• Questa community è solo un punto d'incontro per persone che soffrono di emetofobia e non può essere considerata come terapia per superarla, per questo consigliamo sempre di consultare uno specialista. Buona navigazione a tutti. ;)

Piacere di conoscervi ... mi presento

Bach95

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Buon pomeriggio a tutti, mi presento, sono Paola ed ho trovato questo forum girando su internet perché stavo cercando un libro sull'emetofobia da regalare a mia figlia. Ebbene si ... l'emetofobica non sono io ma un'adolescente di 14 anni che ha nausea quasi ogni voglia che mangia, che piange perché ha ancora fame ma non riesce a mandar già un altro boccone e che non vuole assolutamente parlare di psicoterapia. Sono alla frutta, vorrei aiutarla ma non so come ... ma intanto respiro. Diciamo che sono qui anche per una pacca sulla spalla ;-)
 
Buonasera, inanzi tutto benché io sia lontano dall'essere un genitore ti dico di insistere con tua figlia andando oltre i suoi rifiuti
Il fatto che abbia fame ma che non riesca a mangiare è qualcosa che depone per un problema che non è ancora così strutturato (altrimenti non avrebbe nemmeno fame per dirti)
Per cui è importante cercare di convincerla a fare delle sedute da uno psicoterapeuta prima che queste possano non essere sufficienti
 
Grazie per il consiglio, vorrei poter fare qualcosa e pensare che effettivamente possa regredire da sola ma credo sia una mia vana speranza. Insisterò con lei per cercare almeno di provare
 
Grazie per il consiglio, vorrei poter fare qualcosa e pensare che effettivamente possa regredire da sola ma credo sia una mia vana speranza. Insisterò con lei per cercare almeno di provare
Non è impossibile che regredisca, alcune fobie regrediscono con il passaggio all'età adulta, altre invece si consolidano, quindi non punterei su quello
Cercherei di insistere sul cercare di fare una psicoterapia, unità ad uno stile di vita salutare
 
Sto insistendo con lei per la psicoterapia, almeno provare un primo incontro … lei è sempre sul categorico no, ma io vorrei che qualcuno potesse valutarla ed effettivamente dirmi che ha questo problema, per ora è uscito fuori, solo parlando con una nutrizionista a cui ho raccontato dei suoi comportamenti. Prima non sapevo neanche dell’esistenza di questa specifica fobia in cui lei sembra cadere a pieno. Cosa intendi per stile di vita salutare?
 
Intanto siete stati fortunati a trovare un nutrizionista competente che non ha scambiato i sintomi di tua figlia per altro, secondo, quali sono motivi del suo categorico rifiuto?
Per stile di vita salutare intendo se ha una rete sociale di amicizie e se fa attività fisica o attività ricreative che possano aiutare a distrarla nel contesto di un programma di psicoterapia
 
Ciao! Mi sento di dirti, da emetofobica dall'età di 5 anni (ad oggi ne ho 28) che avere una mamma che riesca a comprendere un problema di questo genere è davvero una bella fortuna! Tu stessa potrai essere di grande aiuto a tua figlia. I miei genitori non hanno mai capito veramente la mia fobia ed il mio terrore quando si trattava di avere la nausea o di assistere a episodi di emesi. Posso dirti che accettare di dover essere aiutati e intraprendere un percorso terapeutico, non è affatto cosa semplice.. ci sono voluti anni anche per me! Spesso ci si sente "strani" ad ammettere di aver bisogno di aiuto, ma tu hai la possibilità di spiegarle che questa è la strada giusta per poter stare meglio. Credimi, farà davvero la differenza! Tu prova a parlarle con calma, riportando magari esempi di persone che vivono le sue stesse paure e che grazie alla psicoterapia hanno finalmente visto uno spiraglio di luce. Tua figlia è molto giovane, sicuramente prima queste cose si affrontano, meglio sarà per lei.
 
