• Questa community è solo un punto d'incontro per persone che soffrono di emetofobia e non può essere considerata come terapia per superarla, per questo consigliamo sempre di consultare uno specialista. Buona navigazione a tutti. ;)

Mi presento

Giovanna

Iscritto
Buongiorno a tutti, sono la mamma di un adolescente che dall età di 4 anni soffre di Emetofobia,anche se siamo riusciti a dare un nome a questa fobia solo due anni fa. All età di 3 anni dopo solo 2 mesi dall inizio della scuola materna ha subìto maltrattamenti da parte di un insegnante e a causa dei suoi continui malesseri e il rifiuto di frequentare la scuola, sotto consiglio della pediatra, ha iniziato un percorso psicologico. Piangeva ogni giorno per dolori vari e soprattutto aveva il terrore di vomitare, non riusciva ad entrare in classe e stare insieme agli altri. Ha frequentato pochissimo la scuola materna, ma anche alle elementari le cose non migliorarono... Per tutti i 5 anni ha alternato periodi in cui stava bene con altri dove la fobia la portava ad assentarsi per gran parte degli anni scolastici. Ha interrotto anche corsi exstrascolastici come ginnastica artistica e Hip Hop.
Io e mio marito abbiamo da subito affrontato il problema, per evitare l intervento degli assistenti sociali, ci siamo rivolti a psicologi privati. Nessuno di quelli interpellati ha mai trattato il problema del VOMITO, che era la causa di tutti i malesseri di Sara, si pensava solo a farla rientrare in classe sottovalutando il vero problema.
A 13 anni dopo aver assistito ad un episodio di vomito da parte di una sua compagna, ha iniziato ad avere attacchi di panico forti che peggioravano sempre di più. La sua fobia ha condizionato la sua vita portandola ad isolarsi e non uscire più, ha iniziato a non mangiare fino al punto di rifiutare il cibo con la conseguenza di una notevole perdita di peso, assenza di ciclo, malesseri vari. Nella sua testa si era innescato il meccanismo "non bevo e non mangio, così non vomito". Ha iniziato una nuova terapia cognitivo comportamentale, gli attacchi di panico erano sempre più frequenti e violenti a qualsiasi ora del giorno e della notte. Ha passato mesi a casa senza frequentare la scuola, noi genitori abbiamo continuato ad avere contatti con i docenti e Preside dell Istituto, Sara è sempre stata al passo con il programma grazie ad un aiuto esterno che le avevamo preso.
Ci siamo rivolti ad una neuropsichiatra che le ha prescritto una cura farmacologica e con il passare dei mesi gli attacchi di panico forti diminuirono e così grazie anche al sostegno dei professori Sara è riuscita a tornare a scuola e fare gli esami.
A 14 anni inizia uno nuovo percorso scolastico, nuovi cambiamenti ambientali e sociali, riesce finalmente a salire su un autobus pieno di gente. Termina la terapia psicologica a gennaio 2020 e sospende gradualmente anche il farmaco . Secondo la psicologa Sara aveva acquisito le tecniche da mettere in atto in caso di attacchi di panico. In effetti per un paio di mesi sembrava un altra persona, ma purtroppo durante il Lockdown si sono ripresentati ancora forti e frequenti e da luglio ha ricominciato la cura farmacologica. La nausea, il mal di pancia e stomaco sono malesseri con cui convive quotidianamente e che ancora non riesce a gestire.
Ho raccontato un pó la storia di mia figlia Sara, che oggi ha 15 anni e convive ancora con la sua fobìa.
Non so dove trovo la forza di andare avanti e affrontare tutto questo, è una situazione irreale che ha messo a dura prova lo stato emotivo di noi genitori, è bruttissimo vedere la propria figlia stare male e non poter fare nulla... Per fortuna io e mio marito ci siamo sempre sostenuti a vicenda. Non abbiamo una vita sociale da anni, niente cene nè ai ristoranti nè da parenti, non ci è concesso neppure ammalarsi perchè qualsiasi malessere per lei è contagioso e soprattutto non è concesso cedere, la sua salute al primo posto. Non sappiamo cosa ci riserverà il futuro, Sara ce la sta mettendo tutta e anche noi non ci fermeremo.
Si parla poco di Emetofobia e questo genera non pochi problemi sia a chi ne soffre, perchè non si sente sicuro di parlarne, sia a chi vive l Emetofobia da fuori.
 
Siete una famiglia forte.. ogni adolescente che soffre si questo disturbo vorrebbe dei genitori così. Volevo chiedere un consiglio. Io me soffro ma ho paura di parlarne ai miei perché ho paura non mi capirebbero.. non saprei neanche come affrontare l argomento..
 
Siete una famiglia forte.. ogni adolescente che soffre si questo disturbo vorrebbe dei genitori così. Volevo chiedere un consiglio. Io me soffro ma ho paura di parlarne ai miei perché ho paura non mi capirebbero.. non saprei neanche come affrontare l argomento..
Ciao Bella, purtroppo mia figlia ha iniziato a soffrirne quando aveva 4 anni e con mio marito ci siamo trovati ad affrontare la sua fobìa senza sapere effettivamente di cosa si trattasse realmente, i suoi malesseri venivano trattati con molta superficialità.
Non devi assolutamente vergognarti e dovresti provare a parlare con i tuoi genitori,non conosco la tua età, potresti chiedere un aiuto psicologico, l'Emetofobia se non si è coinvolti in prima persona è così difficile da comprendere!
Almeno provaci sono sicura che capiranno.
 
