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Antidepressivi/ansiolitici: le vostre esperienze

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Utente eliminato 109

Guest
Buongiorno a tutti. Come qualcuno di voi avrà letto in qualche discusssione, ho iniziato psicoterapia da un paio di settimane con un’altra terapeuta. Nell’ultima seduta, la psicologa ha pensato di consultare uno psichiatra per avere un parere riguardo la possibilità di farmi assumere una dose leggera di antidepressivo e/o ansiolitico per riuscire a farmi lavorare meglio. Premetto che non sono un medico e non mi permetto di demonizzare tali farmaci, ma sono abbastanza informato sull’argomento, ho letto molte esperienze di tante persone su vari forum, e non nego che gli SSRI (antidepressivi) in particolare mi fanno PAURA. Mi sono già stati prescritti in passato, ma non li ho mai voluti assumere. Ho solo assunto un ansiolitico (il più famoso) per un paio di mesi, poi ho scalato e l’ho eliminato. Effetti collaterali iniziali a parte, ho letto che tali farmaci portano una marea di disturbi, anche permanenti, il più comune riguardo la sfera sessuale che viene alterata significativamente. Avendo già avuto esperienze simili con un blando procinetico che mi alterava la prolattina, so cosa vuol dire non avere input a livello sessuale, ed è brutto. Mi piacerebbe leggere qualche esperienza da parte di chi ha assunto questi farmaci; come vi siete sentiti, se avete avuto disturbi prima/dopo/durante, e se questi farmaci sono effettivamente serviti.
 
Io non ti so dire, perché FORTUNATAMENTE non ho MAI dovuto prendere antidepressivi, nemmeno quando ero nel male più totale e ci stavo dentro perfettamente... prendevo solo un mio rilassante/ansiolitico... sporadico, ma alla fine eliminato già da un anno e passa, e non era costante... quindi passo la parola a chi magari sa più di me sicuro...
 
Io me la sono sempre gestita con un ansiolitico al bisogno e l'ho sempre preso di rado e solo in casi di forte necessità. Ora, per una mia situazione particolare, in questo momento mi è stato prescritto un antidepressivo (più un regolatore dell'umore, diciamo, che un antidepressivo) che io non ci tenevo tanto a prendere ma diciamo che è un momento della vita in cui è importante che mi aiuti a tenermi più tranquilla possibile, e francamente non mi pare mi stia dando alcun effetto negativo. Considera che prendo una dose infinitesimale e che so che appena non occorrerà più verrà gradualmente sospeso, quindi se valuti di assumere una dose molto blanda e sei preparato a non diventarne schiavo per la vita, potresti provare e vedere come lo reggi, e se non ti va bene ne riparli con lo psichiatra e sospendi, non è mai una cosa irreversibile ;)
 
