della mia adolescenza, quindi per me fu proprio come un fulmine a ciel sereno. Tuttavia il nome l'ho scoperto solo lo scorso autunno: dopo essermi laureata alla magistrale ad ottobre, mi sono presa un anno per cercare un lavoro alternativo all'insegnamento, ma soprattutto del tempo per approfondire il viaggio interiore iniziato solo un paio d'anni fa per capire come vivere serenamente e secondo ciò che fa stare bene a me. Quindi ho sentito il bisogno di andare a fondo anche a tutte le mie paure, tra cui quella del vomito, quella che più mi ha condizionata e limitata negli ultimi quasi 10 anni: con una semplice ricerca su google trovai un articolo che riconduceva proprio a questo forum! Eravamo quasi sotto Natale e avevo proprio bisogno di un supporto per affrontare le festività in un modo almeno leggermente migliore degli anni scorsi. Rimasi molto shockata perchè andando in terapia da molti anni, dal momento in cui la mia psicologa non mi aveva mai nominato questa fobia, pensavo di essere l'unica a provare questo disagio interiore e tutti quei malesseri fisici ad essa collegati. A volte si dice che non è importante dare un nome alle cose o capire il perchè ci sono capitate, l'importante è ricominciare a vivere sapendo che il passato non si può più cambiare e per questo non deve influenzare il nostro presente, che molte cose non le possiamo controllare e che dobbiamo pensare in maniera positiva per attrarre cose positive. Certo, tutto molto vero, ma aver scoperto il nome della fobia e di conseguenza anche questo forum, è come se finalmente avesse dato una mezza risposta alla domanda che mi faccio da 9 anni e mezzo ormai: da cosa fu causata quella gastroenterite acuta nel luglio 2011? Così, potrei evitare di riviverla. Ecco, il medico di pronto soccorso si limitò a farmi una flebo e non aggiunse altro, nemmeno mi visitò, quindi trovare il nome alla fobia qualche mese fa dopo anni di ossessione, è stato come ricevere in minima parte una risposta a quella domanda.
Ciao Eleonora, grazie per la risposta! :) effettivamente, collegandomi al tuo discorso in merito al Natale e festività affini, anch'io sono un po' sul "chi va la". Comunque evitare una gastroenterite è abbastanza complesso, mangiare sano, cercare di condurre uno stile di vita sano e corretto...tuttavia forse è l'unica causa di vomito che non riusciamo a controllare direttamente, per quello credo faccia più paura..
 
Ciao Trudy,
Io sin dalla tenera età, mi ricordo quasi tutti gli episodi di vomito (sia i miei, che quelli delle altre persone) in cui già da piccola 4/5 anni circa mi tappavo le orecchie e gli occhi per non sentire e non vedere ne immaginare, cosi è stato per la tenera età, per l'adolescenza ed è uguale sino al giorno d'oggi, nulla cambia, convivo con la paura quasi fosse una parte di me, evito cibi nuovi, evito abbuffate, evito locali dove qualcuno può star male, il problema è che in ogni dove anche in ufficio dove lavoro può capitare a qualsiasi persona perché come mi dice la gente "è un processo naturale dello stomaco per l'autodifesa" ma per me non è cosi, per me è la cosa più infernale. Dunque per tornare alla tua domanda io sono quasi convinta che è una cosa che avviene nel subconscio probabilmente alla tenera età, o magari ci si nasce già cosi, e posso mettere la mano sul fuoco che non passa e mai passerà, ma siamo noi che limitandoci nella vita impariamo a conviverci.
Ciao :)
Ciao Ruslana! :) grazie per la risposta...
Mah, che siamo nati emetofobici ho i miei dubbi, tuttavia credo che siamo stati un po' plasmati, magari da genitori iper-protettivi o da eventi magari avvenuti durante l'infanzia (magari a scuola un bimbo che stava male, noi che ci siamo presi un virus...) nei quali però non avevamo gli "strumenti necessari" a rielaborarli correttamente.
E una fobia molto insidiosa e difficilmente comprensibile, ma penso che si possa comunque migliorare...
Hai intrapreso un percorso psicoterapeutico nel frattempo? :)
 