Ciao Bella, purtroppo mia figlia ha iniziato a soffrirne quando aveva 4 anni e con mio marito ci siamo trovati ad affrontare la sua fobìa senza sapere effettivamente di cosa si trattasse realmente, i suoi malesseri venivano trattati con molta superficialità.
Non devi assolutamente vergognarti e dovresti provare a parlare con i tuoi genitori,non conosco la tua età, potresti chiedere un aiuto psicologico, l'Emetofobia se non si è coinvolti in prima persona è così difficile da comprendere!
Almeno provaci sono sicura che capiranno.
Grazie della risposta. Ho 17 anni, proverò a trovare il coraggio di parlarne
 
Buongiorno a tutti, sono la mamma di un adolescente che dall età di 4 anni soffre di Emetofobia,anche se siamo riusciti a dare un nome a questa fobia solo due anni fa. All età di 3 anni dopo solo 2 mesi dall inizio della scuola materna ha subìto maltrattamenti da parte di un insegnante e a causa dei suoi continui malesseri e il rifiuto di frequentare la scuola, sotto consiglio della pediatra, ha iniziato un percorso psicologico. Piangeva ogni giorno per dolori vari e soprattutto aveva il terrore di vomitare, non riusciva ad entrare in classe e stare insieme agli altri. Ha frequentato pochissimo la scuola materna, ma anche alle elementari le cose non migliorarono... Per tutti i 5 anni ha alternato periodi in cui stava bene con altri dove la fobia la portava ad assentarsi per gran parte degli anni scolastici. Ha interrotto anche corsi exstrascolastici come ginnastica artistica e Hip Hop.
Io e mio marito abbiamo da subito affrontato il problema, per evitare l intervento degli assistenti sociali, ci siamo rivolti a psicologi privati. Nessuno di quelli interpellati ha mai trattato il problema del VOMITO, che era la causa di tutti i malesseri di Sara, si pensava solo a farla rientrare in classe sottovalutando il vero problema.
A 13 anni dopo aver assistito ad un episodio di vomito da parte di una sua compagna, ha iniziato ad avere attacchi di panico forti che peggioravano sempre di più. La sua fobia ha condizionato la sua vita portandola ad isolarsi e non uscire più, ha iniziato a non mangiare fino al punto di rifiutare il cibo con la conseguenza di una notevole perdita di peso, assenza di ciclo, malesseri vari. Nella sua testa si era innescato il meccanismo "non bevo e non mangio, così non vomito". Ha iniziato una nuova terapia cognitivo comportamentale, gli attacchi di panico erano sempre più frequenti e violenti a qualsiasi ora del giorno e della notte. Ha passato mesi a casa senza frequentare la scuola, noi genitori abbiamo continuato ad avere contatti con i docenti e Preside dell Istituto, Sara è sempre stata al passo con il programma grazie ad un aiuto esterno che le avevamo preso.
Ci siamo rivolti ad una neuropsichiatra che le ha prescritto una cura farmacologica e con il passare dei mesi gli attacchi di panico forti diminuirono e così grazie anche al sostegno dei professori Sara è riuscita a tornare a scuola e fare gli esami.
A 14 anni inizia uno nuovo percorso scolastico, nuovi cambiamenti ambientali e sociali, riesce finalmente a salire su un autobus pieno di gente. Termina la terapia psicologica a gennaio 2020 e sospende gradualmente anche il farmaco . Secondo la psicologa Sara aveva acquisito le tecniche da mettere in atto in caso di attacchi di panico. In effetti per un paio di mesi sembrava un altra persona, ma purtroppo durante il Lockdown si sono ripresentati ancora forti e frequenti e da luglio ha ricominciato la cura farmacologica. La nausea, il mal di pancia e stomaco sono malesseri con cui convive quotidianamente e che ancora non riesce a gestire.
Ho raccontato un pó la storia di mia figlia Sara, che oggi ha 15 anni e convive ancora con la sua fobìa.
Non so dove trovo la forza di andare avanti e affrontare tutto questo, è una situazione irreale che ha messo a dura prova lo stato emotivo di noi genitori, è bruttissimo vedere la propria figlia stare male e non poter fare nulla... Per fortuna io e mio marito ci siamo sempre sostenuti a vicenda. Non abbiamo una vita sociale da anni, niente cene nè ai ristoranti nè da parenti, non ci è concesso neppure ammalarsi perchè qualsiasi malessere per lei è contagioso e soprattutto non è concesso cedere, la sua salute al primo posto. Non sappiamo cosa ci riserverà il futuro, Sara ce la sta mettendo tutta e anche noi non ci fermeremo.
Si parla poco di Emetofobia e questo genera non pochi problemi sia a chi ne soffre, perchè non si sente sicuro di parlarne, sia a chi vive l Emetofobia da fuori.
Ciao Giovanna,
benvenuta sul forum, qui, troverai sempre una parola di conforto, supporto ed occasione di confronto.
Premetto che non siamo psicologi, siamo solo persone che, come la tua piccola Sara, stanno affrontando o hanno affrontato la medesima problematica.

