• Questa community è solo un punto d'incontro per persone che soffrono di emetofobia e non può essere considerata come terapia per superarla, per questo consigliamo sempre di consultare uno specialista. Buona navigazione a tutti. ;)

Che cosa si nasconde dietro l'emetofobia?

eleonora407

Junior
Ciao a tutti, mi sono iscritta da pochi giorni ma ho letto diverse discussioni del forum e, posto che siamo tuttti qui perchè cerchiamo qualcuno che ci comprenda nella nostra "follia", mi stavo chiedendo: oltre all'emetofobia cosa ci accomuna? Traumi infantili? Famiglie disfunzionali?
Se è vero che le fobie sono la manifestazione sintomatica di qualcosa di più profondo, cosa ci sta comunicando la nostra fobia? Cosa si nasconde dietro l'emetofobia e che è un elemento a noi comune, sebbene abbiamo età e vissuti diversi?
Vi siete mai interrogati (o magari l'avete fatto con un terapeuta) su questa cosa? Se sì, quale consapevolezza avete raggiunto?
Grazie mille a chi risponderà. Un abbraccio
 
Ciao a tutti, mi sono iscritta da pochi giorni ma ho letto diverse discussioni del forum e, posto che siamo tuttti qui perchè cerchiamo qualcuno che ci comprenda nella nostra "follia", mi stavo chiedendo: oltre all'emetofobia cosa ci accomuna? Traumi infantili? Famiglie disfunzionali?
Se è vero che le fobie sono la manifestazione sintomatica di qualcosa di più profondo, cosa ci sta comunicando la nostra fobia? Cosa si nasconde dietro l'emetofobia e che è un elemento a noi comune, sebbene abbiamo età e vissuti diversi?
Vi siete mai interrogati (o magari l'avete fatto con un terapeuta) su questa cosa? Se sì, quale consapevolezza avete raggiunto?
Grazie mille a chi risponderà. Un abbraccio
Ciao Eleonora!
Domanda super interessante!
Beh, penso che alla base di tutti, ci sia un evento traumatico legato all'emesi che, anche se vissuto molto tempo fa, ci ha segnati talmente tanto da non riuscire a rielaborarlo nemmeno in età adulta.
Poi, penso che un po' tutti, o almeno, una buona parte di emetofobici, soffra di tale disturbo causato/che può dipendere da fattori ambientali/genetici: per esempio, genitori ansiosi, apprensivi, con difficoltà a loro volta a gestire situazioni snervanti.

Se bisogna dare una lettura alla fobia, penso che, sostanzialmente, l'emetofobia sia una paura simbolica, ovvero: a livello superficiale abbiamo paura dell'atto, ma, nel più profondo, è come se avessimo paura a tirar fuori la nostra essenza, il nostro essere, tendendo a rimanere invisibili, nel nostro angolino.
 
oltre all'emetofobia cosa ci accomuna? Traumi infantili? Famiglie disfunzionali?
Le prime cose che mi vengono in mente: errata gestione dell'ansia; poca autostima; poca fiducia in sé stessi. Il tutto probabilmente ha qualche radice in ambito familiare.
Un trauma specifico può essere, certo, ma non credo che in tutti i casi ci sia un singolo evento determinante, piuttosto una serie di situazioni.
cosa ci sta comunicando la nostra fobia?
Bella domanda, non credo ci sia una risposta unica valida per tutti. Sicuramente ci dice che qualcosa nella nostra vita non funziona nel modo giusto, cosa è diverso per ciascuno di noi.
quale consapevolezza avete raggiunto?
La vita è imperfetta, noi siamo imperfetti. Non possiamo controllare tutto. Ma soprattutto dobbiamo imparare ad accettare noi stessi e il nostro passato senza pensare troppo ad un futuro che nessuno può prevedere, concentrandoci su quello che viviamo in questo istante.

