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Paicoterapia: ancora dubbi

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Utente eliminato 109

Guest
buongiorno. Eccomi di nuovo qui a parlare di dubbi riguardo il mio percorso psicoterapico. Da un mesetto e mezzo ho iniziato un nuovo percorso, ma eccomi nuovamente qui a parlare di dubbi. Mi rendo conto che è presto, che non posso risolvere il problema in così poco tempo, ma sento che ci sono delle cose che non vanno. All’inizo andava tutto bene, ero convinto di aver trovato la strada giusta, e per certi versi avevo ragione, perchè delle piccole cose si sono comunque smosse. Nelle ultime sedute, le cose sembrano andare avanti per inerzia; le sedute si sono ridotte a 30 minuti scarsi, limitandoci a parlare più o meno delle solite cose: “come va?” “Come stai?” “Prova a mangiare la sera” “prendi l’ansiolitico ogni giorno, in modo che la nausea si attenui e trovi il coraggio per mangiare la sera”. La psicologa si è in qualche modo focalizzata sul fatto che non riesco a mangiare la sera, e per farmi riuscire nell’impresa, aveva considerato in un primo momento l’idea di farmi assumere antidepressivi/ansiolitici in accordo con uno psichiatra. Lo psichiatra ha escluso questa ipotesi, dopo un colloquio, dandomi l’ansiolitico da assumere al bisogno, ma lei insiste sul farmelo assumere almeno una volta al giorno, indipendentemente dall’ansia e da ció che mi ha detto lo psichiatra. Nell’ultima seduta, mi ritrovavo a parlare davanti una persona che sbadigliava più volte. Non lo so ragazzi... da una parte vorrei aspettare, dall’altra ho paura di perdere altro tempo e vorrei cercare qualche altro terapeuta. Ma onestamente non so più quale strada percorrere. Le alternative sono: un’altra psicologa di tipo cognitivo-comportamentale, una psicologa che sinoccupa di psicoterapia analitica e un’altra esperta in disturbi d’ansia, dell’alimentazione e in fobie. Oramai ho capito che non è il titolo e manco i costi delle sedute che fanno la differenza. Bisogna trovare il terapeuta adatto... ma sono sfigato io che non riesco a trovarlo?
 
Ciao Roth,
anch'io dal 20 aprile ho iniziato un nuovo percorso terapeutico con una nuova psicologa di stampo psicodinamico, nelle prime 5/6 sedute abbiamo parlato tanto, ha raccolto parecchie informazioni sulla mia storia personale, mentre nell'ultima seduta mi ha fatto il test psicologico proiettivo di Rorschach e la prossima volta ha detto che mi darà un quadro dell'idea che si è fatta di me, della mia personalità, della situazione e da lì poi lavoreremo su quello su cui c'è da lavorare.
Tornando a te ti consiglierei di provare a continuare e, eventualmente, parlare con lei dei tuoi dubbi. Non sò se ricorderai che anch'io con la precedente terapeuta ho avuto, dopo solo qualche mese, i primi dubbi e alla fine ho deciso di interrompere il percorso perché non ci andavo più volentieri anzi mi pesava e finivo poi con il rimandare continuamente l'appuntamento. Con l'attuale terapeuta invece, al momento, mi sto trovando bene, non mi sforzo ad andarci e ci parlo con piacere. L'unico deterrente è il costo. Comunque per rispondere alla tua domanda no, non è affatto semplice trovare il terapeuta adatto. Prova a fare ancora qualche seduta, a parlare con lei dei tuoi dubbi, e poi decidi.
 
Prima di trovare il terapeuta con cui ancora faccio terapia dal 2015 ne ho passati DUE.... la prima fu DEVASTANTE, mi riempiva la testa ogni settimana per un mese che avevo una sorella dentro di me, perché sono stata operata da piccola di una "carne matta" sul collo, vabbè, e questa "carne" a detta sua mi faceva vomitare.... ci credetti, poi si fissava che dovevo pregare, anzi quando entrai la prima volta, cosa mi ha chiesto... "se credo in Dio...", ditemi voi... non mi chiese NULLA della mia vita dall'infanzia e nemmeno cosa provassi quando morì mio padre e dopo... ZERO! Ogni settimana sentivo di sprecare tempo e per di più STAVO PEGGIO! E non sto nemmeno a dire quanto mi spillò in un mese di soldi... quanto mi affidai a quell D, per non dire peggio... quando ha capito che non stava facendo NULLA, mi disse "continua a pregare, vedrai che lo vomiterai...", vi giuro l'avrei STROZZATA! E me la consigliò un'amica, che ora è EX amica... si offese che non la ringraziai... ma vattene va... poi andai da uno che... mamma mia... aiutava a superare l'ansia con la box, non mi trovai proprio :/ non mi dava rassicurazioni e nemmeno risposte... anzi mi fece sentire inutile... poi mia madre nella disperazione, io PURE, mio fratello sentì parlare di uno adatto a vari casi di fobie, ansie, depressione... e puff sono con lui ^^... per dirti, si arriva a quello giusto, se ci sono dei dubbi con il terapeuta hai diritto di chiarire, altrimenti cambia. Non sei sfigato, probabilmente devi trovare quello/a che ti capisca! Il mio terapeuta mi ha SEMPRE ascoltata e mi faceva parlare di tutto, ma tutto! Io con lui segreti non ne ho più! Mi conosce ormai e sa cosa mi manca, i problemi che mi sono portata dietro sono da quando ero piccola, di conseguenza c'è da lavorare ancora, ma ti assicuro che NON tocco un "ansiolitico" da più di un anno ( e più che ansiolitico prendevo un miorilassante... e lo prendevo di nascosto... non era niente come cosa poi... onestamente) e non ho fissazioni, anzi se mi viene l'ansia la so riconoscere e controllare, non cedo, sono tanto avanti, le cose sono state risolte, ora mi manca il rafforzamento finale... i avevo tante piccole cose... se penso ai passi in avanti, mamma mia... non ci credo ancora! :)
 