Inizio dal dire che siete genitori davvero forti, coraggiosi e tenaci. Non mollate e fate di tutto affinchè vostra figlia riesca, pian pianino, ad affrontare questo disturbo.
L'emetofobia è una problematica insidiosa talvolta sconosciuta.
Non ne parlano nemmeno i libri di psicologia, per intenderci, quindi, di conseguenza, curarla e gestirla non sempre è facile.
Mi sembra che anche voi abbiate cominciato questo percorso, il quale ha dato i suoi frutti.
Ora state continuando?

Poi, in secondis, quando lessi dei maltrattamenti subiti dalla tua bambina mi è venuta la pelle d'oca. Terribile quello che ha dovuto vivere in tenera età; logicamente, la scuola per lei sarà stato in continuo "prepararsi psicologicamente" il quale risulta stressante.

Per quanto possa esserti d'aiuto, io, come Sara, sto seguendo terapia farmacologica più psicoterapia EMDR.
Sono emetofobica da quando ho 6 anni, ora ne ho 24. Pian pianino però sto cercando di gestire il disturbo.
Ho scoperto questo forum a gennaio 2020 e per me è stata una gran salvezza poiché mi rendo conto di non essere la sola.
Con tutte le problematiche e sfide pian pianino ce la si può fare, i sacrifici verranno sempre ripagati.

Un bacione grosso!
 
Ciao Giovanna,
benvenuta sul forum, qui, troverai sempre una parola di conforto, supporto ed occasione di confronto.
Premetto che non siamo psicologi, siamo solo persone che, come la tua piccola Sara, stanno affrontando o hanno affrontato la medesima problematica.

Inizio dal dire che siete genitori davvero forti, coraggiosi e tenaci. Non mollate e fate di tutto affinchè vostra figlia riesca, pian pianino, ad affrontare questo disturbo.
L'emetofobia è una problematica insidiosa talvolta sconosciuta.
Non ne parlano nemmeno i libri di psicologia, per intenderci, quindi, di conseguenza, curarla e gestirla non sempre è facile.
Mi sembra che anche voi abbiate cominciato questo percorso, il quale ha dato i suoi frutti.
Ora state continuando?

Poi, in secondis, quando lessi dei maltrattamenti subiti dalla tua bambina mi è venuta la pelle d'oca. Terribile quello che ha dovuto vivere in tenera età; logicamente, la scuola per lei sarà stato in continuo "prepararsi psicologicamente" il quale risulta stressante.

Per quanto possa esserti d'aiuto, io, come Sara, sto seguendo terapia farmacologica più psicoterapia EMDR.
Sono emetofobica da quando ho 6 anni, ora ne ho 24. Pian pianino però sto cercando di gestire il disturbo.
Ho scoperto questo forum a gennaio 2020 e per me è stata una gran salvezza poiché mi rendo conto di non essere la sola.
Con tutte le problematiche e sfide pian pianino ce la si può fare, i sacrifici verranno sempre ripagati.

Un bacione grosso!
Ciao Trudy62 caspita sapere che soffri da quando hai 6 anni e ne soffri ancora oggi fa venire a me la pelle d oca... Questa è la mia paura più grande, il mio incubo... sapere che non ne uscirà mai... Sara ha sempre seguito percorsi psicologici dall età di 4 anni e sta continuando con la terapia. Ho trovato per caso questo forum mentre navigavo su internet alla ricerca di notizie riguardo l Emetofobia e mi ha colpito molto scoprire quanti adulti ne soffrano, è poco conosciuta e nessuno ne parla...Nel periodo in cui Sara ha smesso di mangiare e bere scendendo notevolmente di peso, volevano ricoverarla per anoressia.
Spesso viene confusa proprio come un disturbo alimentare.
Quando Sara ha iniziato ad avere i primi forti attacchi di panico mi sono rivolta nuovamente ad una psicologa, ma ho premesso che, avremmo iniziato una terapia, solo se affrontava la sua paura del vomito, perchè negli anni passati nessuno l aveva mai fatto. Anni e anni di sedute dove io e mio marito siamo sempre stati messi in discussione, ignorando la causa scatenante dei suoi malesseri, la PAURA DI VOMITARE.
Io avevo già letto e intuito che quei malesseri avevano un nome e quando ci hanno comunicato la diagnosi non sono riuscita a trattenere una crisi di pianto, soprattutto nel sentirmi dire quale era la causa scatenante... Il trauma avuto all asilo. Tutto è partito da LÌ, l avró detto migliaia di volte, ma NESSUNO MAI mi ha ascoltato. La sua patologia da un anno è stata anche riconosciuta dall'INPS.
Non so se mia figlia riuscirà a gestire i suoi malesseri, quotidianamente è in ansia, ha sempre nausea, mangia pochissimo e solo determinati cibi,evita luoghi dove c è tanta gente, e soprattutto non mangia mai fuori casa. Non ha amici perchè ovviamente rinunciando a fare le cose normali che fanno i suoi coetanei si è ritrovata da sola.Sicuramente non erano vere amicizie, è difficile accettare la sua patologia, facciamo fatica noi genitori figurati dei ragazzini di 14/15 anni!
Non so te, ma lei durante gli attacchi si panico non mette in atto le tecniche che le ha insegnato la psicologa e mi chiedo a cosa servono tutte quelle sedute se poi tutto ritorna come prima.. Lo sconforto assoluto... La terapia che stai facendo funziona? Mi hanno parlato di ipnosi, ma non tutti sono favorevoli a farlo sugli adolescenti.
Un abbraccio
 