Io me la sono sempre gestita con un ansiolitico al bisogno e l'ho sempre preso di rado e solo in casi di forte necessità. Ora, per una mia situazione particolare, in questo momento mi è stato prescritto un antidepressivo (più un regolatore dell'umore, diciamo, che un antidepressivo) che io non ci tenevo tanto a prendere ma diciamo che è un momento della vita in cui è importante che mi aiuti a tenermi più tranquilla possibile, e francamente non mi pare mi stia dando alcun effetto negativo. Considera che prendo una dose infinitesimale e che so che appena non occorrerà più verrà gradualmente sospeso, quindi se valuti di assumere una dose molto blanda e sei preparato a non diventarne schiavo per la vita, potresti provare e vedere come lo reggi, e se non ti va bene ne riparli con lo psichiatra e sospendi, non è mai una cosa irreversibile ;)
Ciao, grazie per la risposta. Anche io me la sono sempre “cavata” con ansiolitico al bisogno, preso rarissime volte, o comunque optando per qualcosa di naturale, ma non ho mai risolto nulla. La psicologa dice che l’ansiolitico andrebbe assunto in maniera terapeutica, almeno per un paio di mesi, ma credo sia risaputo che le benzodiazepine non sono terapeutiche ma solo tamponanti. So che gli antidepressivi non servono solo per la “depressione”, ma io non so se ne ho realmente bisogno. Oltre ai disturbi psicosomatici (nausea, pesantezza, a volte reflusso), ho degli sbalzi di umore, anche in base a come mi sento, o anche al clima. Tu hai detto di assumere uno stabilizzatore dell’umore: Non sarebbe meglio valutare qualcosa di simile quando parleró con lo paichiatra? Lo so che è sbagliato affidarsi ai forum o al web in generale, ma sui forum riguardanti gli antidepressivi, ne ho lette veramente tante di esperienze. È vero che gli effetti collaterali sono soggettivi, ma ci sono molte persone rimaste con danni irreversibili, soprattutto sulla sfera sessuale, anche dopo aver eliminato il farmaco a distanza di anni, e non credo che la gente si inventa palle. Lo scombussolamento della sfera sessuale è uno dei primi disturbi di questi farmaci, io stesso l’ho provato personalmente dopo aver assunto un blando procinetico che aumenta i valori della prolattina e di conseguenza abbassa (quasi azzera) il libido, e in questi casi finisci per stare meglio da un lato ma male da un altro, difatti sono poi ricaduto. Fortunatamente nel caso dei procinetici ritorna tutto alla norma dopo qualche giorno dalla sospensione. Martedì andró a parlare con lo psichiatra (che in passato avevo già incontrato). Ma so già che, non appena diró le cose scritte sopra, andrà in paranoia. L’ultima volta lasció la parola alla mia psicologa, ovvero disse di far valutare a lei se ne avessi effettivamente bisogno, e lei optó solo per l’ansiolitico. Lo psichiatra non ha mai smentito tali effetti collaterali, anzi, era parecchio stupito che conoscessi così tante cose su questi farmaci. Basta anche cercare su google PSSD per capire di cosa parlo. Ad oggi, nessun psichiatra riconosce questa patologia, e le persone affette da ció non hanno nè supporto, nè comprensione, nè tantomeno vengono credute.
Saró anche paranoico, ma non mi fido molto di queste sostanze...
 
Indubbiamente gli effetti collaterali possono esserci, ma immagino siano farmaco e dose dipendenti. Per esmepio mio padre vive da decenni sotto farmaci e indubbiamente ne ha risentito, ma parliamo di farmaci pesanti a dosi impegnative. Dovresti fare una conversazione pratica con lo psichiatra ed esporgli le tue riserve, sicuramente potrà trovare un farmaco che, somministrato alla dose giusta, non ti causi problemi, ma ovviamente se tu non ti senti sicuro non devi forzarti fare nemmeno questo. L'assunzione di farmaci va valutata con estrema cautela e se non sei sicuro di voler provare, valuta bene insieme allo psichiatra e decidi ma non sentirti obbligato
 
Il punto è che sono una persona cocciuta (o forse ipocondriaca? Boh!), martedì riempiró sicuramente lo psichiatra di paranoie, ed essendo lo stesso psichiatra che incontrai tempo fa, so che andrà anche lui in paranoia. In primis perché le mie paure sono fondate e reali, e lui stesso non può e non ha mai negato gli effetti collaterali, e poi perché lui stesso, se mi vede riluttante, non può obbligarmi ad assumere alcun farmaco. Quindi rimarrò sempre in questo limbo! Quando lo incontrai la volta scorsa, mi avevo prescritto la Sertr****a (che sospesi dopo la prima mezza pillola perché sentivo la nausea più forte). Quando lo raccontai a lui, mi cambió molecola, dicendomi di provarne un’altra: prese 4/5 compressine, li mise in un foglio di carta e mi disse “prova questi e vedi che effetto ti fanno”. Cioè, mi sembravano degli esperimenti e, poiché non parliamo di caramelle, questo modo di affrontare il problema non mi è mai piaciuto. Lui stesso, in base alla mia indecisione mi spediva dalla psicologa, dicendo di far valutare a lei se prenderli o meno, lei diceva di no, e alla fine non li ho mai assunti. Io ho paura di perdere la mia lucidità con questi farmaci... ho paura di stare “meglio” assumendoli ma rimanere attaccato ad essi. Dall’altra parte, se penso al fatto che potrei stare meglio, anche solo per un paio di anni, poter prendere qualche chilo e vivere meglio, sarebbe un sollievo, perché ormai è diventata una lotta continua con la nausea e con questa fobia maledetta.

