• Questa community è solo un punto d'incontro per persone che soffrono di emetofobia e non può essere considerata come terapia per superarla, per questo consigliamo sempre di consultare uno specialista. Buona navigazione a tutti. ;)

L'interrogativo..

Federico

Iscritto
Ciao a tutti, non scrivo molto spesso, ma leggo sempre le storie e le situazioni di altre persone presenti qui sul forum..
Sono emetofobico da quando ho ricordo..
Non sono mai andato da uno psicologo, mangio normalmente, anche con la nausea non me ne frega nulla, anche se so che dopo sto male.. Ho molte difficoltà, strutturando l'intera giornata di lavoro in base a questa piaga che vive dentro di me da anni...
Io volevo solo chiedere una cosa...
Visto che considerato che questa fobia vive dentro di noi 24h su24 365 giorni l'anno, come può un percorso terapeutico permetterci di uscirne completamente...
Utilizzo il termine completamente perché a mio avviso in fobie del genere non esistono mezze misure, la mezza misura equivale a star male lo stesso..
In sintesi... Come è possibile che un giorno magicamente dopo anni di terrore e fuggi fuggi, noi grazie all'aiuto di qualche anima pia dovremmo riuscire ad avere nausea e virus senza nessun tipo di problema o senza ricadere nel baratro?
Io ho la sensazione che dopo decenni di questo schifo dentro di me io sia marchiato a vita, si, si riuscirà a vivere lo stesso, si riuscirà ad andare avanti, ma mai seriamente al 100%..
Spesso mi chiedo se in un'altra vita ho fatto qualcosa di male per meritarmi questa morte nere che ho dentro da troppo tempo oramai..
 
Beh mi chiedo come tu faccia a vivere "normalmente" in quello stato con la paura costante ^^' Io non mi sopportavo in quei stati per dirti, proprio mi odiavo e sarà perché proprio mi precludeva il giusto corretto modo di vivere la vita, sì con pensieri, ma senza che mi precludesse uscite, mangiare, ecc e soprattutto di esprimere davvero me stessa.
Non è che non avrai più preoccupazioni, semplicemente le saprai affrontare senza precluderti la vita, punto. Ciò che cambieranno saranno i tuoi atteggiamenti, la positività che ci metterai anche nelle difficoltà, quelle ci saranno sempre, non è che magicamente il terapeuta usa la bacchetta della fata e ti dice "d'ora in poi niente più preoccupazioni", non funziona così. Le gioie e i dolori ci devono essere, sennò come facciamo a sentirci completi? E ho citato le parole di una canzone recente di Celine Dion. Semplicemente imparerai a usare strategie "sane" e a non focalizzarti su qualcosa che non è il tuo vero male. Tu hai paura del vomito, ma la verità è un'altra e la devi cercare dentro di te. Così io ho fatto e ne sto uscendo. Ed è bello gustarsi la vita con gioie e dolori in maniera più consapevole e vissuta appieno :)
 
provo a risponderti, anche se non è facile, perchè ci vorrebbe una psicologa per spiegartelo, in quanto userebbe le parole corrette e sicuramente sarebbe più facile capirla.

Quando guariremo, grazie ad una terapia o grazie a qualsiasi altro percorso personale, non avremo più la nausea h24! quando ci verrà, sarà per un motivo reale, non per ansia, ma per una indigestione, un virus, o che ne so. Ma non saremo spaventati e accetteremo di averla, e anche le conseguenze che può provocare.

Il punto è proprio che noi stiamo male sempre perchè abbiamo paura di questa cosa, quindi ci sembra di avere sempre la nausea, e forse è vero che ce l'abbiamo. L'attenzione è sempre lì, ogni minimo movimento lo associamo alla nausea e quindi alla paura di vomitare.

