• Questa community è solo un punto d'incontro per persone che soffrono di emetofobia e non può essere considerata come terapia per superarla, per questo consigliamo sempre di consultare uno specialista. Buona navigazione a tutti. ;)

Presentazione e sfogo

Ella_

Partecipante
Ciao a tutti ragazzi,
È la prima volta che scrivo qui nonostante segua questo Forum da anni. Volevo partire con un ringraziamento generale a tutti voi e a coloro che hanno creato questo Forum perché nei momenti difficili, leggere le vostre esperienze e sapere di non essere l'unica con questa fobia è stato di grande supporto emotivo.
Nessuno ha mai realmente capito il mio disagio e la mia paura, ho sempre provato tanta vergogna e imbarazzo nei confronti di me stessa e delle mie reazioni che agli occhi della gente sembravano spropositate.
Mi chiamo Ella, ho 19 anni e sono emetofobica da praticamente tutta la vita. Non mi ricordo un solo episodio di v. di quando ero bambina in cui non avessi paura. Probabilmente avrebbe avuto più senso inserire questa discussione nelle presentazioni, ma se scrivo, e veramente per la prima volta, qui non è per farmi conoscere quanto piuttosto per sfogarmi. Sfogarmi perché io non vivo più. Come ho detto, sono sempre stata emetofobica ma solo nell'ultimo anno la situazione è diventata ingestibile. In passato viaggiare, stare in luoghi pubblici, mangiare, uscire, bere erano cose di routine a cui non davo né peso né pensiero nonostante la fobia. Nausea? Neppure un minimo di ansia perché in qualche modo sapevo, ero certa, che non avrei v.
Ed invece, circa 7 mesi fa, dopo aver bevuto una quantità spropositata di alcol, è successo. Mi era capitato una o due volta di v. a causa dell'alcol ma non essendo appunto sobria, non avevo mai ripensato all'accaduto. Quella maledetta volta invece è capitato il giorno dopo, la mattina per intenderci. Ho provato tutto. Ogni singola sensazione è passata per il mio corpo e ogni attimo di paura l'ho affrontato lucidamente, talmente tanto che oggi non esco più, non mangio quasi più nulla, non tocco un goccio d'alcol, non dormo e non vivo praticamente più. Se non con l'ansia e il pensiero assillante che possa succedere da un momento all'altro. Mi rendo conto che la soluzione sarebbe la terapia e conto un giorno di iniziare. Ma non sono qui per cercare aiuto o una soluzione. Sono qui perché voi siete e sarete sempre gli unici a capirmi. Senza provare o immaginare. Voi capite.
Ieri sono uscita dal mio appartamento e scendendo le scale mi sono imbattuta nella mia vicina. Aveva la porta aperta ed era chinata intenta a pulire qualcosa (che non ho visto) perché il passeggino del bambino mi copriva la visuale.Ho pensato immediatamente al v. e inutile spiegarvi il panico che ho provato pur non avendo prove che fosse v. In effetti poteva essere qualunque cosa, poteva essersi rovesciato qualcosa ma l'idea non mi conforta per niente e non solo non ho con chi parlarne, adesso sto aspettando i fatidici tre giorni per vedere se mi sono contagiata da un effettivo virus. È difficile mangiare, è difficile respirare. Ho la tachicardia praticamente da ieri e non so come fare per reagire alla situazione. Riesco solo a pensare a lei che puliva ed io che le sono passata praticamente accanto perché dovevo scendere le scale. Come posso fare per tranquillizzarmi?
Scusate per questo lunghissimo sfogo, ringrazio nuovamente tutti gli utenti e chi avrà la possibilità di rispondermi.
 
