Ciao, intanto non c'è nulla di cui scusarsi, anzi, apprezzo che tu ne voglia parlare qui con noi, visto l'argomento insolito. Che poi, non è così insolito come sembra quello che è capitato a te. Allora è inutile che stiamo qui a parlare di transfert e controtransfert, perché immagino tu sappia cos'è, anche se sei convinta di amare il tuo psichiatra. Io sono abbastanza convinto che non sia amore, ma un affetto importante dovuto al tuo modo di vivere la relazione, che deriva dal passato (questo vale soprattutto per la parte più turbolenta di questa storia, diciamo così) e che deriva dalle tue necessità e desideri. Sei arrivata da lui disperata, ti sei sentita ascoltata, capita, accettata per quello che sei, da una persona "importante" per il suo ruolo che in quell'ora di terapia era lì solo per te, per ascoltare te, per cercare di aiutarti. Anche da qui potrebbe nascere il tuo affetto.
Cosa fare?
In questi casi la risposta è una e una sola. Non ce ne sono altre. Tu devi dirlo al terapeuta e lui deve lavorare questo transfert o alla peggio indirizzarti da un collega.
Il fatto delle "moine" di cui parli può essere una tua distorsione della realtà. A tal proposito ti riporto il seguente articolo del codice deontologico degli psicologi:
Articolo 28
Lo psicologo evita commistioni tra il ruolo professionale e vita privata che possano interferire con l’attività professionale o comunque arrecare nocumento all’immagine sociale della professione. Costituisce grave violazione deontologica effettuare interventi diagnostici, di sostegno psicologico o di psicoterapia rivolti a persone con le quali ha intrattenuto o intrattiene relazioni significative di natura personale, in particolare di natura affettivo-sentimentale e/o sessuale. Parimenti costituisce grave violazione deontologica instaurare le suddette relazioni nel corso del rapporto professionale. Allo psicologo è vietata qualsiasi attività che, in ragione del rapporto professionale, possa produrre per lui indebiti vantaggi diretti o indiretti di carattere patrimoniale o non patrimoniale, ad esclusione del compenso pattuito. Lo psicologo non sfrutta la posizione professionale che assume nei confronti di colleghi in supervisione e di tirocinanti, per fini estranei al rapporto professionale.
Ora, anche se lui è uno psichiatra è ovvio che non può avere una relazione con te, quindi, o si lavora sul tuo transfert oppure dovrà valutare cosa fare. Tu non hai l'obiettività in questo momento, perché qualsiasi cosa farebbe o direbbe lui la interpreteresti a modo tuo.
Poi, a margine di questo, ci sarebbe da capire che tipo di relazioni e che tipo di rapporto hai avuto e hai con gli uomini.
Comunque, detto tutto questo, non pensare di essere strana, molte persone finiscono per innamorarsi del proprio terapeuta, fu proprio Freud a suo tempo a scoprire e dare un nome al transfert, questo anche se può sembrare un forte ostacolo alla terapia può essere utile per fornire elementi utili alla soluzione dei problemi.
Ora tu dirai, si ma io ora ci sto male, lo so, devi affrontare il problema in qualche modo. Io mi auguro, spero anzi voglio credere che tu abbia di fronte un professionista che saprà comportarsi nella maniera adeguata per il tuo bene.
Mi dispiace se quello che ti scrivo non è quello che vorresti sentirti dire, ma vorrei farti riflettere che quello che provi secondo me non è esattamente quello che pensi sia e che comunque ricordati che hai iniziato una terapia per stare bene, non peggiorare.