Poi comunque la terapia non ti insegna a non aver paura della nausea, ma risolve proprio i conflitti che abbiamo dentro di noi, e che in noi si manifestano con la paura del vomito....perchè noi vediamo in superficie, ma se abbiamo una fobia è perchè abbiamo qualcosa dentro, di più profondo, che va risolto, e risolto quello pian piano se ne va anche la fobia.

Tra parentesi tu scrivi una cosa che è in antitesi con quello che dici dopo: mangi e te ne freghi. Oppure che contiene già la soluzione. In futuro ci saranno momenti in cui avvertirai la nausea, ma te ne fregherai, la sentirai e basta, senza averne paura.
 
Mangio e me ne frego perché dopo anni, so riconoscerla al 99,9% perché la certezza assoluta non celho mai.. questo è chiaro..
Io mi ricordo quando 14 anni fa sono stato male insieme a tutta la famiglia, me lo ricordo come se fosse oggi.. da lì è partito tutto..
Mi ricordo addirittura il colore del pigiama che portavo è il colore delle lenzuola del letto...
alcune volte non mi ricordo nemmeno che devo fare domani..
L'arcano sta nel comprendere che cosa è successo di sbagliato? Si ok... andavo in giro con una bacinella vomitando a destra e a manca perché il bagno era solo uno...
Ma poi? Cioè può succedere...
Però perché mi ha comportato tutto questo..
Voglio precisare che il mio modo tranquillo di parlare di tutto ciò deriva dal fatto che ho la mente logora dopo anni, e di certo non temo scrivere "vomito"... scusate se nelle righe emerge un certo tono di nervosismo, sto cavalcando proprio quest'ultimo per sfogarmi un po'...
 
Che tu scriva vomito o altro a me non fa senso, mai fatto nemmeno da presunta fobica...
Perché siamo sensibili e chi è più sensibile tende ad aver le emozioni magari "più instabili" e attenzione non sto dicendo che siamo deboli, più sensibili, fine. Non c'è nulla di male.
Quell'episodio ha risvegliato qualcosa, scusa 14 anni fa, quanti anni avevi?
Beh non c'è nulla di sbagliato in quell'episodio, l'unica sarebbe da chiederti come hai reagito e cosa ti ha spaventato maggiormente...
Anche io me ne fregavo, ma poi sono sbottata, perché sinceramente vivere così è contro producente, per me almeno lo era...
 
A me brucia da morire vivere così, mi da fastidio non avere il controllo su me stesso, quando ho qualche giornata importante è in bagno la mattina senso la nausea alla gola mi dico "Buongiorno come stai" cioè dopo anni è una cosa che fa parte di te.. ti fa pura come il primo giorno ma sta sempre lì aggrappata come una sanguisuga... poi ti rendi conto che dipende tutto da te e ti sale ancora di più il nervoso..
Avevo 7 anni.. più io mi sforzi di ricordare quel giorno che so a memoria, più non trovo nessun elemento fuori posto.. di particolare inportanza..
Ammetto che ci sono state cose che in quella notte mi hanno turbato come vedere mia sorella vomitare dalla finestra...si dalla finestra.. e mio padre fare avanti e indietro dal bagno facendo quel rumore tremendo mentre vomitava... ma apparte questo...
E' un vicolo cieco sempre per me..
 
Poche persone nella mia vita sanno veramente di me.. di questa fobia.. una mi ha lasciato 2 anni fa la mia ex è con lei forse se n'è andata anche quella poca parte di benessere che si era creata.. poi c'è mia madre che poverina per quanto si sforzi di rassicurarmi non ha la minima idea di quanto sia strana questa cosa.. di quando mi possa massacrare mentalmente all'affermazione
" darei qualsiasi cosa per poterti togliere questa fobia"
Sono cresciuto in borgata nella classica comitiva di disastrati ma " volemose bene"
Non ho mai avuto paura di niente e pure...
Chiudendo il cerchio torniamo allo stesso punto..
Perché ? Cioè perché? Che cosa c'è che non va ?
 