Rinnovo il post a chi legge: se qualcuno ha fatto uso di questi farmaci, per favore datemi qualche consiglio, perché di questo passo non mi deciderò mai.
 
Ciao Roth,
io nei miei periodi più neri ho avuto a che fare con due molecole di antidepressivi come escita*****m e dulo****na e devo dire che mi hanno aiutata a risollevarmi anche se, ovviamente, l'emetofobia non s'è ne è andata, pero hanno contenuto i sintomi. Come effetti collaterali non ne ho avuti di particolarmente fastidiosi, anche perché le dosi erano basse. Io penso che, ovviamente senza abusarne e sotto controllo medico, non ci sia nulla di male nell'aiutarsi a stare meglio in quei periodi in cui se ne ha veramente bisogno.
 
Ciao Alessadra. Non metto in dubbio che questi farmaci aiutino a stare meglio e risollevarsi. O comunque a ridurre l’ansia e le varie consegunze che essa comporta. La domanda che tormenta il mio cervello è una sola: mi servono veramente? Ho appena letto una discussione di lellona, fatta circa un annetto fa, e mi sono riveduto molto in lei e nei dubbi che aveva riguardo l’assunzione. Peccato che abbia smesso di scrivere e aggiornare la sua situazione. (In effetti ormai scrivono in pochi su questo forun, ed è un peccato, perchè, anche le esperienze positive aiutano altri che ci stanno ancora dentro). Lo psichiatra mi ha rinviato l’appuntamento a martedì prossimo, quindi non mi sono ancora consultato con lui. La psicologa, secondo la loro chiacchiereta riguardo la mia situazione, mi ha detto che lui ritiene ci voglia un aiutino leggero, giusto per ridurmi l’ansia e farmi affrontare meglio la psicoterapia e le varie paure che la fobia mi porta. Io ho paura che infarmaci mi “coprano” l’ansia, e quindi di non riuscire a superare il problema da persona “lucida”. In questi giorni sto avendo attacchi di ansia a manetta. Non sempre, ma capita spesso. Riesce a calmarmi solo l’ansiolitico... maledizione, non appena lo prendo, mi passa la nausea e sto “bene”! È la nausea che mi manda in paranoia! Mi fa vedere tutto nero, mi fa essere negativo su tutto, mi spegne la vita! Adesso ho paura di perdere fiducia nella psicologa, poichè anche lei è d’accordo sul fatto che dovrei assumerli. E se mi rifiuto? Se non vorrà più seguirmi perchè non collaboro? La mia attuale idea, è quella di parlare con lo paichiatra e optare solo per l’ansiolitico. Ma so già che cosa mi dirà: l’ansiolitico è sintomatico, gli antidepressivi sono terapeutici. Ed è vero. Ma io sono pieno di paure e pregiudizi verso questi farmaci, e non so se cambieró mai idea.
 
Ciao Roth,
ma i tuoi pregiudizi sugli antidepressivi nascono da esperienze che hai riscontrato in persone a te vicine (magari hai visto gli effetti che tali farmaci hanno avuto su persone che conosci) o sono solo per "sentito dire"? Io, ti ripeto, in base alla mia esperienza non ho avuto alcun tipo di problema una volta assunti, anzi mi hanno aiutata ad affrontare meglio i periodi più difficili. In ogni caso, anche qualora ti rifiutassi di assumerli, non penso proprio che la tua psicologa decida di smettere di seguirti. E' una scelta che spetta solo a te.
 