Credo di non averti mai dato il benvenuto, né approfitto ora per farlo :)
 
Ciao Eleonora!
Domanda super interessante!
Beh, penso che alla base di tutti, ci sia un evento traumatico legato all'emesi che, anche se vissuto molto tempo fa, ci ha segnati talmente tanto da non riuscire a rielaborarlo nemmeno in età adulta.
Poi, penso che un po' tutti, o almeno, una buona parte di emetofobici, soffra di tale disturbo causato/che può dipendere da fattori ambientali/genetici: per esempio, genitori ansiosi, apprensivi, con difficoltà a loro volta a gestire situazioni snervanti.

Se bisogna dare una lettura alla fobia, penso che, sostanzialmente, l'emetofobia sia una paura simbolica, ovvero: a livello superficiale abbiamo paura dell'atto, ma, nel più profondo, è come se avessimo paura a tirar fuori la nostra essenza, il nostro essere, tendendo a rimanere invisibili, nel nostro angolino.
Ciao Francesca, grazie della tua risposta. Sai, mi sono posta questa domanda leggendo gli eventi scatenanti di alcuni utenti nella loro presentazione...allora mi sono chiesta: è chiaro che a tutti noi è capitato un episodio (o più di uno) legato all'emesi che ci ha particolarmente segnati, ma a chi non è capitato una volta nella vita? Anche a me, prima di quell'evento, è capitato di rimettere ma nulla che mi traumatizzasse...a quante persone capita di stare male con una sbronza, o di veder gente stare male sui mezzi pubblici, eppure perchè a noi è scaturito tutto ciò e ad altri no? è vero, di solito non ci si dovrebbe chiedere perchè a noi sì e agli altri no, ma ho girato la domanda: cosa abbiamo noi di speciale? Cosa stiamo cercando di comunicare a noi stessi?
E qui mi trovo d'accordo con te: superficialmente abbiamo paura dell'atto (ma poi capiamo bene che se deve capitare capita e mentre stiamo male stiamo male e basta, come tutti), ma nel profondo c'è qualcosa di noi che non lasciamo emergere. Ad esempio, io penso di sapere sempre ciò che pensano o che penserebbero di me le persone del mio paese se facessi questo o quell'altro, se dicessi una cosa o un'altra, che alla fine mi sono sempre tenuta tutto dentro..."tanto a chi vuoi che interessi di me, visto che persino per i miei genitori sono sempre stata invisibile...sarei un peso per tutti, pensa se dovessi addirittura stare male! Rovinerei la serata alle altre persone, costrette a riaccompagnarmi a casa"...io che invece mi sono sempre presa cura degli altri, e forse troppo poco di me stessa.
Certo, sorridendo mi domando se non potessi arrivare alle stesse consapevolezze senza avere una fobia così invalidante, ma pazienza, sarà un po' più complesso uscire da questi meccanismi paranoici, ma ce la farò comunque...:)
 
Le prime cose che mi vengono in mente: errata gestione dell'ansia; poca autostima; poca fiducia in sé stessi. Il tutto probabilmente ha qualche radice in ambito familiare.
Un trauma specifico può essere, certo, ma non credo che in tutti i casi ci sia un singolo evento determinante, piuttosto una serie di situazioni.

Bella domanda, non credo ci sia una risposta unica valida per tutti. Sicuramente ci dice che qualcosa nella nostra vita non funziona nel modo giusto, cosa è diverso per ciascuno di noi.

La vita è imperfetta, noi siamo imperfetti. Non possiamo controllare tutto. Ma soprattutto dobbiamo imparare ad accettare noi stessi e il nostro passato senza pensare troppo ad un futuro che nessuno può prevedere, concentrandoci su quello che viviamo in questo istante.