Grazie ad entrambe per le risposte. @Valentina, la tua storia è a dir poco assurda ... e io mi sono stupito del fatto che la mia sbadigliasse mentre parlavo, ma vedo che c’è di peggio. Come mi ha consigliato @Alessandra, vedró di fare qualche altra seduta, giusto per vedere se cambia qualcosa, dopodichè vedró cosa fare. È così stressante dover ricominciare tutto d’allinizio...! Per quanto riguarda l’ansiolitico, non ho voluto ascoltare il suo consiglio, lo prendo solo in casi estremi, perchè so che mi aiuterebbe ma non risolverebbe nulla; una volta sospeso, tornerebbe tutto come prima. Ultimamente ho anche dei dubbi riguardo le intolleranze. Ho la sensazione di essere intollerante a qualche alimento, soprattutto la farina (la pasta in particolare non riesco a digerirla bene). Vorrei fare un test approfondito per avere un quadro più chiaro in generale. Per il resto boh... Sembra che non mi prenda molto sul serio, la vedo quasi annoiata quando parliamo. È come se non sapesse come aiutarmi, mi da la sensazione che pensi “questo è un caso disperato”
Vedremo dai... vi faró sapere più in là, se vi fa piacere :)
 
@Alessandra Psicoterapia autogena e ipnosi psicologica. Nel mio caso non sta lavorando con quest’ultimo metodo e neanche con esercizi di training autogeno (almeno finora), anche se non so esattamente in cosa consistono. Semplicemente mi siedo lì e parliamo.
 
Ma non è che stai proiettando sulla tua terapeuta le tue paure?
Sul fatto che sbadigli forse anche a me darebbe fastidio, ma voglio dire è pure umano può capitare anche se forse nemmeno a me farebbe piacere. Sulla durata delle sedute 30 minuti mi sembrano pochi anche a me. Poi dipende da che accordi avete.
Però dai la sensazione di fare deduzioni che non sai se hanno o meno un fondamento. Se hai qualche dubbio perche non gliene parli?
È vero che ci può volere del tempo per trovare quello giusto, e che una terapia richiede tempo, anche perché tu non sai qual è il suo piano terapeutico. Che poi, sei tu che la indirizzi la terapia in base a cosa porti durante le sedute. Dici la verità quando fate le sedute?
Il punto fondamentale è, ma ti fidi di lei? Altra cosa, non sentirti un caso disperato, non lo sei, come non lo è nessuno qui. Non è una critica ma un incoraggiamento, perché io la pensavo anche peggio di te tantissimi anni fa. Per questo ti comprendo, ma al tempo stesso sono certo che puoi farcela. :)
 
@Re Julien
“ma non è che stai proiettando sulla tua terapeuta le tue paure?”

Puó anche essere così, non saprei...

“Dai la sensazione di fare deduzioni che non sai se hanno o meno un fondamento”

Beh sì, magari non hanno fondamenta, o forse sono io che voglio che sia tutto “perfetto” e che le cose si risolvano subito. La mia vecchia psicologa mi diceva appunto questo “tu vuoi tutto e subito”. Questo è il motivo per la quale voglio continuare ancora la terapia con lei, per capire se il problema sono effettivamente io.

“Ti fidi di lei?”