Premessa: non ho mai preso ansiolitici o antidepressivi.
Lo so che è sbagliato affidarsi ai forum o al web in generale
Soprattutto per questioni mediche. Non siamo tutti uguali, tutti abbiamo una storia clinica diversa e un terapeuta diverso.
ma sui forum riguardanti gli antidepressivi, ne ho lette veramente tante di esperienze
E ne potresti leggere ancora di più, e ancora di più, se continui a farlo, e questo non ti aiuterà ma ti farà solamente aumentare di più il dubbio. Non è leggere esperienze che ti aiuterà, perché se ce ne fosse anche solo 1 che non ti piace, il dubbio ce l'avresti comunque.
È vero che gli effetti collaterali sono soggettivi
Bravo, appunto.
ci sono molte persone rimaste con danni irreversibili, soprattutto sulla sfera sessuale
Se questo aspetto ti preoccupa particolarmente, vedi se è possibile assumere un farmaco che limiti o non abbia proprio effetti collaterali sotto questo aspetto.
ho paura di stare “meglio” assumendoli ma rimanere attaccato ad essi
Praticamente stai parlando di una dipendenza. Io non me ne intendo, però penso che servano dosi di un certo tipo e per un periodo prolungato. Ma col controllo psichiatrico questi rischi non credo possano esserci. Insomma, questa penso sia più una tua ansia che una paura concreta.
mi servono veramente?
Io penserei che se il terapeuta me li prescrive, mi servono. Ti fidi del tuo terapeuta? Ricorda che, qualsiasi dubbio hai, parlane con lui/lei! Devi sentirti sicuro!
E se mi rifiuto? Se non vorrà più seguirmi perchè non collaboro?
Penso che se gli fai capire le tue perplessità cercherà comunque di aiutarti! Dovete confrontarvi su questo discorso dei farmaci.
Ma io sono pieno di paure e pregiudizi verso questi farmaci, e non so se cambieró mai idea.
Ed è questo lo scoglio che devi superare. Per questo ti chiedo se ti fidi del tuo terapeuta. Parlane, confrontati, chiarisci i tuoi dubbi e cerca di farti aiutare da lui/lei per superare le ansie anche sui farmaci. Spero che tu riesca a prendere una decisione serena e convinta! :)
(In effetti ormai scrivono in pochi su questo forun, ed è un peccato, perchè, anche le esperienze positive aiutano altri che ci stanno ancora dentro
La penso come te. Hai perfettamente ragione, ma purtroppo amico mio con i social network siamo fregati. Forum come questo sono una risorsa. Io ci ho provato più volte a portare le persone a scrivere perché aiuta tutti. Se hai idee fammi sapere. :D
 
@Alessandra I pregiudizi sugli antidepressivi nascono da esperienze lette sul web e sui forum. Conosco solo due persone ormai dipendenti da 5 anni dall’ansiolitico, ma questo perchè non sono mai stati seguiti da qualcuno e sono finiti per perdere il controllo della situazione. Io l’ansiolitico l’ho assunto in modo continuo e a dosi bassissime per un paio di mesi, e non mi ha mai dato alcun effetto collaterale, anzi. Poi l’ho scalato e adesso lo prendo raramente al bisogno. Avendolo provato sulla mia pelle, quel tipo di farmaco non lo temo (nonostante abbia letto casi di dipendenza e conosco persone dipendenti).

@Re Julien Hai perfettamente ragione su tutto. Io onestamente non avrei nulla da perdere nel provare. Ti diró la verità: non temo la nausea (tanto mi viene comunque), temo di più la disfunzione sessuale, e ho paura di compromettere il mio rapporto sentimentale. Mi blocca questa cosa. Mi sento responsabile nei confronti del mio ragazzo. Vedró di parlare con lo psichiatra riguardo queste cose. Da quello che ho capito, lui vorrebbe darmi un dosaggio abbastanza leggero da evitare effetti collaterali e diminuire l’ansia, in modo tale da permettermi di affrontare le mie paure. Allo stato attuale, non funziona niente: se ho l’ansia e la nausea, mi annullo, e per quanto mi sforzi di provare a fare qualcosa (mangiare ad esempio), si rivela tutto inutile. Io posso anche provare a mangiare una pizza e combattere la paura, ma poi sto male fisicamente. La nausea è reale... come faccio a “provare”? Ormai sono stufo di provare... al minimo accenno di nausea ho paura e mi arrendo. L’ansia è più forte di me, e sa quale punto deve toccarmi per mandarmi KO: lo stomaco!
 