Rispondo ad entrambi qui, Andrea, per ora il suo rifiuto si basa solo sul fatto che lei non vuole parlare di cose sue ad uno sconosciuto perché a detta sua comunque non serve a niente. Ovviamente questa è l'opinione di una ragazza di 14 anni, ansiosa, abbastanza introversa, che ama poco parlare di se, e che ora probabilmente si sente un po' sopraffatta da queste sensazioni. Fortunatamente ha un bel gruppetto di amiche, sono 6 ragazzine che ormai da qualche anno si frequentano assiduamente, per ora, avere queste paure non le ha precluso molte cose, esce tranquillamente con loro, va a cena con loro (anche se ha un po' di timore ma si butta), questa estate ha fatto un caposcuola di una settimana fuori casa, diciamo che per ora non ho visto grandi limitazioni, però ultimamente quello che avevamo scambiato per reflusso / gastrite, forse e dico forse, si sta rivelando essere altro, oppure le due cose combinate si auto alimentano. Anche questo non è da escludere, probabilmente ha un fastidio organico che poi gli si accentua per la paura di stare male. Ormai è quasi sistematico che dopo 5 minuti che mangia (soprattutto a cena) le viene la nausea, a volte la tollera, a volte le viene l'ansia e si agita parecchio anche se vuole nasconderlo e smette di mangiare, poi si arrabbia perché dice che lei ha ancona fame ma non riesce a mangiare, lei si sente la bocca strana, le da fastidio la bocca e non riesce a mandar giù, a volte sono proprio le consistenze del cibo a darle fastidio. Spesso le fa schifo tutto ma quando sta un pelo meglio non disdegna un pezzo di dolce. Può capitare che una volta a settimana riesce a mangiare bene senza "schifi", lei li chiama così ma non si sa il perché. Continuo col dirti che si, fa anche attività fisica, due volte la settimana.
Grace, grazie anche del tuo intervento, mi fai sentire un po' utile ... in questo periodo che invece mi sembra di non fare nulla per lei. Di non riuscire ad aiutarla. Anche la nutrizionista mi ha confermato che il suo rifiuto ad uno psicoterapeuta è in linea con il suo essere chiusa, in tutti i sensi, nel suo non voler buttar fuori a 360 gradi. Farò come mi hai detto, non mi arrendo facilmente, e continuerò a spronarla per provare anche questa strada, almeno provare, anche fosse un solo incontro, però farle capire che ne abbiamo bisogno, entrambe, di qualcuno che per un po' ci guidi.
Per ora come dicevo non l'ha limitata in nulla (almeno sembra) però è sempre meglio prevenire.
 
Rispondo ad entrambi qui, Andrea, per ora il suo rifiuto si basa solo sul fatto che lei non vuole parlare di cose sue ad uno sconosciuto perché a detta sua comunque non serve a niente. Ovviamente questa è l'opinione di una ragazza di 14 anni, ansiosa, abbastanza introversa, che ama poco parlare di se, e che ora probabilmente si sente un po' sopraffatta da queste sensazioni. Fortunatamente ha un bel gruppetto di amiche, sono 6 ragazzine che ormai da qualche anno si frequentano assiduamente, per ora, avere queste paure non le ha precluso molte cose, esce tranquillamente con loro, va a cena con loro (anche se ha un po' di timore ma si butta), questa estate ha fatto un caposcuola di una settimana fuori casa, diciamo che per ora non ho visto grandi limitazioni, però ultimamente quello che avevamo scambiato per reflusso / gastrite, forse e dico forse, si sta rivelando essere altro, oppure le due cose combinate si auto alimentano. Anche questo non è da escludere, probabilmente ha un fastidio organico che poi gli si accentua per la paura di stare male. Ormai è quasi sistematico che dopo 5 minuti che mangia (soprattutto a cena) le viene la nausea, a volte la tollera, a volte le viene l'ansia e si agita parecchio anche se vuole nasconderlo e smette di mangiare, poi si arrabbia perché dice che lei ha ancona fame ma non riesce a mangiare, lei si sente la bocca strana, le da fastidio la bocca e non riesce a mandar giù, a volte sono proprio le consistenze del cibo a darle fastidio. Spesso le fa schifo tutto ma quando sta un pelo meglio non disdegna un pezzo di dolce. Può capitare che una volta a settimana riesce a mangiare bene senza "schifi", lei li chiama così ma non si sa il perché. Continuo col dirti che si, fa anche attività fisica, due volte la settimana.
Grace, grazie anche del tuo intervento, mi fai sentire un po' utile ... in questo periodo che invece mi sembra di non fare nulla per lei. Di non riuscire ad aiutarla. Anche la nutrizionista mi ha confermato che il suo rifiuto ad uno psicoterapeuta è in linea con il suo essere chiusa, in tutti i sensi, nel suo non voler buttar fuori a 360 gradi. Farò come mi hai detto, non mi arrendo facilmente, e continuerò a spronarla per provare anche questa strada, almeno provare, anche fosse un solo incontro, però farle capire che ne abbiamo bisogno, entrambe, di qualcuno che per un po' ci guidi.
Per ora come dicevo non l'ha limitata in nulla (almeno sembra) però è sempre meglio prevenire.
Signora le faccio i complimenti per come ha compreso bene la situazione, non è da tutti
Per il resto non aggiungo altro su quanto già detto
 