Eccomi qui a lasciare anche la mia esperienza.
Ci sono stati due traumi nella prima infanzia che hanno segnato il divenire della mia fobia, in entrambi sono stata costretta (ripetutamente) ad assistere a scene di emesi e da allora alla sola idea del vomito, mio o di altri, sono sempre andata nel panico.
Il caso però ha voluto che negli anni avessi una certa "fortuna" (zero virus, zero problemi gastrointestinali, zero persone cagionevoli accanto a me) e questo aspetto di me scivolasse nel pentolone di una situazione molto più complessa.
Sono arrivata a più di trent'anni pensando che quel panico fosse una reazione normale, quello che intendono le persone quando ci rispondono "ma a nessuno piace vomitare".
Nel 2013 sono diventata mamma e immediatamente dopo la nascita di mio figlio ho avuto un crollo psicologico che tutti mi dicevano dipendere dagli ormoni sballati...ma la verità è che quando sono diventata madre per la prima volta è stato come se mi avessero legata a uno specchio costringendomi a guardarci dentro 24 ore al giorno per vedere in continuazione le scene più misere della mia vita di figlia e riviverne all'ennesima potenza tutta la sofferenza che avevo provato. Guardavo me bambina con gli occhi di madre e mi domandavo come fosse possibile che le persone che mi avevano dato la vita avessero potuto trattarmi così. E nel provare quel dolore straziante la fobia è schizzata alla stelle.
Quando mio figlio faceva il ruttino dopo la poppata trasalivo per lo spavento.
E durante uno di quei pomeriggi infiniti in cui non sapevo dove sbattere la testa ho preso il telefono, mi sono messa a navigare e sono arrivata qui.
Allora non ero pronta a gestire quel carico. Ci è voluto tempo. Ma in quel tempo la consapevolezza che il mio problema avesse un nome e tanti altri volti oltre al mio mi ha dato forza e lucidità.
 
Ciao a tutti, un po’ in ritardo vi racconto anche io la mia esperienza. Non ricordo esattamente l’anno in cui è iniziato tutto, ma c’è un solo episodio della mia infanzia che ricordo come fosse ieri e credo proprio che quello sia stato l’origine. Ero alle elementari ed era pomeriggio, un bambino improvvisamente si sente male e v*** proprio di fianco alla cattedra della maestra. Ero un po’ scossa inizialmente poi tranquilla, torno a casa e faccio merenda. Dopo poco mi sento male anche io: avevo preso il virus gastrointestinale. Ricordo che è durato per giorni, sono stata molto male, ricordo anche prendevo un antibiotico al sapore di banana. Dopo quell’episodio la mia vita è andata avanti tranquillamente fino alla fine delle medie/inizio superiori. Non ho mai dato troppo peso a tutti i segnali che il mio corpo mi mandava per farmi capire che c’era qualcosa che non andava, perciò cercavo di andare avanti facendo finta di nulla. Soltanto quando ormai non riuscivo più a gestire il panico, ho cercato anche io su internet e ho trovato questo forum. Per me è stata una vera gioia, come penso per molti, sapere di non essere gli unici “strani”, e di non essere soli ad avere questa fobia.
 
Credo di avere questa fobia dalla nascita. Rovesciare per me vuol dire avere un attacco di panico praticamente, e credere di morire.
Non c'è stato un trauma infantile, non che io ricordi, questa fobia è cresciuta insieme a me.
 
Credo di avere questa fobia dalla nascita. Rovesciare per me vuol dire avere un attacco di panico praticamente, e credere di morire.
Non c'è stato un trauma infantile, non che io ricordi, questa fobia è cresciuta insieme a me.
Ciao Serena! :)
Ne hai mai provato a parlarne con uno psicoterapeuta?
 
No , mai.
Si dice che la paura di cadere da cavallo si vince risalendo. Ma l'emetofobia non credo sia superabile. Non è come l'agorafobia o la iatrofobia, la psicoterapia comprende anche casi pratici che gradualmente ti aiutano a superarle, ma non esistono casi pratici nell'emetofobia, l'unico caso pratico è quando stai male , e quella non può essere un'esercitazione :(
 
No , mai.
Si dice che la paura di cadere da cavallo si vince risalendo. Ma l'emetofobia non credo sia superabile. Non è come l'agorafobia o la iatrofobia, la psicoterapia comprende anche casi pratici che gradualmente ti aiutano a superarle, ma non esistono casi pratici nell'emetofobia, l'unico caso pratico è quando stai male , e quella non può essere un'esercitazione :(
Ciao Serena, ho riflettuto su ciò che hai scritto, tuttavia, lo psicoterapeuta potrebbe, secondo me, fornirti degli strumenti utili che possano aiutarti a concepire tale evento non così spaventoso. Certo, il terrore potrebbe esserci, tuttavia, avvalendoti di ciò che hai appreso durante le sedute, potresti iniziare ad "accettare" di più ciò che potrebbe succedere: sia a te che ad altri.
 
Indietro
Alto