Normalmente mangio, ovviamente non come fanno le persone “normali”, ma mangio, anche se mi tratto da “malato di stomaco” (così dice la psicologa). Inutile dire che evito determinati cibi, che mangio solo robe “digeribili” e altro. Questo credo lo sappiate tutti. In genere faccio colazione normalmente, pranzo normalmente e faccio merenda (con schifezzine varie), ma quasi sempre evito la cena, sia perché la sera mi fa terribilmente paura, sia perché, spesso e volentieri mi sento pieno dal pranzo, sia perché, effettivamente la sera faccio molta più fatica a digerire. Ci sono volte che mi viene la paura subito dopo aver mangiato, magari se provo a mangiare qualcosa di diverso, altre volte mi viene anche se mangio le cose abituali, e puntualmente finisco per avere ansia e nausea che si attenuano solo dopo essermi sforzato a digerire (o con l’ansiolitico). Non so come spiegarlo, ma subito dopo aver mangiato inizio a fare dei rutti strani (scusa la volgarità), tipo come se mandassi fuori dell’aria, fino a quando non mi sento “tranquillo”. Diciamo che la paura mi viene dopo ma, ovviamente, se ho nausea non mangio affatto.

Tornando ai farmaci, sono sempre convinto di non averne bisogno, perché ci sono momenti in cui mi sento “lucido” e reagisco, ma questo succede perché non avverto la nausea: se non ho quella, mi trasformo. È la nausea che mi fa crollare. Con la psicoterapia, sto imparando a conoscermi meglio, a capire le mie debolezze e le cose che non vanno. Vorrei aspettare, per vedere se alcune cose migliorano ulteriormente senza aiuti farmacologici.

Ps. Piccolo avvenimento successo qualche giorno fa: mi trovavo in ospedale a trovare una persona. Ad un certo punto una ragazza in un letto vicino si è alzata. Non so come io abbia fatto a capire che stava succedendo il peggio; non appena la madre o non so chi, ha detto “devi vom” io ero già scappato fuori con la tachicardia, e non sono riuscito a rientrare nella stanza per una mezzoretta circa. Cioè, ma si può? xD ormai ci rido su, perché mi rendo conto che a tratti siamo comici. E sai cosa sto capendo? Che più ci prendiamo sul serio, più ci sentiamo “malati”, più la fobia e l’ansia prendono il sopravvento. Adesso ti scrivo da lucido, magari domani avrò la nausea e staró sdraiato a vegetare sul letto, chi lo sa!

Domani comunque ho l’appuntamento con lo psichiatra. Vediamo cosa ne pensa.
 
Aggiornamento:
Sono tornato da poco dal consulto con lo psichiatra. Ho esposto brevemente il mio problema, e mi ha subito detto che lui ritiene non sia necessario un percorso farmacologico, in quanto la mia ansia/emetofobia sono di natura psicologica e vanno affrontati tramite psicoterapia. Come avevo già ipotizzato, i farmaci rischiano di coprire il fulcro del problema, e vista anche la mia riluttanza nei loro confronti, non si sente di forzarmi ad assumerli. Mi ha prescritto un ansiolitico simile a quello che assumo al bisogno, ma con un’azione più immediata e duratura, da assumere solo nei momenti di forte ansia. Adesso ho pensato di riferire ciò al mio medico di base, e se si può, optare per un qualcosa di naturale da assumere regolarmente durante la giornata, in modo da “tentare” di rilassarmi il più possibile. Voi cosa ne pensate? Non nego che mi sento sollevato da questa cosa, perché temevo mi prescrivesse gli antidepressivi, invece mi ha dato una speranza.
 
Mi sembra che è andata bene! Non ho capito il discorso della sostituzione dell'ansiolitico con qualcosa di naturale.
 
Mi sembra che è andata bene! Non ho capito il discorso della sostituzione dell'ansiolitico con qualcosa di naturale.

Nel senso di assumere qualcosa di naturale giornalmente per evitare di ricorrere all’ansiolitico vero e proprio. Ho letto che ci sono molte piante in grado di ridurre l’ansia, tipo la Melissa e molte altre.