Grazie Andrea, ripeto, sentirmi dire queste cose mi riempie il cuore di gioia perché a dire il vero mi sembra di non fare niente e di non riuscire ad aiutarla. Posso dire che per ora, quando ha i suoi 5 minuti lei vuole solo me e si confida solo con me anche se lo fa a pillole, parla poco e io devo sempre capire tutto al volo. Glielo vedo negli occhi quando è nel panico ma lei a tavola con gli altri maschera tantissimo. Allora cerco con una scusa di portarla via e allora ci mettiamo a parlare e cerco di farle passare l’ansia. Ho richiamato anche il gastroenterologo perché la strada organica non va lasciata … sono sempre più convinta che le due cose si autoalimentano quindi vanno corrette entrambe e appena scavalchiamo il 2023 provo a cercare un bravo psicoterapeuta e ci parlo per capire come insieme possiamo convincerla almeno ad un primo incontro . Che dire … grazie del vostro supporto.
 
Buon pomeriggio a tutti, mi presento, sono Paola ed ho trovato questo forum girando su internet perché stavo cercando un libro sull'emetofobia da regalare a mia figlia. Ebbene si ... l'emetofobica non sono io ma un'adolescente di 14 anni che ha nausea quasi ogni voglia che mangia, che piange perché ha ancora fame ma non riesce a mandar già un altro boccone e che non vuole assolutamente parlare di psicoterapia. Sono alla frutta, vorrei aiutarla ma non so come ... ma intanto respiro. Diciamo che sono qui anche per una pacca sulla spalla ;-)
Ciao io ho inizato a soffrirne esattamente all'età di tua figlia. Prima era molto più gestibile poi da Marzo 2023 all età di 25 anni invece è sfociata ancora di più. Già il fatto che tu la comprenda è una bellissima cosa. Sono arrivata anche io a rifiutare il cibo, o meglio a saltare i pasti sia quando la vocina (io l'ho soprannominata così)mi diceva "hai questo dolore sicuro starai male", sia quando invece il mio stomaco stesso reclamava cibo e magari avevo dolori proprio per questo, adesso invece grazie anche all'aiuto di mia mamma ho inizato la terapia. Sono alla mia quarta seduta, in realtà terza perche il primo incontro è stato conoscitivo. E ti dirò mi sta aiutando sto vedendo pian piano dei miglioramento , sto uscenso più spesso a mangiare, non salto quasi più i pasti (dico quasi perchè purtroppo ci sono giornate no in cui non riesco a ""guardare oltre""). Hai provato a parlarle di terapia?Anche io inizalmente ero molto scettica alla sola idea di aprirmi con un persona "sconosciuta" anche se la specialista che mi segue già la conoscevo perchè presta servizio come terapista dove sono soccorritrice 118 volontaria. L'aprirmi su una cosa cos' delicata mi intimoriva però ora vedo sempre più migliramenti
 
Ciao Silvia, grazie per aver condiviso con me la tua esperienza. Ti dico subito che si, ho provato a parlare con lei di terapia e per ora mi ha detto no, ma sono io che ancora non ho insistito più di tanto. Come accennavo precedentemente sono separata e su questa cosa io e il mio ex abbiamo visioni molto diverse. Io probabilmente sono troppo apprensiva, anche perchè la vivo quasi 24h su 24h, il papà di lei la vede poco lavorando fuori, scambia con lei giusto qualche pasto e lei è brava a nascondere molto bene, quindi a lui lascia sempre il bello. Non si confida, non vuole fargli vedere quando ha l'ansia, si limita magari a dire che ha "gli schifi" lei invece li chiama così e magari mangia meno. Per lui è solo una fase adolescenziale, ce l'hanno tutti ... sono io che gli sto troppo sopra, con visite a destra e manca dando troppo importanza alla cosa e quindi facendola emergere. Non lo so ... io vedo in lei questa paura e non mi sembra normale, sin da piccolina quando aveva dei dolori allo stomaco/pancia o delle sensazioni strane che non riusciva a spiegare non dico che aveva degli attacchi di panico perché sarei esagerata ma si bloccava totalmente, si irrigidiva, si torturava la mani e non mi muoveva dalla posizione seduta del letto, era una reazione troppo esagerata per me per una ragazzina di 7-8 anni. Effettivamente quella fase è passata e ora gestisce tutto meglio, ora non ha più quegli attacchi forti ma è arrivata la nausea. Giovedì come accennavo in un altro post, siamo andate da un gastroenterologo che ha capito un po' la situazione, o meglio ha capito che sicuramente qualcosa di organico c'è ma molto è funzionale. Ora per una paio di mesi, proviamo una terapia che ci ha consigliato, vediamo come vanno le cose e poi eventualmente mi deciderò e convincerò lei (e il padre) per uno psicoterapeuta. Per ora ... speriamo bene e a te Silvia un in bocca al lupo per i tuoi miglioramenti, che siano sempre più decisivi.
 