Onestamente sì. Ma questo di base lo faccio con ogni terapeuta che incontro, altrimenti non avrebbe senso. Forse è di me che non mi fido; non riesco a mettere in atto i suoi consigli, di conseguenza, ad ogni nuova seduta non si smuove quasi nulla. Sul fattore cibo non è colpa mia... per quanto mi sforzi a controllare la paura (specie la sera), non riesco a mangiare come dovrei, vuoi per la nausea, vuoi per l’ansia, vuoi perchè ci metto mezza giornata per digerire il pranzo, vuoi perchè non riesco a mettere la testa a posto ed evitare gli alimenti che mi complicano la situazione (caffè in primis), fatto sta che rimango sempre sullo stesso punto. Per quanto riguarda altro, stiamo lavorando sul fatto di prendere posizione su alcune cose, e anche lì non ci riesco, scappo sempre ed evito di affrontare le situazioni. Per farvi capire, dovrei scendere nei dettagli, si tratta di situazioni personali con cui non ho ancora fatto “pace”; sono sempre stato in bilico, o comunque ho sempre fatto ció che volevano gli altri (perchè pensavo fosse giusto così). Nel momento in cui devo prendere posizione mi blocco ed evito, questo è il motivo per la quale penso di essere un caso disperato, perchè non collaboro, ed è come se lei lavorasse con un muro, e magari si stanca di starmi dietro.

Vedró di parlare con lei per vedere cosa pensa di questa situazione, perchè se il problema è mio, trovo sia inutile cambiare terapeuta continuamente...
 
Onestamente sì. Ma questo di base lo faccio con ogni terapeuta che incontro, altrimenti non avrebbe senso.
Però, tanto per fare un esempio, con l'ansiolitico non ti sei fidato, o sbaglio?! ;)
Se ti fidi fai tutto quello che ti dice. Se qualcosa che ti dice non ti piace, ne parli con lei, finché non trovate una soluzione che ti piace. Che ne pensi?
Idem vale per l'ansiolitico. Io a suo tempo, espressi la volontà di non prendere farmaci, e trovammo insieme un'altra strada. :)
non riesco a mettere in atto i suoi consigli
Perché hai paura. Ma già questa difficoltà è un argomento di cui parlare con lei.
Se lei ti da da fare una cosa o un compito, lei si aspetta che tu la faccia. Se tu non la fai andate su due binari diversi.
situazioni personali con cui non ho ancora fatto “pace”
Magari nel corso della terapia avrai modo di farlo. ;)
perchè non collaboro, ed è come se lei lavorasse con un muro, e magari si stanca di starmi dietro
E perché non collabori?

Nel frattempo come va?
 
@Re Julien Più che non collaborare, non riesco a mettere in atto i suoi consigli per via dei miei blocchi.

Nel frattempo va... ieri sono stato al comics, con alti e bassi a livello di ansia. Premetto che ero gia partito sotto stress per via di una lite col mio ragazzo, fatto sta che arrivato a casa sono stato malissimo. Pur non avendo mangiato quasi nulla tutto il giorno, ho avvertito una nausea fortissima, di quella che non si placa nè con ansiolitico, nè con altre “tecniche” che adopero di solito, tant’è che ho dovuto fare una puntura di antiemetico. La psicologa per il momento ha deciso di sospendere la terapia, perchè ho accennato il fatto di voler fare il test per le intolleranze. Ha detto di richiamarla dopo i risultati, perchè devo convincermi di non avere altre patologie, altrimenti andiamo su binari diversi.
 
@Roth87 mi dispiace tanto per ieri, probabilmente ad accentuare l'ansia ha contribuito anche la lite con il tuo ragazzo. Oggi come va? Il tuo ragazzo è a conoscenza della tua fobia?
 
Ciao @Alessandra, oggi va un po’ meglio, ma sono ancora scosso. La puntura poi mi stordisce per tutto il giorno seguente. Sì, il mio ragazzo ne è a conoscenza. Il punto è che spesso litighiamo per cavolate (tipo l’ultima) che per via dei nostri caratteri, specie per il mio, finiscono per diventare tragedie che durano giorni. Io dimostro di essere “duro”, ma in realtà sono l’opposto, difatti accumulo ansia, che non si manifesta nei momenti delle liti (anzi, spesso nel durante mi sento anche meglio), ed esplode dopo qualche giorno in cui le acque si calmano. Ho provato in tanti modi a fargli capire come sono fatto, ma non è facile, e non lo biasimo. Il fatto è che, specie in questo periodo dovrei avere meno stress possibile, perchè, anche una minima lite mi porta ansia.
Il comics poi è già è stresante di suo, e per uno come me, non è il massimo, ma ci tenevo ad andarci lo stesso. È stata una mossa azzardata andare in quelle condizioni...
 
Il comics poi è già è stresante di suo, e per uno come me, non è il massimo, ma ci tenevo ad andarci lo stesso. È stata una mossa azzardata andare in quelle condizioni...
Vedila così: sei stato coraggioso a non rinunciare e a non cedere alla tua ansia anticipatoria. E questa è già una vittoria, indipendentemente poi da quello che è successo dopo.
L'antiemetico che hai preso, se è quello che penso io, stordisce parecchio anche me, per questo cerco di prenderlo proprio quando la nausea è davvero insopportabile. Poi, non sò a te, ma a me da anche apatia, tristezza...:( Comunque ma tu convivi con il tuo ragazzo?
 
