Buongiorno a tutti, sono la mamma di un adolescente che dall età di 4 anni soffre di Emetofobia,anche se siamo riusciti a dare un nome a questa fobia solo due anni fa. All età di 3 anni dopo solo 2 mesi dall inizio della scuola materna ha subìto maltrattamenti da parte di un insegnante e a causa dei suoi continui malesseri e il rifiuto di frequentare la scuola, sotto consiglio della pediatra, ha iniziato un percorso psicologico. Piangeva ogni giorno per dolori vari e soprattutto aveva il terrore di vomitare, non riusciva ad entrare in classe e stare insieme agli altri. Ha frequentato pochissimo la scuola materna, ma anche alle elementari le cose non migliorarono... Per tutti i 5 anni ha alternato periodi in cui stava bene con altri dove la fobia la portava ad assentarsi per gran parte degli anni scolastici. Ha interrotto anche corsi exstrascolastici come ginnastica artistica e Hip Hop.
Io e mio marito abbiamo da subito affrontato il problema, per evitare l intervento degli assistenti sociali, ci siamo rivolti a psicologi privati. Nessuno di quelli interpellati ha mai trattato il problema del VOMITO, che era la causa di tutti i malesseri di Sara, si pensava solo a farla rientrare in classe sottovalutando il vero problema.
A 13 anni dopo aver assistito ad un episodio di vomito da parte di una sua compagna, ha iniziato ad avere attacchi di panico forti che peggioravano sempre di più. La sua fobia ha condizionato la sua vita portandola ad isolarsi e non uscire più, ha iniziato a non mangiare fino al punto di rifiutare il cibo con la conseguenza di una notevole perdita di peso, assenza di ciclo, malesseri vari. Nella sua testa si era innescato il meccanismo "non bevo e non mangio, così non vomito". Ha iniziato una nuova terapia cognitivo comportamentale, gli attacchi di panico erano sempre più frequenti e violenti a qualsiasi ora del giorno e della notte. Ha passato mesi a casa senza frequentare la scuola, noi genitori abbiamo continuato ad avere contatti con i docenti e Preside dell Istituto, Sara è sempre stata al passo con il programma grazie ad un aiuto esterno che le avevamo preso.
Ci siamo rivolti ad una neuropsichiatra che le ha prescritto una cura farmacologica e con il passare dei mesi gli attacchi di panico forti diminuirono e così grazie anche al sostegno dei professori Sara è riuscita a tornare a scuola e fare gli esami.
A 14 anni inizia uno nuovo percorso scolastico, nuovi cambiamenti ambientali e sociali, riesce finalmente a salire su un autobus pieno di gente. Termina la terapia psicologica a gennaio 2020 e sospende gradualmente anche il farmaco . Secondo la psicologa Sara aveva acquisito le tecniche da mettere in atto in caso di attacchi di panico. In effetti per un paio di mesi sembrava un altra persona, ma purtroppo durante il Lockdown si sono ripresentati ancora forti e frequenti e da luglio ha ricominciato la cura farmacologica. La nausea, il mal di pancia e stomaco sono malesseri con cui convive quotidianamente e che ancora non riesce a gestire.
Ho raccontato un pó la storia di mia figlia Sara, che oggi ha 15 anni e convive ancora con la sua fobìa.
Non so dove trovo la forza di andare avanti e affrontare tutto questo, è una situazione irreale che ha messo a dura prova lo stato emotivo di noi genitori, è bruttissimo vedere la propria figlia stare male e non poter fare nulla... Per fortuna io e mio marito ci siamo sempre sostenuti a vicenda. Non abbiamo una vita sociale da anni, niente cene nè ai ristoranti nè da parenti, non ci è concesso neppure ammalarsi perchè qualsiasi malessere per lei è contagioso e soprattutto non è concesso cedere, la sua salute al primo posto. Non sappiamo cosa ci riserverà il futuro, Sara ce la sta mettendo tutta e anche noi non ci fermeremo.
Si parla poco di Emetofobia e questo genera non pochi problemi sia a chi ne soffre, perchè non si sente sicuro di parlarne, sia a chi vive l Emetofobia da fuori.
Io e mio marito abbiamo da subito affrontato il problema, per evitare l intervento degli assistenti sociali, ci siamo rivolti a psicologi privati. Nessuno di quelli interpellati ha mai trattato il problema del VOMITO, che era la causa di tutti i malesseri di Sara, si pensava solo a farla rientrare in classe sottovalutando il vero problema.
A 13 anni dopo aver assistito ad un episodio di vomito da parte di una sua compagna, ha iniziato ad avere attacchi di panico forti che peggioravano sempre di più. La sua fobia ha condizionato la sua vita portandola ad isolarsi e non uscire più, ha iniziato a non mangiare fino al punto di rifiutare il cibo con la conseguenza di una notevole perdita di peso, assenza di ciclo, malesseri vari. Nella sua testa si era innescato il meccanismo "non bevo e non mangio, così non vomito". Ha iniziato una nuova terapia cognitivo comportamentale, gli attacchi di panico erano sempre più frequenti e violenti a qualsiasi ora del giorno e della notte. Ha passato mesi a casa senza frequentare la scuola, noi genitori abbiamo continuato ad avere contatti con i docenti e Preside dell Istituto, Sara è sempre stata al passo con il programma grazie ad un aiuto esterno che le avevamo preso.
Ci siamo rivolti ad una neuropsichiatra che le ha prescritto una cura farmacologica e con il passare dei mesi gli attacchi di panico forti diminuirono e così grazie anche al sostegno dei professori Sara è riuscita a tornare a scuola e fare gli esami.
A 14 anni inizia uno nuovo percorso scolastico, nuovi cambiamenti ambientali e sociali, riesce finalmente a salire su un autobus pieno di gente. Termina la terapia psicologica a gennaio 2020 e sospende gradualmente anche il farmaco . Secondo la psicologa Sara aveva acquisito le tecniche da mettere in atto in caso di attacchi di panico. In effetti per un paio di mesi sembrava un altra persona, ma purtroppo durante il Lockdown si sono ripresentati ancora forti e frequenti e da luglio ha ricominciato la cura farmacologica. La nausea, il mal di pancia e stomaco sono malesseri con cui convive quotidianamente e che ancora non riesce a gestire.
Ho raccontato un pó la storia di mia figlia Sara, che oggi ha 15 anni e convive ancora con la sua fobìa.
Non so dove trovo la forza di andare avanti e affrontare tutto questo, è una situazione irreale che ha messo a dura prova lo stato emotivo di noi genitori, è bruttissimo vedere la propria figlia stare male e non poter fare nulla... Per fortuna io e mio marito ci siamo sempre sostenuti a vicenda. Non abbiamo una vita sociale da anni, niente cene nè ai ristoranti nè da parenti, non ci è concesso neppure ammalarsi perchè qualsiasi malessere per lei è contagioso e soprattutto non è concesso cedere, la sua salute al primo posto. Non sappiamo cosa ci riserverà il futuro, Sara ce la sta mettendo tutta e anche noi non ci fermeremo.
Si parla poco di Emetofobia e questo genera non pochi problemi sia a chi ne soffre, perchè non si sente sicuro di parlarne, sia a chi vive l Emetofobia da fuori.