Ciao Silvia, grazie per aver condiviso con me la tua esperienza. Ti dico subito che si, ho provato a parlare con lei di terapia e per ora mi ha detto no, ma sono io che ancora non ho insistito più di tanto. Come accennavo precedentemente sono separata e su questa cosa io e il mio ex abbiamo visioni molto diverse. Io probabilmente sono troppo apprensiva, anche perchè la vivo quasi 24h su 24h, il papà di lei la vede poco lavorando fuori, scambia con lei giusto qualche pasto e lei è brava a nascondere molto bene, quindi a lui lascia sempre il bello. Non si confida, non vuole fargli vedere quando ha l'ansia, si limita magari a dire che ha "gli schifi" lei invece li chiama così e magari mangia meno. Per lui è solo una fase adolescenziale, ce l'hanno tutti ... sono io che gli sto troppo sopra, con visite a destra e manca dando troppo importanza alla cosa e quindi facendola emergere. Non lo so ... io vedo in lei questa paura e non mi sembra normale, sin da piccolina quando aveva dei dolori allo stomaco/pancia o delle sensazioni strane che non riusciva a spiegare non dico che aveva degli attacchi di panico perché sarei esagerata ma si bloccava totalmente, si irrigidiva, si torturava la mani e non mi muoveva dalla posizione seduta del letto, era una reazione troppo esagerata per me per una ragazzina di 7-8 anni. Effettivamente quella fase è passata e ora gestisce tutto meglio, ora non ha più quegli attacchi forti ma è arrivata la nausea. Giovedì come accennavo in un altro post, siamo andate da un gastroenterologo che ha capito un po' la situazione, o meglio ha capito che sicuramente qualcosa di organico c'è ma molto è funzionale. Ora per una paio di mesi, proviam Cono una terapia che ci ha consigliato, vediamo come vanno le cose e poi eventualmente mi deciderò e convincerò lei (e il padre) per uno psicoterapeuta. Per ora ... speriamo bene e a te Silvia un in bocca al lupo per i tuoi miglioramenti, che siano sempre più decisivi.
ti capisco purtroppo spesso chi soffre di questa fobia tende a chiudersi a riccio. Mi ci sono voluti mesi e mesi per riuscire a inizare a fare terapia. Fai bene a non forzarla troppo quando se la sentirà sarà lei stessa a chiedervi aiuto, o meglio a chiedere un aiuto professionale. Invece con le sue amicizie si apre? Gli amici fanno molto. mi auguro che ne possa uscire presto e che si riesca ad aprire con voi
 