@Alessandra Penso sia quello che credi, il più famoso, per intenderci. Tra l’altro era mischiato con un’altra sostanza disintossicante. A me non da altri disturbi a parte una forte sonnolenza, ma quando ho quel tipo di nausea, è l’unica salvezza, a meno che non sia un virus.

Con il mio ragazzo ci ho convissuto per un po’, ma non avendo un lavoro stabile, ho preferito tornare a casa, quindi ci vado spesso e passiamo qualche giorno insieme, specie quando lavoro dalle sue parti nel fine settimana (faccio lavori saltuari) e mi fermo da lui.

Oggi è stata una giornata straziante: il mio medico ha voluto farmi provare in tipo di antispastico/ansiolitico, che in teoria doveva trattare disturbi intestinali dovuti dall’ansia. Questo farmaco contiene 2,5 mg di ansiolitico (di altra categoria rispetto a quello che prendo io abitualmente, ma il mio è di 0,25, e ne prendevo solo una dose al bisogno) che diventavano 5 mg se assunti due volte al giorno. Dopo la prima compressa sono stato malissimo; mi ha completamente stordito, mal di testa, difficoltà di concentrazione, sonnolenza, nausea... ho dormito fino a poco fa e adesso sto leggermente meglio. Credo proprio che non faccia al caso mio. Non mi sono mai sentito così con un ansiolitico... assurdo
 


Parli dello v******x?

Io invece, a differenza tua, non riesco a parlare del mio problema con il mio compagno. So benissimo che dovrei farlo, che è una cosa importante che dovrebbe sapere, ma temo che lui non possa capire o comunque sottovalutare la cosa, nell'ipotesi peggiore addirittura pensare che andare dalla psicologa sia tempo e soldi sprecati. Sai lui è un tipo piuttosto inquadrato, di quelli che in certi aspetti ragiona ancora per luogo comune. Però anche la mia psicologa spinge per farmene parlare con lui. Ma per me è complicato.
 
Io fossi in te Alessandra gliene parlerei! Se è il tuo compagno è giusto che lo sappia, io in futuro non nasconderò al mio compagno, se avrò, quello che ho passato o comunque le cose che mi affliggono! In un rapporto ci sta la fiducia, se non c'è questa per me il rapporto può chiudersi, mi sembra il minimo.
 
Hai ragione @Valentina, ma sai non è tanto una questione di mancanza di fiducia quanto una paura che lui non possa comprendermi e/o non condividere la mia scelta di essere seguita da una psicologa. Però devo farmi coraggio e trovare il momento e il modo più adatto per parlargliene.
 
Sì Vale, è quello il farmaco. Non so se gli effetti collaterali siano normali nei primi giorni o se quel tipo di benzodiazepina non sia adatta a me. Potrebbe anche essere stata la dose troppo alta rispetto a quella che prendevo abitualmente, ma non mi sento di stare peggio di come sto già. Tra l’altro è impossibile anche guidare in quelle condizioni.

Per quanto riguarda il tuo compagno, sono d’accordo sul fatto che dovrebbe esserne a conoscenza, in primis per te stessa, ma anche per il fatto che dovrebbe accettare tutti i tuoi lati, anche quelli più fragili. In ogni caso ti capisco, perchè io solitamente evito di raccontare troppo di me, sono sempre stato così, sia per paura dei giudizi, ma soprattutto perchè non voglio assolutamente essere “compatito”. Ne ho parlato con lui perchè spesso la situazione era ingestibile: quando stavo male, mi annullavo e cambiavo atteggiamento all’improvviso, evitavo di andare da lui o di farlo venire a casa mia, e giustamente non si spiegava questi miei comportamenti strani. Adesso che lo sa, mi sento più “libero” di poter avere i miei momenti no e potergli dire tranquillamente “stasera resto a casa perchè non mi sento bene”. Nonostante ció, non credere che abbia capito alla perferzione eh. Ma questo è anche comprensibile. Secondo me la tua è solo insicurezza, devi pensare che se una persona a te ci tiene veramente, ti accetta per come sei, con pregi, difetti e debolezze.

Questo discorso somiglia a quello del dichiararmi sulla mia sessualità; la psicologa è dall’inizio che mi spinge sul fatto che non dovrei nascondermi o fingere con determinate persone che mi stanno vicino, ma non ci riesco proprio, appunto perchè so il tipo di mentalità di queste persone. Ma alla fine il discorso è lo stesso: se tengono a me, accettano la cosa senza problemi, altrimenti si autoeliminano da soli.

tra il dire e il fare...
 
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