Non so dove trovo la forza di andare avanti e affrontare tutto questo
Ciao! E' tua figlia, questo ti da la forza. L'amore per un figlio ti permette di fare cose che non avresti mai immaginato. Ma sono certo che tu, da mamma, questo lo sai già, come sai che con l'amore che hai per lei continuerete a lottare.
Anni e anni di sedute dove io e mio marito siamo sempre stati messi in discussione, ignorando la causa scatenante dei suoi malesseri, la PAURA DI VOMITARE.
Allora, l'emetofobia è il modo in cui una persona manifesta i suoi disagi, difficoltà, problemi. La classica punta dell'iceberg, dove sotto c'è chissà quanta roba. Suppongo sia per questo che, i terapeuti che hai incontrato, non abbiano lavorato direttamente sulla paura di vomitare, quindi sul sintomo, dove se invece lei fosse stata un adulto si sarebbe invece magari potuto provare. In ogni caso, ritengo comunque normale andare a cercare le cause in eventi pregressi. Sono convinto che non si nasce con l'emetofobia, quindi qualcosa avrà dovuto pur innescare quei meccanismi di difesa che attua una persona emetofobica. Forse, il senso è, capire la causa per sapere come curarla.
Che tu e tuo marito siate messi in discussione è "normale", perché siete le prime due persone più vicine a vostra figlia e l'impatto emotivo e affettivo dei genitori sui figli è molto importante. Questo non significa che voi siate la causa dell'emetofobia di vostra figlia, ma comprendo che un terapeuta cerchi di capire che ruolo avete nella sua fobia.
Lo sconforto assoluto... La terapia che stai facendo funziona?
Eh, questa domanda se la fanno il 90% degli emetofobici, forse anche qualcosa di più. Io ho sempre sostenuto che si può uscire dall'emetofobia, c'è chi dice che ci si può convivere stando sufficientemente bene. Punti di vista, dipende da cosa vogliamo dalla nostra vita e da tanti altri fattori. Una cosa che non possiamo fare è eliminare l'ansia dalla nostra vita, impossibile non vivere mai senza provare ansia, ma, possiamo cercare di non farci condizionare la vita da essa. Lo scopo di una psicoterapia secondo me è fornirci gli strumenti giusti per vivere tutte le nostre emozioni in modo sano, senza che appunto possano ad esempio diventare una fobia.

Grazie per esserti iscritta qui ed aver raccontato la vostra storia, è importante leggere di una mamma ed un papà che si impegnano nella lotta alla fobia insieme al proprio figlio/a. In bocca al lupo! :)
 
Ah dimenticavo, penso che non può esistere una terapia che va sicuramente bene per tutti! Dipende dall'età, da quanto è radicata la fobia, dalla voglia del paziente, dal rapporto terapeuta paziente, e dal tipo di terapia applicata, e chissà quante altre cose! :)
 
Ultima modifica:
Ciao Trudy62 caspita sapere che soffri da quando hai 6 anni e ne soffri ancora oggi fa venire a me la pelle d oca... Questa è la mia paura più grande, il mio incubo... sapere che non ne uscirà mai... Sara ha sempre seguito percorsi psicologici dall età di 4 anni e sta continuando con la terapia. Ho trovato per caso questo forum mentre navigavo su internet alla ricerca di notizie riguardo l Emetofobia e mi ha colpito molto scoprire quanti adulti ne soffrano, è poco conosciuta e nessuno ne parla...Nel periodo in cui Sara ha smesso di mangiare e bere scendendo notevolmente di peso, volevano ricoverarla per anoressia.
Spesso viene confusa proprio come un disturbo alimentare.
Quando Sara ha iniziato ad avere i primi forti attacchi di panico mi sono rivolta nuovamente ad una psicologa, ma ho premesso che, avremmo iniziato una terapia, solo se affrontava la sua paura del vomito, perchè negli anni passati nessuno l aveva mai fatto. Anni e anni di sedute dove io e mio marito siamo sempre stati messi in discussione, ignorando la causa scatenante dei suoi malesseri, la PAURA DI VOMITARE.
Io avevo già letto e intuito che quei malesseri avevano un nome e quando ci hanno comunicato la diagnosi non sono riuscita a trattenere una crisi di pianto, soprattutto nel sentirmi dire quale era la causa scatenante... Il trauma avuto all asilo. Tutto è partito da LÌ, l avró detto migliaia di volte, ma NESSUNO MAI mi ha ascoltato. La sua patologia da un anno è stata anche riconosciuta dall'INPS.
Non so se mia figlia riuscirà a gestire i suoi malesseri, quotidianamente è in ansia, ha sempre nausea, mangia pochissimo e solo determinati cibi,evita luoghi dove c è tanta gente, e soprattutto non mangia mai fuori casa. Non ha amici perchè ovviamente rinunciando a fare le cose normali che fanno i suoi coetanei si è ritrovata da sola.Sicuramente non erano vere amicizie, è difficile accettare la sua patologia, facciamo fatica noi genitori figurati dei ragazzini di 14/15 anni!
Non so te, ma lei durante gli attacchi si panico non mette in atto le tecniche che le ha insegnato la psicologa e mi chiedo a cosa servono tutte quelle sedute se poi tutto ritorna come prima.. Lo sconforto assoluto... La terapia che stai facendo funziona? Mi hanno parlato di ipnosi, ma non tutti sono favorevoli a farlo sugli adolescenti.
Un abbraccio
Buongiorno Giovanna.