La psicologa comunque mi aveva detto che durante il loro confronto, questo psichiatra era d’accordo con l’assunzione del farmaco. Boh... non capisco come mai abbia cambiato idea. E non ho nemmeno esposto dubbi riguardo effetti collaterali, perché abbiamo parlato pochissimo.
 
Non me ne intendo, ma non credo che qualcosa di erboristico sia uguale a un farmaco. O quantomeno non darà gli stessi risultati. Ma il tuo problema non era l'antidepressivo?
 
Ma il tuo problema non era l'antidepressivo?
Sì sì, alla fine la mia ansia non è costante o comunque eccessiva; va a periodi, quindi posso anche prendere l’ansiolitico al bisogno. Ne ho ancora un pacchetto comprato ad ottobre (questo per far capire quanto lo usi raramente). Magari con un blando ansiolitico naturale starei più calmo in generale. Ovviamente non è la stessa cosa, ma ne parlerò comunque con il medico.
 
Ciao Roth,
visto la tua riluttanza nell'assumere gli antidepressivi, mi fa piacere che alla fine il tuo psichiatra abbia deciso di non prescriverteli; una cosa però mi sento di aggiungerla, non demonizziamo in modo così negativo gli antidepressivi e/o gli ansiolitici perché, è vero che possono presentare effetti collaterali più o meno pesanti ma, se presi con cautela, senza abusarne e sotto controllo medico, possono anche aiutare a stare meglio e a condurre uno stile di vita migliore. Come tutti i farmaci, anche loro, hanno aspetti positivi e negativi. Poi ovviamente ognuno di noi è liberissimo, in caso di bisogno, di decidere se assumerli o meno. Nel mio caso mi hanno aiutata a superare dei momenti davvero difficili e senza nessun significativo effetto collaterale.
 
Assolutamente Alessandra. Dico la mia e poi chiudo questo topic perché non voglio risultare noioso, ma ci tengo a non voler lanciare un messaggio sbagliato per chi magari si ritrova a leggere l’argomento. La mia riluttanza nei confronti degli antidepressivi, nasce da esperienze lette in giro sul web e non da una mia esperienza personale, perché non li ho mai assunti, le mie sono semplici paranoie. Sono d’accordissimo sul fatto che questi farmaci possono rivelarsi utili per molte persone, bisogna però capire quando c’è la necessità di prescriverli. Io non sono un medico, mi sono solo informato in giro, ma ti posso assicurare che molti medici (anche non competenti) li prescrivono con una leggerezza assurda, e spesso non seguono nemmeno il paziente come dovrebbero. Due anni fa, mi erano stati prescritti da un medico chirurgo che mi seguiva per problemi di stomaco, quando ancora non sapevo dell’ansia e dell’emerofobia. Ho scoperto si trattava di antidepressivi, perché mi informo sempre prima di assumere qualsiasi farmaco nuovo, anche per via di intolleranze ad alcune sostanze che mi possono provocare crisi emolitiche. Stesso discorso vale per le benzodiazepine: il metodo di dire al paziente “prendili al bisogno” secondo me è il più sbagliato, perché il paziente che accusa crisi d’ansia o attacchi di panico, può travisare questa cosa, credendo che il farmaco sia innoquo e, avendo l’ansia spesso, si aggrappa al farmaco per placarla, rischiandone l’abuso. Un po’ come fanno gli emetofobici con gli antiemetici. Come hai detto tu, bisogna assumerli sotto controllo medico, ma il medico deve essere competente e non prescriverli al minimo cenno di ansia per risolvere magicamente il problema. Spero si sia capito che non demonizzo i farmaci. Diciamo che demonizzo alcuni medici, in base alle esperienze di qualche persona che conosco, ormai purtroppo dipendente dalle benzodiazepine, appunto perché il medico gli disse di assumerli al bisogno, e loro, con leggerezza si aggrapparono al farmaco ad ogni accenno di ansia, fino a rimanerci dentro a tal punto che adesso senza farmaco vanno in crisi di astinenza vera e propria. Detto questo, non vi annoio più con questi discorsi
 
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