no, non intendevo dire che le cose che "stanno sotto alla fobia" vanno ricercate nella notte, per te, in cui si è scatenata.
Intendevo dire che se dopo un episodio bruttissimo, a te è venuta la fobia, mentre magari ad un'altra persona cheabbia vissuto lo stesso non viene, è perchè quell'episodio ha smosso delle corde su cui sei particolarmente sensibile. E' difficilissimo da spiegare.....
In una terapia di sicuro non parleresti solo di quel bruttissimo momento, perchè è di sicuro bruttissimo, ma dellle emozioni che hai provato e del perchè te lo ricordi ancora come un evento traumatico. Perchè tutti vomitavano e stavano male. Ok, senza dubbio. Ma perchè (sto inventando!) non ti ha turbato magari vedere un tuo amico che perdeva sangue dal naso per una pallonata, ma ti ha turbato questo evento di vomito? di questo si parla in terapia......potrebbe uscire che ti sei sentito vulnerabile, che hai perso il controllo, che ti ha dato fastidio vedere i tuoi familiari senza controllo. Di questo si ragiona in terapia, si risolvono queste paure "sottostanti" e poi anche la manifestazione delle paure, cioè l'emetofobia guarisce.
(lo so che mi sto spiegando malissimo, ma è difficilissimo!)
 
Più ti torturi e peggio è, credimi.
Se tu iniziassi una terapia e senti che ogni giorno è impossibile e se stufo, io farei un pensiero. Altro non ti posso consigliare, voglio dire, le risposte le hai dentro di te. E so che probabilmente mi dirai "e che bell'aiuto...", ma di fatto è così. Ancora tua madre ti è stata vicina e comprensiva, io avevo amici che mi hanno scartata poco a poco perché pensavano che stessi fingendo... Ma le mamme capiscono eccome, solo pochi amici mi sono rimasti fedeli, ma meglio, i veri amici sono altri ;)
Comunque cerca di prendere in considerazione una terapia a questo punto.
 
E macamille ti ha spiegato nella maniera più comprensibile che poteva fare :) E ha ragione.
Le risposte potresti trovarle con chi ti potrebbe davvero aiutare, credimi. Razionalmente sai che è ansia e che non capisci PERCHE' stai male, ecc, ma il tuo profondo lo sa...
 
... Ma le mamme capiscono eccome,

Purtroppo, non sempre è così. Nel mio caso, la mia più grande nemica è mia mamma, che a modo suo mi vuole bene, anzi forse me ne vuole fin troppo, ma proprio per questo mi fa sentire sbagliata per il fatto che io non sia la figlia perfetta che lei vorrebbe.

Vedi @Federico , andando in terapia io ho capito che tutti i miei problemi derivano da qui, e solo quando riuscirò a risolvere i conflitti con mia mamma avrò risolto tutto. Che poi non vuol dire tagliare i ponti, o sperare che cambi lei, ma "semplicemente (na parola!) accettare che il suo non è non-amore, anzi. Che io sono amata anche se non sembra, e che vado bene così come sono anche se sono diversa da come lei mi vorrebbe. Che io posso esprimere me stessa, e che vado bene, anche se sono diversa da come dovrei essere, secondo lei. E che lei a suo modo mi ama, anche se in modo sbagliato.

Capirai, ho detto niente! sono "solo"tre anni che ci sto lavorando su!:(
 
Posto che tutti i genitori vorrebbero che i loro figli fossero come loro, e ciò ovviamente NON è possibile, perché ognuno è diverso ed a modo suo...
Anche la mia è troppo apprensiva, e mi sembrava che desse più attenzioni a mio fratello, visto che caratterialmente e di cose da condividere sono più simili, e quanto me la prendevo, ma alla fine siamo arrivate a un compromesso. I genitori ci amano a modo loro e ognuno è diverso. Però mia madre mi ha sempre lasciata fare la mia strada, ma a volte ho sentito il peso dell'impicciarsi, però ripeto secondo me è un fatto che i genitori si preoccupano per noi, a modo loro e sta a noi cercare di arrivare incontro, come anche loro devono venire incontro a noi. Non è semplice, ma si riesce.
 
