Alessandro M.
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Buonasera a tutti, sono Alessandro, uno studente di vent'anni. Sono molto contento di aver trovato questa piattaforma: sapere che non sono solo ad affrontare questa situazione (come ho fatto finora) mi tranquillizza. Ho paura di vomitare da quando ero bambino. Ricordo tutte le volte in cui ho vomitato (non sono state tantissime) con molta chiarezza. Come ho potuto leggere qui sopra e come mi è stato spesso detto, la causa di questa fobia è stata un evento oppure una serie di eventi che sono andati a costituire un "trauma". Non andando purtroppo in terapia (cosa che mi è stata spesso consigliata di fare da miei coetanei ma che purtroppo al momento non riesco a fare perchè prevedrebbe un confronto diretto con i miei genitori che ancora mi mantengono, in merito al mio problema), ho provato a rintracciare le cause del mio disturbo. Certamente la consapevolezza aiuta: la mia parte razionale è cosciente del problema e di tutte le sfaccettature, però allo stesso tempo la parte meno razionale continua a "tormentarmi" molte volte.
(Un gesto di mia madre che mi è rimasto particolarmente in mente, negativamente parlando, era la sua abitudine di mettermi un asciugamano addosso quando stavo male di stomaco per evitare che sporcassi tutto. Questo mi terrorizzava perché avevo la certezza che sarebbe successo. Sicuramente ci sono stati altri momenti cardine ma non voglio dilungarmi più di quanto io abbia già intenzione di fare)
Due mesi fa ho vomitato (per un colpo di freddo oppure per una situazione di tensione/panico legata all'ansia di dover vomitare). Ce l'ho fatta da solo, dopo otto anni senza vomitare. Pensavo che il problema sarebbe passato, o almeno diminuito, in realtà non è stata proprio così. Non essendo stato male a casa mia (il mio posto sicuro), ho sviluppato maggiormente la paura di stare male in pubblico e di perdere il controllo come mi era successo in passato. Ogni volta che uscivo, ero in un luogo affollato sentito un mal di stomaco/nausea "finto" (me lo facevo venire da solo, era la maggiorparte delle volte una questione psicologica, al massimo una somatizzazione dell'ansia) ed è capitato che mi venissero attacchi di panico che mi hanno obbligato a lasciare il posto in cui mi trovavo. Ho letto che per "far passare" una fobia era necessario affrontarla continuamente, e così ho fatto. Sono andato in vacanza, mi sono abbuffato di cibo, sono andato perfino ad un concerto da solo, mi sono persino ubriacato. Non sempre la vivevo serenamente, a volte mi sono dovuto allontanare, però riuscivo spesso a far prevalere la mia parte razionale su quella irrazionale. Non sto cantando vittoria, nè ostentando un traguardo. Il problema c'è ancora: non vivo spensierato, ho sempre questo pallino in mente di poter vomitare da un momento all'altro, davanti a tutti che mi guardano e mi giudicano, di non avere più il controllo di me stesso. Da quando ho vomitato l'ultima volta ho iniziato a somatizzare parecchio l'ansia a livello dello stomaco, cosa che si è aggiunta al mal d'auto e mal di mare (ho perfino osato andando in mezzo al mare su una barca, lì è stata una delle volte più spaventose e dolorose di tutta la mia vita) e dicendola tutta non è stata molto piacevole.
A coronare il tutto, sento che con tutte le persone con cui ho condiviso questo mio problema mai nessuna sia stata in grado di comprendermi a pieno: il sostegno non è mancato ma mi è stato spesso fatto presente che il mio problema fosse insensato (perchè vomitare è una cosa naturale come dicono). Ringrazio tutti quanti solo per aver letto ciò che ho scritto, perdonatemi per l'eccessiva lunghezza ma sentivo il bisogno di dare ordine ai miei pensieri. Buona continuazione a tutti quanti!
(Un gesto di mia madre che mi è rimasto particolarmente in mente, negativamente parlando, era la sua abitudine di mettermi un asciugamano addosso quando stavo male di stomaco per evitare che sporcassi tutto. Questo mi terrorizzava perché avevo la certezza che sarebbe successo. Sicuramente ci sono stati altri momenti cardine ma non voglio dilungarmi più di quanto io abbia già intenzione di fare)
Due mesi fa ho vomitato (per un colpo di freddo oppure per una situazione di tensione/panico legata all'ansia di dover vomitare). Ce l'ho fatta da solo, dopo otto anni senza vomitare. Pensavo che il problema sarebbe passato, o almeno diminuito, in realtà non è stata proprio così. Non essendo stato male a casa mia (il mio posto sicuro), ho sviluppato maggiormente la paura di stare male in pubblico e di perdere il controllo come mi era successo in passato. Ogni volta che uscivo, ero in un luogo affollato sentito un mal di stomaco/nausea "finto" (me lo facevo venire da solo, era la maggiorparte delle volte una questione psicologica, al massimo una somatizzazione dell'ansia) ed è capitato che mi venissero attacchi di panico che mi hanno obbligato a lasciare il posto in cui mi trovavo. Ho letto che per "far passare" una fobia era necessario affrontarla continuamente, e così ho fatto. Sono andato in vacanza, mi sono abbuffato di cibo, sono andato perfino ad un concerto da solo, mi sono persino ubriacato. Non sempre la vivevo serenamente, a volte mi sono dovuto allontanare, però riuscivo spesso a far prevalere la mia parte razionale su quella irrazionale. Non sto cantando vittoria, nè ostentando un traguardo. Il problema c'è ancora: non vivo spensierato, ho sempre questo pallino in mente di poter vomitare da un momento all'altro, davanti a tutti che mi guardano e mi giudicano, di non avere più il controllo di me stesso. Da quando ho vomitato l'ultima volta ho iniziato a somatizzare parecchio l'ansia a livello dello stomaco, cosa che si è aggiunta al mal d'auto e mal di mare (ho perfino osato andando in mezzo al mare su una barca, lì è stata una delle volte più spaventose e dolorose di tutta la mia vita) e dicendola tutta non è stata molto piacevole.
A coronare il tutto, sento che con tutte le persone con cui ho condiviso questo mio problema mai nessuna sia stata in grado di comprendermi a pieno: il sostegno non è mancato ma mi è stato spesso fatto presente che il mio problema fosse insensato (perchè vomitare è una cosa naturale come dicono). Ringrazio tutti quanti solo per aver letto ciò che ho scritto, perdonatemi per l'eccessiva lunghezza ma sentivo il bisogno di dare ordine ai miei pensieri. Buona continuazione a tutti quanti!