Credo di non averti mai dato il benvenuto, né approfitto ora per farlo :)
Grazie mille Re Julien, per il benvenuto e per aver risposto alla mia domanda. Se dovessi pensare in base alla mia esperienza personale, anche io direi "scarsa autostima e meccanismi disfunzionali che derivano dal contesto in cui siamo cresciuti (famigliare, scolastico, ecc.)"...anche perchè a quante persone capita di stare molto male o di vedere gente stare male, almeno una volta nella vita? Eppure questo non comporta necessariamente diventare emetofobici. Io stessa, prima dell'evento scatenante, non lo ero, anzi, se stavo male non mi spaventavo neanche un po' (e infatti mai avrei pensato che una cosa così "banale, naturale e che capita pochissime volte" mi spaventasse a tal punto da stravolgermi l'esistenza completamente, proprio io che non mi ero mai lasciata scalfire da nulla di ben più grave). Perciò mi sono chiesta cosa ci fosse sotto che ci accomunasse al di là della fobia.
Sicuramente, non lasciamo emergere una parte dentro di noi, della nostra essenza più profonda che invece scalpita per uscire. Certo, leggere l'ansia in questo modo positivo non è facile, dato che i sintomi sono sempre fisicamente e psicologicamente stressanti da sopportare e accettare. Io, sono sincera, dopo anni di psicoterapia, ho capito molte cose della mia storia passata e delle persone che fanno parte della mia vita; rispetto ai primi anni è cambiato molto, anche se spesso mi dimentico di congratularmi con me stessa per i passi in avanti fatti fin qui. Quando leggo alcune presentazioni, riesco a percepire la sofferenza che vi è al di là dello schermo, anche se non mi appartiene più da un po'. Io ora devo imparare a lasciare andare il mio passato e far sì che non influenzi più il mio cammino, presente e futuro. Mentre prima ero paralizzata dalla fobia, ora sento di essere arrivata al punto in cui o faccio un passo avanti verso me stessa per abbracciare la mia versione migliore, o è un attimo risprofondare nella depressione che era conseguita allo scatenarsi della fobia, della perdita di peso, della svogliatezza di vivere e di alzarsi dal letto che, certamente, in alcuni momenti difficili, si ripresenta.
è difficile cambiare certi pensieri che sono andati sempre in una direzione distruttiva, ma devo farcela. Lo devo a me stessa perchè me lo merito. :)
 
ora sento di essere arrivata al punto in cui o faccio un passo avanti verso me stessa per abbracciare la mia versione migliore
Questo che dici mi fa riflettere, in generale, che spesso ho letto di persone che si accontentano di riuscire a gestire la fobia e vivono abbastanza bene. È una scelta. Un po' dipende da dove vogliamo arrivare e da cosa possiamo fare. L'importante è sentirci bene con noi stessi.
Lo devo a me stessa perchè me lo merito
Ed è questa una chiave importante. Noi meritiamo di vivere serenamente. Che non significa una vita senza problemi o tutti i giorni al ristorante, ma una vita in cui noi facciamo le scelte e viviamo le nostre emozioni senza lasciare che siano le nostre paure a decidere per noi.
 
Esatto! Io credo di aver confuso spesso "il gestire la fobia" con "l'averla assecondata". Probabilmente ho pensato di essere arrivata a conviverci pacificamente quando in realtà mi ero solo lasciata travolgere e avevo rinunciato a moltissime cose. Ed ora sento la necessità di uscira da questo "assecondare perennemente la fobia per accettarla il più possibile". Ma è un bisogno che sento adesso, dopo più di 9 anni, ci è voluto del tempo perchè lo sentissi dentro di me...
 
Ciao, iscritta nuovissima anch'io :)
Nella mia storia gli elementi ci sono tutti: episodi di emesi non saputi gestire, traumi familiari (violenza fisica e psicologica), abbandono della madre, padre psichiatrico che mi ha stroncata di ansie e controllo e conseguente sviluppo della mania di controllo, distacco emotivo... Un delirio insomma.
Ho seguito due diversi percorsi di analisi, il primo per quasi cinque anni, il secondo per un paio, ma senza arrivare mai a fondo della questione "emetofobia". I blocchi sono troppi, non riesco a mettere tutto sul tavolo, ho la sensazione di non essere mai riuscita a lasciarmi andare veramente in tutta la mia vita. Mai, nè con altri nè con me stessa. Per contro ho cercato di approfondire meccanismi e dinamiche per vivere meglio e a mio modo ci sono riuscita costruendomi una casa, una famiglia.
La bestia però è sempre lì, dentro di me. Mi sento sola, molto spesso.
E ho paura, sempre, di crollare e non riuscire a essere la mamma di cui i miei figli hanno bisogno.
Sono qui per condividere e ascoltare e non perdere la fiducia guardando sempre al futuro.
 