purtroppo sì, la nostra fobia viene spesso scambiata per anoressia, in quanto, i sintomi sono i medesimi: rifiuto del cibo o mangiare molto poco, dimagrimento, tristezza.
È la cosa che mi fa più “arrabbiare” dal momento che, se un emetofobico non viene riconosciuto in quanto tale, ma come anoressico, non potrà mai cominciare un buon percorso psicoterapeutico, orientato alla cura della fobia.

comunque, io sono emetofobica da molto, ma nel periodo adolescenziale la fobia si era addormentata per un po’ di tempo, riuscendo a condurre una vita normale anche se affiancata da continua ansia, perenne.

la fobia si è risvegliata da 3 anni, portando anche a difficoltà nel mio percorso universitario, ma, pian pianino, circondandomi di persone sincere e che mi vogliono bene, cominciando EMDR, sto notando che un po’ di benessere c’è!
Non conduco una vita mondana, ma riesco a fare determinate cose che prima mi mettevano in crisi.

Sara ha l fortuna di avere al suo fianco genitori come voi, forti, determinati e sensibili, che riconoscono la sua sofferenza e il suo disagio.
Molta gente ne esce, come dice @Re Julien non siamo nati emetofobici.
la cosa migliore, forse, in quel caso, è che lo psicoterapeuta aiuti la piccola Sara a rielaborare quel brutto trauma dell’asilo. Da lì poi, penso che la strada sia tutta in discesa!
 
@Giovanna mi sono dimenticata di risponderti in merito alla terapia EMDR.
Premetto che con me sembra funzionare, staremo a vedere poi, dal momento che ora non sto svolgendo le sedute da ormai 2 mesi causa COVID.
Allora, attraverso questa tipologia di terapia, rielabori il trauma seguendo i movimenti delle dita della terapeuta. Quindi: racconti ciò che ti ricordi del trauma, avvenimento devastante... poi il terapeuta inizia a muovere l'indice da dx-sx/alto-basso/obliquo. Tu segui questo movimento con gli occhi, rimanendo in silenzio.
L'EMDR, con il tempo, aiuta a categorizzare nel giusto spazio mentale il trauma, il quale, verrà visto in modo più "Offuscato" fino a non pensarlo quasi più.
 
Ciao! E' tua figlia, questo ti da la forza. L'amore per un figlio ti permette di fare cose che non avresti mai immaginato. Ma sono certo che tu, da mamma, questo lo sai già, come sai che con l'amore che hai per lei continuerete a lottare.

Allora, l'emetofobia è il modo in cui una persona manifesta i suoi disagi, difficoltà, problemi. La classica punta dell'iceberg, dove sotto c'è chissà quanta roba. Suppongo sia per questo che, i terapeuti che hai incontrato, non abbiano lavorato direttamente sulla paura di vomitare, quindi sul sintomo, dove se invece lei fosse stata un adulto si sarebbe invece magari potuto provare. In ogni caso, ritengo comunque normale andare a cercare le cause in eventi pregressi. Sono convinto che non si nasce con l'emetofobia, quindi qualcosa avrà dovuto pur innescare quei meccanismi di difesa che attua una persona emetofobica. Forse, il senso è, capire la causa per sapere come curarla.
Che tu e tuo marito siate messi in discussione è "normale", perché siete le prime due persone più vicine a vostra figlia e l'impatto emotivo e affettivo dei genitori sui figli è molto importante. Questo non significa che voi siate la causa dell'emetofobia di vostra figlia, ma comprendo che un terapeuta cerchi di capire che ruolo avete nella sua fobia.