Caro Federico, la domanda che fai nel tuo post iniziale, solleva più dubbi che credo qui dentro molti abbiano: "ma la terapia serve?" "ma funziona veramente?" "ma alla fine guarirò completamente dall'emetofobia?" "guarirò al 100%?" "ci dovrò convivere?"ecc... ecc...
Per dare una risposta a queste domande, è necessario uscire dalla questione emetofobia e vedere le cose in una prospettiva più ampia.
L'emetofobia, il terrore del vomito, non è altro che la punta di un iceberg. L'oggetto delle paure è il vomito. Identifichiamo quella cosa come il male, come la sintesi dei nostri disagi e delle nostre sofferenze.
Il terapeuta non è un mago, e direi pure per fortuna! Non deve cambiarci! Quello che deve cambiare sono i nostri processi mentali in risposta ad alcune situazioni, eventi, emozioni.
Quello che c'è da capire è: perché ho paura? Quali conseguenze ci sarebbero? Che emozioni provo? Se mi trovassi in quella situazione cosa potrebbe accadere? Di cosa ho paura?
Rispondere a queste domande, porta ad andare a scavare a fondo dentro di te, significa nella tua famiglia, nella tua personalità, nel tuo rapporto con gli altri, con te stesso.
Quello che farai durante il percorso terapeutico, è costruirti, con l'aiuto del terapeuta, una specie di "valigia degli attrezzi", che ti permetterà di risolvere le future situazioni che ti creano ansia.
L'ansia, in questo momento, non è solo emetofobia. Noi vediamo l'emetofobia perché è il problema più grande, ma si è ansiosi per tante cose. Noi, con l'emetofobia facciamo diventare l'ansia, la paura, in qualcosa di patologico.
Ma la paura, come tutte le emozioni, non deve essere vissuta in un modo patologico, bensì in un concetto più sano. Per fare questo, dobbiamo comprendere noi stessi.
Evitare di essere giudici di noi stessi. Accettare noi stessi per quello che siamo. Amarci.
Un terapeuta sicuramente potrà spiegarti tutto questo di gran lunga meglio di me, ma, se hai un pochino capito quello che intendo, ti sarà un po' più chiaro il concetto di prospettiva più ampia che ti dicevo all'inzio: entri in terapia per l'emetofobia, ne esci che sai affrontare molte altre situazioni d'ansia e paura oltre l'emetofobia!
Cambierà il tuo approccio alle situazioni, cambierà l'opinione che avrai, cambieranno in meglio molte cose.
Ma per fare questo occorre crederci, essere convinti di voler raggiungere un obiettivo, avere pazienza, saper soffrire, rispettare la terapia e il terapeuta, volersi bene.
Se un giorno intraprenderai un percorso terapeutico e riuscirai a portarlo a termine (ma sono convinto di questo perché tutti possono farcela!!!), spero tu possa tornare qui e rispondere tu stesso alle domande che hai fatto a noi. Non abbatterti! :)
Infine, quotare tutto mi sembrava esagerato, ma devo dire che mi trovo d'accordo su quanto hanno scritto @Valentina e @macamille ! ;)
 
Ti capisco, anche io me lo chiedo spesso, non sono mai andata da uno psicoterapeuta, anche perchè avendo solo 18 anni, per adesso le spese spetterebbero a mia madre, e purtroppo non abbiamo abbastanza soldi per permetterci di mantenere uno psicoterapeuta per me, e questo lo trovo disastroso... perchè non so come uscire da questa situazione, e quella mi sembra l'unica sponda, anche se non saprei manco dove iniziare, fin da piccolissima io ho visto il vomito sempre come una cosa orrenda, non so pensare a un episodio scatenante, perchè tutti lo sono stati in maniera eguale
 
Indietro
Alto