Per contro ho cercato di approfondire meccanismi e dinamiche per vivere meglio e a mio modo ci sono riuscita costruendomi una casa, una famiglia.
E ti pare poco? Non so quanti di noi riescono ad avere chiaro il proprio futuro o meglio, l'idea del loro futuro. Riuscire a costruire una famiglia è importante. :)
ho paura, sempre, di crollare e non riuscire a essere la mamma di cui i miei figli hanno bisogno
Ma sono certo che per i tuoi figli sei e sarai la migliore mamma che possano avere perché tu ti impegni per essere questo. Non sarai esente dal vivere difficoltà, ma le affronterai per te e per la tua famiglia. Non credo che mi dirai che non è così, no? ;)
 
Nella mia storia gli elementi ci sono tutti: episodi di emesi non saputi gestire, traumi familiari (violenza fisica e psicologica), abbandono della madre, padre psichiatrico che mi ha stroncata di ansie e controllo e conseguente sviluppo della mania di controllo, distacco emotivo... Un delirio insomma.
Ho seguito due diversi percorsi di analisi, il primo per quasi cinque anni, il secondo per un paio, ma senza arrivare mai a fondo della questione "emetofobia". I blocchi sono troppi, non riesco a mettere tutto sul tavolo, ho la sensazione di non essere mai riuscita a lasciarmi andare veramente in tutta la mia vita. Mai, nè con altri nè con me stessa. Per contro ho cercato di approfondire meccanismi e dinamiche per vivere meglio e a mio modo ci sono riuscita costruendomi una casa, una famiglia.
La bestia però è sempre lì, dentro di me. Mi sento sola, molto spesso.
E ho paura, sempre, di crollare e non riuscire a essere la mamma di cui i miei figli hanno bisogno.
Sono qui per condividere e ascoltare e non perdere la fiducia guardando sempre al futuro.
Ciao Chiara, benvenuta nel club! :p Anche se anagraficamente ne fai parte da più tempo di me...Capisco molto bene il tuo passato famigliare, e anche la tua difficoltà a mettere nero su bianco le tue paure, dicendo la verità al terapeuta ma soprattutto a te stessa...anch'io spesso mi domando se riusciremo mai a trovare la cosiddetta pace interiore, tanto agognata negli anni...non è una cosa facile da raggiungere, almeno non per noi. Ognuno ha bisogno dei propri tempi, talvolta biblici...non dobbiamo cadere nell'errore di paragonarci a quelli che scrivono un libro dopo aver mollato tutto ed essere andati a Bali, dicendo che attraverso quel viaggio hanno trovato la pace interiore...certo, può capitare, ma avranno avuto un passato diverso dal nostro. Alla fine noi potremo anche allontanarci da chi ci ha fatto del male, ma l'obiettivo sarà sempre quello di raggiungere la versione migliore di noi stessi. Allontanare le paure o le persone negative fa senz'altro bene, ma non risolve il problema che, probabilmente, NOI abbiamo con NOI STESSI.
Non sono madre e probabilmente non lo sarò mai per una serie di motivi, ma ammiro molto il tuo coraggio. Nonostante la fobia, hai realizzato questo grande desiderio, e questo perchè esso era talmente grande da non dico spazzare via l'emetofobia, ma da toglierle la capacità di controllo sulla tua vita e sui tuoi progetti. è come aver tolto elettricità ad una pila carica...l'hai spenta. Sei stata forte e lo sarai ancora, ogni volta che incontrerai qualche altra difficoltà! Un abbraccio forte :)
 
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