Eh, questa domanda se la fanno il 90% degli emetofobici, forse anche qualcosa di più. Io ho sempre sostenuto che si può uscire dall'emetofobia, c'è chi dice che ci si può convivere stando sufficientemente bene. Punti di vista, dipende da cosa vogliamo dalla nostra vita e da tanti altri fattori. Una cosa che non possiamo fare è eliminare l'ansia dalla nostra vita, impossibile non vivere mai senza provare ansia, ma, possiamo cercare di non farci condizionare la vita da essa. Lo scopo di una psicoterapia secondo me è fornirci gli strumenti giusti per vivere tutte le nostre emozioni in modo sano, senza che appunto possano ad esempio diventare una fobia.

Grazie per esserti iscritta qui ed aver raccontato la vostra storia, è importante leggere di una mamma ed un papà che si impegnano nella lotta alla fobia insieme al proprio figlio/a. In bocca al lupo! :)
Ciao! E' tua figlia, questo ti da la forza. L'amore per un figlio ti permette di fare cose che non avresti mai immaginato. Ma sono certo che tu, da mamma, questo lo sai già, come sai che con l'amore che hai per lei continuerete a lottare.

Allora, l'emetofobia è il modo in cui una persona manifesta i suoi disagi, difficoltà, problemi. La classica punta dell'iceberg, dove sotto c'è chissà quanta roba. Suppongo sia per questo che, i terapeuti che hai incontrato, non abbiano lavorato direttamente sulla paura di vomitare, quindi sul sintomo, dove se invece lei fosse stata un adulto si sarebbe invece magari potuto provare. In ogni caso, ritengo comunque normale andare a cercare le cause in eventi pregressi. Sono convinto che non si nasce con l'emetofobia, quindi qualcosa avrà dovuto pur innescare quei meccanismi di difesa che attua una persona emetofobica. Forse, il senso è, capire la causa per sapere come curarla.
Che tu e tuo marito siate messi in discussione è "normale", perché siete le prime due persone più vicine a vostra figlia e l'impatto emotivo e affettivo dei genitori sui figli è molto importante. Questo non significa che voi siate la causa dell'emetofobia di vostra figlia, ma comprendo che un terapeuta cerchi di capire che ruolo avete nella sua fobia.

Eh, questa domanda se la fanno il 90% degli emetofobici, forse anche qualcosa di più. Io ho sempre sostenuto che si può uscire dall'emetofobia, c'è chi dice che ci si può convivere stando sufficientemente bene. Punti di vista, dipende da cosa vogliamo dalla nostra vita e da tanti altri fattori. Una cosa che non possiamo fare è eliminare l'ansia dalla nostra vita, impossibile non vivere mai senza provare ansia, ma, possiamo cercare di non farci condizionare la vita da essa. Lo scopo di una psicoterapia secondo me è fornirci gli strumenti giusti per vivere tutte le nostre emozioni in modo sano, senza che appunto possano ad esempio diventare una fobia.

Grazie per esserti iscritta qui ed aver raccontato la vostra storia, è importante leggere di una mamma ed un papà che si impegnano nella lotta alla fobia insieme al proprio figlio/a. In bocca al lupo! :)
Grazie Re Julien per avermi risposto..
So bene quanto sia lungo il percorso, molto difficile è anche trovare un bravo psicoterapeuta.

Come genitore provo tanta rabbia per chi in passato non si è mai soffermato sul trauma causato a Sara da quell insegnante.. Si presume che la bambina dopo essere stata picchiata da quell "essere" abbia pianto talmente tanto da farsi venire l urto del vomito, Sara ha rimosso quell episodio non ricorda nulla,per questo motivo ci avevano proposto l ipnosi. Hanno sempre messo in discussione la famiglia senza mai approfondire quanto è successo a scuola. Noi genitori ne paghiamo le conseguenze, Sara in prima persona ... Il problema l ha causato un estranea, quell insegnante è stata denunciata e condannata.
Io spero solo che con il tempo lei riesca a gestire le sue emozioni. Grazie di tutto
 
@Giovanna mi sono dimenticata di risponderti in merito alla terapia EMDR.
Premetto che con me sembra funzionare, staremo a vedere poi, dal momento che ora non sto svolgendo le sedute da ormai 2 mesi causa COVID.
Allora, attraverso questa tipologia di terapia, rielabori il trauma seguendo i movimenti delle dita della terapeuta. Quindi: racconti ciò che ti ricordi del trauma, avvenimento devastante... poi il terapeuta inizia a muovere l'indice da dx-sx/alto-basso/obliquo. Tu segui questo movimento con gli occhi, rimanendo in silenzio.
L'EMDR, con il tempo, aiuta a categorizzare nel giusto spazio mentale il trauma, il quale, verrà visto in modo più "Offuscato" fino a non pensarlo quasi più.
Ciao Trudy62 grazie x avermi spiegato come funziona L'EMDR, sembra interessante, ne parleró con la psicologa di Sara. Volevo chiederti, ma la terapia è abbinata anche a dei farmaci? Un caro saluto☺️
 
Ciao Trudy62 grazie x avermi spiegato come funziona L'EMDR, sembra interessante, ne parleró con la psicologa di Sara. Volevo chiederti, ma la terapia è abbinata anche a dei farmaci? Un caro saluto☺️
Ma figurati!
Sì, ora come ora è abbinata ai farmaci per poter sopportare al meglio la terapia, ma i farmaci non incidono a livello fisico (sonnolenza, svogliatezza...). Mi aiutano solo a stare un po’ più tranquilla!
 
