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Utente eliminato 109
Guest
Ciao a tutti, stamattina ho avuto la prima seduta conoscitiva con la nuova terapeuta e vi volevo raccontare come è andata. Questa terapeuta adotta un approccio EMDR/analitico (se non sapete cosa sia potete cercare su Google). Quando mi ha domandato del perché mi sono rivolto a lei e ho risposto che il mio problema è l'emetofobia, è sobbalzata un attimo e mi ha chiesto stranita "cos'è"? Ho spiegato cosa fosse e si è segnata sull'agenda la parola, dopodiché ha iniziato a farmi domande sulla mia vita e sul mio passato. Abbiamo parlato delle precedenti terapie, in particolare dei miei due percorsi con la cognitivo-compartamemtale, dei vari esercizi che facevo e del percorso in generale, arrivando alla conclusione che tutto ciò che ho fatto (diario alimentare ecc) sia stato vano e sbagliato, in quanto ci si concentrava più sul problema che sulla causa scatenante. Mi ha detto che, non lavorando appunto sulla causa, il problema potrebbe spostarsi e travestirsi in modo diverso, ammesso che la terapia funzioni, poiché i problemi legati a tutto, non sono stati metabolizzati. Mi sono ritrovato per l'ennesima volta a dovermi sentir dire che il precedente lavoro svolto con gli altri è stato inutile, e vi assicuro che non è la prima volta che me lo sento dire. Con questo mi ricollego al mio discorso precedente sul perché a volte perda un po' fiducia nei terapeuti. Detto ciò, si è offerta di aiutarmi adoperando l'approccio EMDR e lavorando sul trauma che scatena la fobia. Si è presentata abbastanza sicura di sé, dicendomi di fidarmi più di un terapeuta anziano (quindi con molta esperienza alle spalle) piuttosto di uno/a in giovane età. Io vorrei provare anche stavolta ma ho seriamente il timore di buttare via tempo e soldi anche stavolta. Non so cosa pensare... Nel frattempo avrò un secondo appuntamento perché vorrei capire effettivamente come funziona questo tipo di approccio. Il timore è anche quello di affrontare il passato e stare male nel farlo....