Ciao Silvia, grazie per aver condiviso con me la tua esperienza. Ti dico subito che si, ho provato a parlare con lei di terapia e per ora mi ha detto no, ma sono io che ancora non ho insistito più di tanto. Come accennavo precedentemente sono separata e su questa cosa io e il mio ex abbiamo visioni molto diverse. Io probabilmente sono troppo apprensiva, anche perchè la vivo quasi 24h su 24h, il papà di lei la vede poco lavorando fuori, scambia con lei giusto qualche pasto e lei è brava a nascondere molto bene, quindi a lui lascia sempre il bello. Non si confida, non vuole fargli vedere quando ha l'ansia, si limita magari a dire che ha "gli schifi" lei invece li chiama così e magari mangia meno. Per lui è solo una fase adolescenziale, ce l'hanno tutti ... sono io che gli sto troppo sopra, con visite a destra e manca dando troppo importanza alla cosa e quindi facendola emergere. Non lo so ... io vedo in lei questa paura e non mi sembra normale, sin da piccolina quando aveva dei dolori allo stomaco/pancia o delle sensazioni strane che non riusciva a spiegare non dico che aveva degli attacchi di panico perché sarei esagerata ma si bloccava totalmente, si irrigidiva, si torturava la mani e non mi muoveva dalla posizione seduta del letto, era una reazione troppo esagerata per me per una ragazzina di 7-8 anni. Effettivamente quella fase è passata e ora gestisce tutto meglio, ora non ha più quegli attacchi forti ma è arrivata la nausea. Giovedì come accennavo in un altro post, siamo andate da un gastroenterologo che ha capito un po' la situazione, o meglio ha capito che sicuramente qualcosa di organico c'è ma molto è funzionale. Ora per una paio di mesi, proviamo una terapia che ci ha consigliato, vediamo come vanno le cose e poi eventualmente mi deciderò e convincerò lei (e il padre) per uno psicoterapeuta. Per ora ... speriamo bene e a te Silvia un in bocca al lupo per i tuoi miglioramenti, che siano sempre più decisivi.
Sono d'accordo con il gastroenterologo per la dispepsia funzionale, mentre mi permetto di non essere d'accordo con il papà, può benissimo essere che di tratti di una fase adolescenziale che passerà quando la ragazza sarà diventata grande, ma intanto lei non sta bene come dovrebbe, e questo il papà non lo riconosce semplicemente perché non vede la ragazza continuativamente come fai tu
 
Ciao Silvia, grazie per aver condiviso con me la tua esperienza. Ti dico subito che si, ho provato a parlare con lei di terapia e per ora mi ha detto no, ma sono io che ancora non ho insistito più di tanto. Come accennavo precedentemente sono separata e su questa cosa io e il mio ex abbiamo visioni molto diverse. Io probabilmente sono troppo apprensiva, anche perchè la vivo quasi 24h su 24h, il papà di lei la vede poco lavorando fuori, scambia con lei giusto qualche pasto e lei è brava a nascondere molto bene, quindi a lui lascia sempre il bello. Non si confida, non vuole fargli vedere quando ha l'ansia, si limita magari a dire che ha "gli schifi" lei invece li chiama così e magari mangia meno. Per lui è solo una fase adolescenziale, ce l'hanno tutti ... sono io che gli sto troppo sopra, con visite a destra e manca dando troppo importanza alla cosa e quindi facendola emergere. Non lo so ... io vedo in lei questa paura e non mi sembra normale, sin da piccolina quando aveva dei dolori allo stomaco/pancia o delle sensazioni strane che non riusciva a spiegare non dico che aveva degli attacchi di panico perché sarei esagerata ma si bloccava totalmente, si irrigidiva, si torturava la mani e non mi muoveva dalla posizione seduta del letto, era una reazione troppo esagerata per me per una ragazzina di 7-8 anni. Effettivamente quella fase è passata e ora gestisce tutto meglio, ora non ha più quegli attacchi forti ma è arrivata la nausea. Giovedì come accennavo in un altro post, siamo andate da un gastroenterologo che ha capito un po' la situazione, o meglio ha capito che sicuramente qualcosa di organico c'è ma molto è funzionale. Ora per una paio di mesi, proviamo una terapia che ci ha consigliato, vediamo come vanno le cose e poi eventualmente mi deciderò e convincerò lei (e il padre) per uno psicoterapeuta. Per ora ... speriamo bene e a te Silvia un in bocca al lupo per i tuoi miglioramenti, che siano sempre più decisivi.
Ciao, un adulto ha più facilità nell'identificare se il suo problema è di natura psicologica o quantomeno può averne più facilmente un sospetto, mentre un bambino o un adolescente manifesta solamente il problema. Quindi direi che indagare prima le questioni organiche (che se non ho capito male è quello che state facendo) forse è corretto, o meglio, io lo farei.
Poi c'è il fatto che un genitore a volte ha la sensibilità di capire se il problema è di natura psicosomatica o meno. Ad esempio se un evento ricorrente (mal di pancia) si verifica sempre in relazione ad azioni ripetitive (andare a scuola) potremmo supporre che non sia di natura organica. Sicuramente è più complessa la valutazione nel caso in cui il problema si verifica spesso durante o appena dopo il pasto.
Al di la di tutto questo, penso sia importante prendersi cura del disagio che esprime la bambina, senza manifestare e trasmettere troppa ansia, ma giustamente anche senza lasciare nulla al caso, come mi sembra tu stia giustamente facendo.
 