Buongiorno a tutti, sono la mamma di un adolescente che dall età di 4 anni soffre di Emetofobia,anche se siamo riusciti a dare un nome a questa fobia solo due anni fa. All età di 3 anni dopo solo 2 mesi dall inizio della scuola materna ha subìto maltrattamenti da parte di un insegnante e a causa dei suoi continui malesseri e il rifiuto di frequentare la scuola, sotto consiglio della pediatra, ha iniziato un percorso psicologico. Piangeva ogni giorno per dolori vari e soprattutto aveva il terrore di vomitare, non riusciva ad entrare in classe e stare insieme agli altri. Ha frequentato pochissimo la scuola materna, ma anche alle elementari le cose non migliorarono... Per tutti i 5 anni ha alternato periodi in cui stava bene con altri dove la fobia la portava ad assentarsi per gran parte degli anni scolastici. Ha interrotto anche corsi exstrascolastici come ginnastica artistica e Hip Hop.
Io e mio marito abbiamo da subito affrontato il problema, per evitare l intervento degli assistenti sociali, ci siamo rivolti a psicologi privati. Nessuno di quelli interpellati ha mai trattato il problema del VOMITO, che era la causa di tutti i malesseri di Sara, si pensava solo a farla rientrare in classe sottovalutando il vero problema.
A 13 anni dopo aver assistito ad un episodio di vomito da parte di una sua compagna, ha iniziato ad avere attacchi di panico forti che peggioravano sempre di più. La sua fobia ha condizionato la sua vita portandola ad isolarsi e non uscire più, ha iniziato a non mangiare fino al punto di rifiutare il cibo con la conseguenza di una notevole perdita di peso, assenza di ciclo, malesseri vari. Nella sua testa si era innescato il meccanismo "non bevo e non mangio, così non vomito". Ha iniziato una nuova terapia cognitivo comportamentale, gli attacchi di panico erano sempre più frequenti e violenti a qualsiasi ora del giorno e della notte. Ha passato mesi a casa senza frequentare la scuola, noi genitori abbiamo continuato ad avere contatti con i docenti e Preside dell Istituto, Sara è sempre stata al passo con il programma grazie ad un aiuto esterno che le avevamo preso.
Ci siamo rivolti ad una neuropsichiatra che le ha prescritto una cura farmacologica e con il passare dei mesi gli attacchi di panico forti diminuirono e così grazie anche al sostegno dei professori Sara è riuscita a tornare a scuola e fare gli esami.
A 14 anni inizia uno nuovo percorso scolastico, nuovi cambiamenti ambientali e sociali, riesce finalmente a salire su un autobus pieno di gente. Termina la terapia psicologica a gennaio 2020 e sospende gradualmente anche il farmaco . Secondo la psicologa Sara aveva acquisito le tecniche da mettere in atto in caso di attacchi di panico. In effetti per un paio di mesi sembrava un altra persona, ma purtroppo durante il Lockdown si sono ripresentati ancora forti e frequenti e da luglio ha ricominciato la cura farmacologica. La nausea, il mal di pancia e stomaco sono malesseri con cui convive quotidianamente e che ancora non riesce a gestire.
Ho raccontato un pó la storia di mia figlia Sara, che oggi ha 15 anni e convive ancora con la sua fobìa.
Non so dove trovo la forza di andare avanti e affrontare tutto questo, è una situazione irreale che ha messo a dura prova lo stato emotivo di noi genitori, è bruttissimo vedere la propria figlia stare male e non poter fare nulla... Per fortuna io e mio marito ci siamo sempre sostenuti a vicenda. Non abbiamo una vita sociale da anni, niente cene nè ai ristoranti nè da parenti, non ci è concesso neppure ammalarsi perchè qualsiasi malessere per lei è contagioso e soprattutto non è concesso cedere, la sua salute al primo posto. Non sappiamo cosa ci riserverà il futuro, Sara ce la sta mettendo tutta e anche noi non ci fermeremo.
Si parla poco di Emetofobia e questo genera non pochi problemi sia a chi ne soffre, perchè non si sente sicuro di parlarne, sia a chi vive l Emetofobia da fuori.
Ciao Giovanna, sono una neo iscritta dunque ho letto solo ora il tuo post...e devo ammettere che mi ha commossa molto. Io provengo da una situazione famigliare opposta, in cui i miei bisogni in quanto figlia sono stati completamente accantonati...i miei genitori si sono separati 20 anni fa (io ne ho 28), ma hanno continuato a litigare come se stessero ancora insieme, mio padre è sempre stato emotivamente assente (anche se ora viviamo insieme da un anno non sa NULLA di me e di ciò che ho vissuto), mentre mia madre ha sempre scaricato tutti i suoi problemi, frustrazioni, solitudine, ecc. su di me, trattandomi come se fossi la sua compagna o coinquilina e non sua figlia. Ad ogni modo, i miei problemi, grandi e piccoli, per i miei genitori non sono mai esistiti, loro ne avevano sempre più di me e ben più gravi. Ogni volta che ho provato ad esprimere un'opinione o a sollevare una discussione per esporre il mio punto di vista, sono SEMPRE stata zittita velocemente; mia madre mi ha criticata per ogni cosa facessi e mangiassi (ebbene sì, la prima persona a darmi della grassa fu proprio lei), tanto che un anno fa, dopo l'ennesimo litigio in cui veniva violata la mia privacy, decisi di andare a vivere a casa di mio padre (per lui sono abbastanza trasparente, quindi almeno non rompe le scatole h24). Leggere la tua storia mi ha commossa perchè, seppur la vostra situazione sia dolorosa, mi ha rivelato le belle persone che siete, tu e tuo marito. Esistono ancora genitori che per i figli farebbero di tutto e che DIMOSTRANO il bene che vogliono loro. Non dimenticatevi MAI che siete PREZIOSI e RARI.
Tuttavia, mi dispiace molto leggere di Sara e della sua vita/non vita. Quello che mi domando è: voi vedete Sara star male, ma lei cosa dice a riguardo? Mi spiego meglio...essendo molto piccola quando ha iniziato a temere il vomito e avendo costruito la sua esistenza attorno questa fobia, ha mai conosciuto un'altra vita? Per fare un paragone con le persone che nascono non vedenti e chi invece lo diventa dopo un incidente...spero di essermi spiegata bene e soprattutto di non sembrare indelicata con questa domanda...
 
