• Questa community è solo un punto d'incontro per persone che soffrono di emetofobia e non può essere considerata come terapia per superarla, per questo consigliamo sempre di consultare uno specialista. Buona navigazione a tutti. ;)

Sono una madre

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Partecipante
Buon pomeriggio a tutti, sono la mamma di una splendida ragazza di quasi 18 anni.
Mia figlia soffre di questo disturbo probabilmente da quando era bambina anche se non sapeva esattamente spiegarlo (parlava di mal di stomaco). È stata bene per un lungo periodo e poi, da più o meno un anno, ha iniziato ad avere attacchi d'ansia relativi allo stomaco. Solo dalla fine dello scorso anno hanno iniziato a essere frequenti sempre più, fino a diventare pesantissimi attacchi di panico quasi giornalieri. Ho dato un volto a questa fobia solo da pochi giorni, il percorso psicoterapeutico di consapevolezza corporea che sta facendo non ha dato il minimo esito, le paure sono aumentate a dismisura. Con grande peso nel cuore siamo arrivate a dover optare per dei calmanti perché non riesce più a fare assolutamente nulla di quello che faceva prima.
Stasera avrà il primo incontro con un terapeuta diverso che fa la cognitivo comportamentale e ha guarito un ragazzo che conosco molto bene, poi decideremo come proseguire. Voglio essere fiduciosa ma è dura, durissima, vedere tua figlia stare tanto male, urlare dal terrore.
Mi addolora non aver capito da subito quale fosse il problema, non lo avevo riconosciuto. Mi sento in colpa perché ho paura di aver perso tempo.
Vorrei solo vederla serena e godersi i suoi 18 anni...
Grazie a tutti voi.
 
Buon pomeriggio a te! Con grande amore sei accanto a tua figlia in questo percorso non facile, ma sicuramente risolvibile. E' dura, lo comprendo, ma sono certo che la tua fiducia troverà riscontri importanti quando comincerete a percepire il benessere di una terapia. L'impegno, la forza di volontà, amore, collaborazione, voglia di vivere e far vivere serenamente, devono necessariamente portare i loro frutti prima o poi.
Tutto questo mi serve per dirti che non devi sentirti in colpa per aver perso tempo. Io ora ho 37 anni, ho passato tutta la mia adolescenza e molto molto di più con questa fobia, eppure ora sto bene, e posso dirti che non mi interessa del tempo passato, che non penso sia stato un tempo perso, ma è stato un tempo che mi ha aiutato a comprendere me stesso e di cosa avessi bisogno per vivere bene. Oggi guardo positivamente al futuro, consapevole di chi sono e da dove vengo.
Sono certo che vedrai tua figlia godersi serena tutto il resto della sua vita, vi auguro anche a partire da questi suoi 18 anni. Se vuoi, tienici aggiornati!
Forza! :)
 
Salve! Ci tenevo tanto a dirti che secondo me non devi sentirti in colpa per aver perso tempo. Io ho qualche anno in più di tua figlia, e dal mio punto di vista quello che hai fatto e che stai facendo per lei è di un amore immenso. Il fatto che tu le sia vicina nell’affrontare questo periodo così difficile, sicuramente riesci a darle quel po’ di coraggio in più e non la fai sentire sola o incompresa. Mia mamma è la persona a cui voglio più bene al mondo, ho parlato con lei della mia emetofobia più volte ma purtroppo non riesce a capire fino in fondo come mi sento quando mi viene un attacco di ansia. A volte, nel suo piccolo riesce ad aiutarmi, altre volte mi butta ancora più giù. Per questo ti dico che, per esperienza personale, starle accanto e sostenerla è un grande incoraggiamento per lei. Spero che con l’inizio di questa nuova terapia possa andare meglio, sono certa anche io che vedrai tua figlia felice e che riuscirà a godersi a pieno la sua vita. Vi auguro tutto il meglio!
 
Cari, vi ringrazio per la bella accoglienza!
Purtroppo con il terapeuta non è andata come speravo. Il suo approccio l'ha bloccata a tal punto, che dopo mezz'ora mi ha chiamata perché le è venuto un attacco di panico. Pare che il nodo sia il non riuscire a parlare di sé, non tirare fuori. Badate bene, il terapista è bravissimo e molto dolce, ma – come sapete – quello che conta è il rapporto che si instaura, quel feeling che qui non c'è stato.
Continueremo quindi con ciò che stiamo facendo e, alla fine del percorso (che comunque non ha durata lunghissima), decideremo come muoverci. Ci ha consigliato eventualmente una terapia familiare di modo che, se non riesce a parlare lei subito, lo faccia qualche altro membro della famiglia.
Oggi la giornata è iniziata in maniera un pochino più positiva. Viviamo "al minuto", più che alla giornata, perché è tutto così repentinamente mutevole che di programmi non se ne possono fare più.
Buona Pasqua, che porti davvero una rinascita a ognuno di noi.
 
Il consiglio che vi ha dato mi sembra buono, magari potrebbe aiutare tutti voi a sbloccare la situazione. Cercate di tenere duro, vedrai che ce la farete! Buona Pasqua a voi! :)
 
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