Sono d'accordo con il gastroenterologo per la dispepsia funzionale, mentre mi permetto di non essere d'accordo con il papà, può benissimo essere che di tratti di una fase adolescenziale che passerà quando la ragazza sarà diventata grande, ma intanto lei non sta bene come dovrebbe, e questo il papà non lo riconosce semplicemente perché non vede la ragazza continuativamente come fai tu
Si Andrea, l'ha chiamata proprio dispepsia funzionale e da sabato abbiamo provato ad iniziare questa cura ... ancora è tutto abbastanza uguale ma confido in qualche miglioramento. Purtroppo si, lui non vivendola quotidianamente non si rende conto quanto lei rimanga male dalla situazione, anche ieri sera due lacrime le sono scese perché lei ha fame, vorrebbe mangiare ma ad un certo punto si ferma perché le fa schifo tutto, poi appena la sensazione passa ricomincia a mangiare e si riferma ... è una lotta. Prendiamo con pazienza e speriamo tutto serva, crescere, curarsi e parlarne. Io le ho detto che sono con lei, che vorrei aiutarla in tutto e per tutto senza forzarla ma quando si renderà conto che la situazione diventa troppo pesante per lei, possiamo andare a parlare con qualcuno, anche solo una volta, anche solo per provare ... ma io ci sono e capisco la sua paura e difficoltà. Spero di fare sempre la cosa giusta andandoci sempre delicatamente.
 
Ciao, un adulto ha più facilità nell'identificare se il suo problema è di natura psicologica o quantomeno può averne più facilmente un sospetto, mentre un bambino o un adolescente manifesta solamente il problema. Quindi direi che indagare prima le questioni organiche (che se non ho capito male è quello che state facendo) forse è corretto, o meglio, io lo farei.
Poi c'è il fatto che un genitore a volte ha la sensibilità di capire se il problema è di natura psicosomatica o meno. Ad esempio se un evento ricorrente (mal di pancia) si verifica sempre in relazione ad azioni ripetitive (andare a scuola) potremmo supporre che non sia di natura organica. Sicuramente è più complessa la valutazione nel caso in cui il problema si verifica spesso durante o appena dopo il pasto.
Al di la di tutto questo, penso sia importante prendersi cura del disagio che esprime la bambina, senza manifestare e trasmettere troppa ansia, ma giustamente anche senza lasciare nulla al caso, come mi sembra tu stia giustamente facendo.
Effettivamente questo è quello che sto provando a fare. Non la faccio tragica e le faccio sempre ben presente quando lei ha questi momenti di sconforto che "uno", ci vuole pazienza, abbiamo iniziato la cura da poco e se il dottore ci ha dato la cura per due mesi e vuole sapere come va dopo 1 mese significa che ci vuole tempo e tempo dobbiamo darcene. Cerco di farle capire che non è un caso raro, che in mille maniere e per tanti disturbi ognuno ha i suoi punti "deboli" quindi non deve sentirsi diversa o sfortunata rispetto agli altri. Ovvio che a 14 anni pensi in maniera un po' egoistica ma parlarne penso che non le faccia male. Che l'accentuarsi dei sintomi è psicosomatico a volte se ne rende conto anche lei, soprattutto se parliamo di ansia perché apertamente mi dice, "vedi? se non ci penso poi mi passa" ... anche lei un po' lotta contro queste sensazioni ma di base la paura principe è quella di stare male di stomaco, tutto gira intorno a quello. Ora proviamo a curare la parte organica e vediamo se troviamo qualche benificio. Incrocio le dita e grazie anche a te Re Julien per le tue parole. Ho fatto una brutta discussione con il mio ex e sentirsi dire "nel bene o nel male" è tutta responsabilità mia visto che ci vivo 24h si 24h non è semplice. Come se già non mi sentissi questa responsabilità addosso ...
 
Per un genitore vedere un figlio che sta male non è facile. Ciascuno reagisce a modo proprio, anche in base alle proprie idee, carattere, personalità, storia.
Comprendo il peso della responsabilità, come è normale che sia direi. Tua figlia ha manifestato un problema e te ne stai prendendo cura, penso questo sia importante. Sperando tutto si risolva bene e nel più breve tempo possibile.
Se non sbaglio da qualche parte avevi scritto che cercavi una pacca sulla spalla, qui ce l'hai, forza.
 
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