Ciao Eleonora mi ha fatto piacere leggere quanto hai scritto, da quello che ho letto hai affrontato e continui ad affrontare le tue battaglie da sola...mi ha toccato molto leggere la tua storia... Sei una ragazza molto forte, non mollare mai
Sara è dall età di 4 anni che convive con questa fobìa( allora sconosciuta) . I suoi malesseri venivano spesso fraintesi.
Sara evitava di andare al parco giochi con i suoi coetanei, alle feste di compleanno, a casa di chiunque.
Non ha mai vissuto pienamente la sua infanzia e crescendo le cose sono peggiorate, anche oggi non vive la sua adolescenza come dovrebbe.
Quindi rispondo alla tua domanda.. No, non ha mai conosciuto un altra vita, tutto ruota intorno alla sua fobia.. La sua vita, e la nostra, ruota intorno a quello, da anni non abbiamo una vita sociale...
Non so se ho interpretato bene la tua domanda☺️
Un abbraccio
 
Ciao Eleonora mi ha fatto piacere leggere quanto hai scritto, da quello che ho letto hai affrontato e continui ad affrontare le tue battaglie da sola...mi ha toccato molto leggere la tua storia... Sei una ragazza molto forte, non mollare mai
Sara è dall età di 4 anni che convive con questa fobìa( allora sconosciuta) . I suoi malesseri venivano spesso fraintesi.
Sara evitava di andare al parco giochi con i suoi coetanei, alle feste di compleanno, a casa di chiunque.
Non ha mai vissuto pienamente la sua infanzia e crescendo le cose sono peggiorate, anche oggi non vive la sua adolescenza come dovrebbe.
Quindi rispondo alla tua domanda.. No, non ha mai conosciuto un altra vita, tutto ruota intorno alla sua fobia.. La sua vita, e la nostra, ruota intorno a quello, da anni non abbiamo una vita sociale...
Non so se ho interpretato bene la tua domanda☺️
Un abbraccio
Ciao Giovanna. Avete passato delle serene vacanze di Natale?
Come sta Sara?
Buon anno e un bacio!!
 
Ciao Trudy grazie e Buon Anno anche a te
Abbiamo passato le festività a casa, nessun pranzo nè cenone con i parenti, diciamo che quest anno abbiamo avuto la scusa delle restrizioni anti Covid... È difficilissimo far capire agli altri la nostra realtà e sinceramente sono anche stufa di giustificarmi ogni volta, nessuno capisce la situazione.
Ovviamente ha fatto molto piacere a Sara stare a casa, infatti abbiamo trascorso giornate tranquille. Mio marito ha lavorato ed io non vedevo l ora che finissero queste giornate di festa.
Tu invece come stai e come le hai passate le feste?
Un abbraccio
 
Ciao Trudy grazie e Buon Anno anche a te
Abbiamo passato le festività a casa, nessun pranzo nè cenone con i parenti, diciamo che quest anno abbiamo avuto la scusa delle restrizioni anti Covid... È difficilissimo far capire agli altri la nostra realtà e sinceramente sono anche stufa di giustificarmi ogni volta, nessuno capisce la situazione.
Ovviamente ha fatto molto piacere a Sara stare a casa, infatti abbiamo trascorso giornate tranquille. Mio marito ha lavorato ed io non vedevo l ora che finissero queste giornate di festa.
Tu invece come stai e come le hai passate le feste?
Un abbraccio
Ciao Giovanna!
Eh sì, quest'anno, date le restrizioni, noi emetofobi abbiamo tirato un sospiro di sollievo!
Tutto bene, grazie! Mi sono rilassata! Domani si ricomincia a lavorare però! Finita la pacchia! :)
 
Indietro
Alto