Ciao a tutti ragazzi,
È la prima volta che scrivo qui nonostante segua questo Forum da anni. Volevo partire con un ringraziamento generale a tutti voi e a coloro che hanno creato questo Forum perché nei momenti difficili, leggere le vostre esperienze e sapere di non essere l'unica con questa fobia è stato di grande supporto emotivo.
Nessuno ha mai realmente capito il mio disagio e la mia paura, ho sempre provato tanta vergogna e imbarazzo nei confronti di me stessa e delle mie reazioni che agli occhi della gente sembravano spropositate.
Mi chiamo Ella, ho 19 anni e sono emetofobica da praticamente tutta la vita. Non mi ricordo un solo episodio di v. di quando ero bambina in cui non avessi paura. Probabilmente avrebbe avuto più senso inserire questa discussione nelle presentazioni, ma se scrivo, e veramente per la prima volta, qui non è per farmi conoscere quanto piuttosto per sfogarmi. Sfogarmi perché io non vivo più. Come ho detto, sono sempre stata emetofobica ma solo nell'ultimo anno la situazione è diventata ingestibile. In passato viaggiare, stare in luoghi pubblici, mangiare, uscire, bere erano cose di routine a cui non davo né peso né pensiero nonostante la fobia. Nausea? Neppure un minimo di ansia perché in qualche modo sapevo, ero certa, che non avrei v.
Ed invece, circa 7 mesi fa, dopo aver bevuto una quantità spropositata di alcol, è successo. Mi era capitato una o due volta di v. a causa dell'alcol ma non essendo appunto sobria, non avevo mai ripensato all'accaduto. Quella maledetta volta invece è capitato il giorno dopo, la mattina per intenderci. Ho provato tutto. Ogni singola sensazione è passata per il mio corpo e ogni attimo di paura l'ho affrontato lucidamente, talmente tanto che oggi non esco più, non mangio quasi più nulla, non tocco un goccio d'alcol, non dormo e non vivo praticamente più. Se non con l'ansia e il pensiero assillante che possa succedere da un momento all'altro. Mi rendo conto che la soluzione sarebbe la terapia e conto un giorno di iniziare. Ma non sono qui per cercare aiuto o una soluzione. Sono qui perché voi siete e sarete sempre gli unici a capirmi. Senza provare o immaginare. Voi capite.
Ieri sono uscita dal mio appartamento e scendendo le scale mi sono imbattuta nella mia vicina. Aveva la porta aperta ed era chinata intenta a pulire qualcosa (che non ho visto) perché il passeggino del bambino mi copriva la visuale.Ho pensato immediatamente al v. e inutile spiegarvi il panico che ho provato pur non avendo prove che fosse v. In effetti poteva essere qualunque cosa, poteva essersi rovesciato qualcosa ma l'idea non mi conforta per niente e non solo non ho con chi parlarne, adesso sto aspettando i fatidici tre giorni per vedere se mi sono contagiata da un effettivo virus. È difficile mangiare, è difficile respirare. Ho la tachicardia praticamente da ieri e non so come fare per reagire alla situazione. Riesco solo a pensare a lei che puliva ed io che le sono passata praticamente accanto perché dovevo scendere le scale. Come posso fare per tranquillizzarmi?
Scusate per questo lunghissimo sfogo, ringrazio nuovamente tutti gli utenti e chi avrà la possibilità di rispondermi.
Ciao Ella. Purtroppo quando una fobia prende il sopravvento, inizia quel circolo vizioso legato al DOC (Disturbo Ossessivo Compulsivo) che comporta una serie di azioni e pensieri, tra cui l'immaginarsi che ogni persona possa essere un potenziale soggetto che potrebbe vomitare da un momento all'altro o che, ogni qual volta è assente qualcuno a scuola/vediamo qualcuno pulire, colleghiamo subito al vomito.
Purtroppo questa fase va rielaborata e curata con la psicoterapia. L'evento che hai passato, l'ubriacatura con relativo star male, è da rielaborare poiché è un trauma non ancora digerito dal tuo corpo, dalla tua psiche e dunque sta lì, a nutrirsi delle tue paure e delle tue ossessioni.
So che l'emetofobia ti mangia vivo, ti riduce all'ombra di te stesso, ma bisogna reagire, bisogna arrabbiarsi con questa fobia e non permetterle che ci rovini la vita.
Ne hai parlato ai tuoi genitori/amici?
So che è difficile perché temiamo non capiscano, il più delle volte è così in effetti, però condividendo potresti alleggerirti un minimo.
 
Ciao Trudy, come stai?
Grazie per la risposta.
Trovo molta verità nelle tue parole e non posso fare altro che concordare. Ho lasciato che per 7 mesi della mia vita i traumi si nutrissero dei miei punti deboli ed oggi queste paure vivono al posto mio. Cerco di reagire il più possibile...quando vorrei nascondermi in casa mi costringo a uscire, quando vorrei non mangiare mangio, quando vorrei rinunciare a fare qualcosa per la paura, la faccio lo stesso. Sto cercando di recuperare, riprendere il controllo che ho perso, vivere la mia vita. Non è facile, ma ci provo.
Non ho più alcun tipo di rapporto coi miei genitori, per cui non ricevo supporto dalla mia famiglia. Mia sorella è a conoscenza della mia fobia ma spesso quando le confido le mie paure ride. Le uniche persone a non giudicare sono le mie amiche più strette (che però vivono all'estero) ed il mio fidanzato.
Non sempre capiscono, ma perlomeno ci provano ed io mi sento grata ad averli nella mia vita. Nonostante ciò non mi sento completamente libera di rivolgermi a loro qualvolta abbia un problema o una paura perché temo di stancarli, di infastidirli o peggio che smettano di prendere sul serio questa fobia. Molto presto inizierò un percorso con lo psichiatra perché non vedo altre vie d'uscita.
Un abbraccio.
 
Ciao Trudy, come stai?
Grazie per la risposta.
Trovo molta verità nelle tue parole e non posso fare altro che concordare. Ho lasciato che per 7 mesi della mia vita i traumi si nutrissero dei miei punti deboli ed oggi queste paure vivono al posto mio. Cerco di reagire il più possibile...quando vorrei nascondermi in casa mi costringo a uscire, quando vorrei non mangiare mangio, quando vorrei rinunciare a fare qualcosa per la paura, la faccio lo stesso. Sto cercando di recuperare, riprendere il controllo che ho perso, vivere la mia vita. Non è facile, ma ci provo.
Non ho più alcun tipo di rapporto coi miei genitori, per cui non ricevo supporto dalla mia famiglia. Mia sorella è a conoscenza della mia fobia ma spesso quando le confido le mie paure ride. Le uniche persone a non giudicare sono le mie amiche più strette (che però vivono all'estero) ed il mio fidanzato.
Non sempre capiscono, ma perlomeno ci provano ed io mi sento grata ad averli nella mia vita. Nonostante ciò non mi sento completamente libera di rivolgermi a loro qualvolta abbia un problema o una paura perché temo di stancarli, di infastidirli o peggio che smettano di prendere sul serio questa fobia. Molto presto inizierò un percorso con lo psichiatra perché non vedo altre vie d'uscita.
Un abbraccio.
Purtroppo le persone più vicine a noi non capiscono. Sembra un paradosso, è un paradosso, ma è così.
Dunque cerca di affiancarti principalmente delle persone che possono contribuire ad alleggerirti questo tuo malessere.
Cosa fai nella vita? Di cosa ti occupi? Ti tieni impegnata?
 
Fino a 4 mesi fa lavoravo. Oggi nonostante la voglia, non trovo il coraggio di ricominciare. Quando sono fuori casa e mi viene la nausea ho immediatamente un attacco di panico perché non ho la possibilità di stendermi a letto e fare le cose che abitualmente mi calmano. Mi era capitato già qualche volta prima di licenziarmi. Il mio fidanzato dice che in questi casi bisogna semplicemente prendersi una pausa e ritrovare la calma...ma io purtroppo conoscendomi bene, so per certo che nel panico non riesco più a ragionare lucidamente. Ora come ora, le uniche cose che occupano il mio tempo sono le uscite con gli amici (che mi sforzo di fare) e il mio fidanzato. Mi rendo conto che non è abbastanza, difatti sono costantemente ansiosa e pensierosa e ultimamente lo stress mi sta uccidendo. Sono esattamente 40 ore che non dormo e non provo un minimo di sonno.
 
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